CAPITOLO QUINDICESIMO: IL PASSATO NON SI SCORDA.

In un’altra zona dell’Egitto, molto più a ridosso del fiume Nilo, Death Mask di Cancer stava combattendo. Dopo essersi liberato della scomoda presenza di Micene e degli altri Cavalieri di Athena, approfittando della tempesta di sabbia per far perdere le sue tracce, aveva proseguito in linea retta, senza accorgersi di non essere diretto a Tebe ma a Dendera, cittadina nella quale arrivò dopo pochi minuti.

La località, situata a nord di Tebe, in un’ansa del fiume Nilo, era un tempo un luogo di culto capace di attrarre una grande quantità di fedeli. Ivi era stato costruito, nel I secolo a.C., un tempio in onore alla Divinità femminile Hathor, Dea della Musica e delle Danze, definita Signora del Sicomoro del Sud, la principale Divinità osannata a Dendera. Per tutta la tarda età Antica e la prima età Moderna il Tempio era stato frequentato da milioni di fedeli e visitatori, ma lentamente era caduto in rovina e da quando Seth aveva iniziato il processo di riunificazione dell’Egitto era stato chiuso e ne era stato vietato l’accesso. Nel nuovo Egitto, secondo Seth, vi era posto soltanto per un’unica religione: l’adorazione del Sole Nero.

Quando Cancer vi arrivò, trovò la cittadina in decadenza. L’antico muro perimetrale era in rovina, numerose colonne erano crollate e i cartigli sulle porte degli edifici sacri andavano lentamente sbiadendo. Non vi era nessuno in quel luogo desolato, e forse proprio per quello, per quella triste decadenza, che sapeva di morte, Death Mask lo trovò così piacevole, così interessante.

"Vi è un’aria di morte in questo posto!" –Si disse, socchiudendo gli occhi e lasciandosi inebriare da quell’effluvio. –"Una grande battaglia è stata combattuta in questo posto! E ne restano ancora le tracce!" –Ed iniziò a camminare, guardandosi intorno, fino a rinvenire tracce di lotta nel terreno circostante, e cadaveri ammucchiati nel retro del Tempio di Hathor, proprio vicino al lago sacro dove venivano celebrati i misteri del culto di Osiride, ossia la passione, la morte e la resurrezione del dio in un’azione scenica e liturgica.

Cancer sorrise, di un ghigno perverso che male si addiceva ad un Cavaliere di Athena, riflettendo che dopo tutto quel posto non era malaccio. Che tutte quelle teste mozzate e quei corpi stantii, gettati sotto il cocente sole d’Egitto ad essiccare, potevano essere un arredamento interessante.

Improvvisamente, mentre stava camminando nel grande cortile di fronte al Tempio, pronto per allontanarsi e dirigersi verso Tebe, sentì un leggero fruscio nell’aria, quasi un suono indistinto ma sufficiente per farlo voltare di scatto e balzare in alto. Restò stupito nel vedere lunghe bende bianche dirigersi verso di lui, arrotolarsi intorno alle sue gambe e tirarlo a terra, facendolo sbattere con forza contro il terreno sabbioso.

"Ma che diavolo è ‘sta roba?" –Brontolò il Cavaliere d’Oro, cercando di liberarsi da quella che stava diventando sempre più un’avvolgente stretta. Stufo di sembrare un pesce preso all’amo, il Cavaliere espanse il suo cosmo dorato, stracciando le bende che lo avevano imprigionato e rimettendosi in piedi, trovandosi di fronte il suo avversario.

Cancer sgranò gli occhi, quasi sconvolto da quella terrificante apparizione, ma poi dovette ammettere che la figura davanti a lui era realmente una Mummia, proprio come l’aveva immaginata nei suoi incubi peggiori. Una figura di media altezza, il cui corpo ed il cui volto erano nascosti da strati e strati di bende e fasce bianche. L’unica cosa che traspariva, sul viso della creatura, erano due luminosi occhi viola, carichi di una profonda oscurità.

"E tu che diavolo sei?" –Domandò Cancer, toccandosi il naso con aria di superiorità.

"Non hai mai visto una Mummia?!" –Rispose una voce spettrale, proveniente dalla grottesca figura.

"Non credevo che esistessero realmente!" –Esclamò Cancer, ancora un po’ stordito.

"Sai così poco al riguardo, Cavaliere di Athena…" –Mormorò la Mummia, avvicinandosi a Death Mask, con le braccia protese verso di lui. –"Lascia che ti stringa in un caloroso abbraccio, per trasmetterti qualcosa di me!" –E in quel momento le bende delle sue braccia si srotolarono convulsamente, strisciando come serpenti sul terreno, dirette verso Cancer, il quale, immaginando che volessero intrappolarlo come poco prima, iniziò a muovere le braccia freneticamente, cercando di cacciarle via.

"Ma guarda questi pezzi di stoffa!" –Esclamò con tono beffardo. –"Ne farò brandelli!" –E caricò il suo cosmo dorato, iniziando a falciare con le mani le bende bianche che la Mummia gli stava inviando contro. Ma per ogni pezzo di stoffa che stracciava, le bende crescevano ancora, aumentando a dismisura, finché non divenne impossibile fermarle. Allora Cancer cambiò strategia, afferrando le cime con la mano sinistra e stringendole con forza, quasi come a strozzarle.

La Mummia sembrò fermarsi bruscamente, quasi soffocata da quel brusco movimento, ma non disse niente, restando ad osservare il Cavaliere dall’Armatura d’Oro che concentrava il suo cosmo sull’indice destro, caricandolo di una straordinaria energia.

"Bene, mezzomorto, ringraziami! Metterò fine alla tua sofferenza, facendoti tornare nel paese da cui provieni!" –Ironizzò Cancer, prima di scagliare il suo colpo segreto. –"Strati di Spirito!!!"

La luminescenza sul suo dito destro fluttuò nell’aria come una cometa, raggiungendo la Mummia e penetrando dentro il suo corpo bendato. Ma non accadde altro. E questo irritò notevolmente il Cavaliere di Cancer, e forse lo spaventò persino, per quanto fosse abile a non lasciarlo trasparire.

"Com’è possibile? Il mio colpo segreto non ha avuto effetto su di te?" –Si chiese Cancer.

"Stolto!" –Sibilò la Mummia, mentre i suoi occhi viola brillavano di un’intensa e sinistra luce. –"Il tuo colpo segreto consiste nella separazione dell’anima dal corpo, sfruttando l’immenso potere della Nebulosa di Presepe, nella Costellazione del Cancro, da sempre guida verso il regno dei morti! Ma come puoi mandare me, che non ho più un’anima né un corpo, nell’Oltretomba?!" –Sghignazzò, prima di far esplodere il suo cosmo. Un cosmo finora rimasto sopito.

Cancer venne spinto indietro dall’esplosione di energia mentre le bende delle braccia della Mummia, liberate dalla presa del Cavaliere d’Oro, iniziarono a fluttuare nell’aria, come fruste, schiaffeggiando vistosamente il corpo del ragazzo, liberando scariche di energia incandescente.

"Maledetto non morto!" –Esclamò Cancer, strusciandosi il viso con la mano destra e pulendosi gocce di sangue che avevano iniziato ad uscire da alcuni graffi. –"Ti farò pentire di essere tornato dall’Oltretomba! Ti ucciderò nuovamente, senza darti possibilità di tornare ancora!"

"Ancora non capisci, Cavaliere di Athena!" –Lo zittì la Mummia. –"Ancora continui a definirmi un non morto! Ma non è questo che sono! Non soltanto, almeno!" –Aggiunse, frustando in pieno viso il Cavaliere d’Oro e scaraventandolo indietro, fino a farlo schiantare contro il muro perimetrale dell’antico Tempio di Hathor, che subito crollò su di lui.

Arrabbiato come non mai, Cancer si rimise immediatamente in piedi, bruciando il proprio cosmo dorato. Scattò come un fulmine sul terreno, mentre la Mummia tentava di fermarlo con le sue bende, striscianti come serpenti, guizzanti come fulmini, ma inutilmente. Cancer fu più veloce di esse, giungendo con un balzo proprio davanti alla creatura dalle braccia aperte, nel mezzo ai due arti.

"Mostrami il tuo volto, zombie!" –Esclamò Cancer, allungando la mano destra sul viso della Mummia per strapparle via quelle bende lacere e consumate. Ma non appena la sua mano le sfiorò, una vistosa scarica di energia violacea lo travolse, percuotendo l’intero suo corpo, lasciandolo sospeso a mezz’aria di fronte ad essa. Immediatamente centinaia di bende iniziarono ad avvolgersi attorno al corpo agonizzante del Cavaliere di Cancer, che stringeva i denti per cacciar via il dolore derivante dal sentire la propria carne dilaniata da quelle folgori violacee, che entravano dentro di lui e che sembravano consumarlo.

"Proverai anche tu, adesso, il piacere della morte!" –Sibilò la voce spettrale della Mummia, fissando il volto dolorante di Cancer. –"Ti consumerò, entrando dentro di te, e prendendo possesso del tuo corpo!"

"Ma… Maiii!!!" –Gridò Cancer, tentando di liberarsi, bruciando il proprio cosmo dorato, mentre ormai l’intero suo corpo era avvolto dalle bende della Mummia, il cui sguardo era sempre fisso su di lui.

"Mi hai posto una domanda e io ti risponderò!" –Esclamò la creatura. –"Sono un uomo! O meglio dovrei dire, ero un uomo! Poiché ho ceduto a Seth la mia vita, diventando la prima cavia dei suoi esperimenti!"

"Cavia?! Esperimenti?!" –Domandò Cancer, avvolto dalle bende della mummia, come un bozzolo di farfalla. Solo la testa era rimasta all’esterno.

"Tu conosci il processo di mummificazione, Cavaliere?" –Domandò retoricamente la Mummia, prima di iniziare a spiegare. –"La mummificazione è un processo, naturale o artificiale, in cui un cadavere subisce una disidratazione massiccia e così veloce, che i tessuti rimangono come fissati! È una costante della cultura egizia il processo di imbalsamazione, poiché si ritiene che il corpo sia la sede dell'anima, Ba, e la conservazione del corpo stesso dopo la morte sia essenziale per la vita nell’oltretomba! Quindi i defunti vengono avvolti in bende di tela, dopo che i loro organi interni sono stati asportati, e deposti dentro casse di legno, spesso decorate con raffigurazioni del defunto! Uomini, donne e animali sacri, come gatti, tori, coccodrilli e falchi vengono da millenni mummificati in Egitto!"

"E cosa vuoi che interessi a me tutto questo?!" –Gridò Death Mask, mentre le bende si intrecciavano intorno al suo collo, iniziando a soffocarlo lentamente.

"Stavo soltanto illustrandoti il procedimento che userò per ucciderti!" –Sibilò la Mummia, avvicinando il volto al viso di Cancer. Di scatto, la testa della Mummia fuoriuscì dalle garze, puntando verso Death Mask, che tirò un grido inorridito da quella abominevole visione. Non vi era niente di umano in quel volto, soltanto un consumato scheletro ricoperto di una sostanza che pareva bitume, scavato ed asportato dei tessuti spugnosi della pelle e degli organi interni. –"Ti piaccio? Presto sarai come me! Anzi, presto sarai me, dato che io prenderò i tuoi organi!" –Esclamò la Mummia, avvolgendo nuovamente il volto nelle sue bende, lasciando nuovamente fuori soltanto gli occhi, che in realtà erano soltanto cavità vuote dove il suo cosmo proiettava due luci violacee.

Le bende avvolsero completamente il corpo del Cavaliere di Cancer, coprendo anche il suo viso, e lasciandolo inerme all’interno, come un baco nel suo bozzolo. Con un movimento brusco, la Mummia tagliò le bende e diede un calcio all’aggrovigliata matassa dove Death Mask era stato imprigionato, prima di esplodere in una sottile risata.

"Mummificazione!" –Sogghignò. –"Solitamente il processo impiega 70 giorni di tempo, ma nel tuo caso, grazie al mio cosmo, di cui le bende sono intrise, impiegherà solamente sette minuti! Tra sette minuti, e forse meno, di te non sarà rimasto niente, se non uno svuotato scheletro avvizzito! Dovresti ringraziarmi!" –Esclamò la Mummia, prima di scoppiare a ridere nuovamente. –"Ti ho risparmiato un viaggio nell’Oltretomba, fissandoti qua, dove rimarrai per sempre! Immobile e preservato!"

La Mummia non riuscì a terminare la sua frase che una violenta esplosione di luce accecò l’intero cortile del Tempio di Hathor. Il bozzolo di bende in cui Cancer era imprigionato iniziò a muoversi, a sballottare convulsamente sul posto, mentre raggi di luce filtravano dalle bianche bende, che lentamente iniziarono ad allentarsi, prima di gonfiarsi, sotto la spinta interna di Death Mask, e ad esplodere, venendo spazzate via. Il Cavaliere d’Oro ne uscì, rimettendosi in piedi e respirando a fatica per lo sforzo sostenuto e la mancanza di aria.

"Se volevi farmi arrabbiare, ci sei riuscito!" –Esclamò Cancer, puntando la Mummia con il suo sguardo deciso. E scattò avanti, nonostante avesse ancora il respiro affannato, caricando le braccia del suo dorato cosmo e muovendole come fossero le chele di un granchio. –"Chele del Cancro!"

Rapidi fendenti di luce percorsero l’aria, trinciando le lunghe bende bianche che la Mummia gli inviava contro, con forza e tenacia, permettendo al Cavaliere d’Oro di avvicinarsi maggiormente al suo nemico. Con un gesto rapido la Mummia fece scivolare nell’aria una lunga benda intrisa di cosmo fino ad afferrare il collo di Cancer, stringendolo con forza, e poi lo sbatté a terra bruscamente. Dimostrando un’insospettata forza per una creatura così esile, la Mummia risollevò Cancer e lo fece sbattere contro un’altra parete del muro del Tempio di Hathor, che crollò nuovamente su Death Mask.

Certa ormai della vittoria, la Mummia fece per ritirare la sua lunga benda ma si accorse di non poterla smuovere. Un’esplosione cosmica polverizzò i macigni caduti su Cancer, mostrando il dodicenne Cavaliere d’Oro, ansimante e in parte ferito, ma con l’espressione di chi non vuole arrendersi mai. Afferrò la benda che gli stringeva il collo e la caricò del suo cosmo dorato, fino a farla incendiare. In un attimo il fuoco stellare si propagò sull’intero corpo della Mummia, che avvampò come un foglio di carta ingiallita. Cancer rise di gusto, osservando il suo nemico arrostire in una fiammata, ma quando si mosse per allontanarsi dal tempio di Hathor una voce lugubre lo richiamò.

Voltatosi nuovamente, Cancer vide con orrore che la creatura era ancora viva ed aveva assunto un aspetto ancora più orribile. Bruciate le bende, arsa la protezione che lo nascondeva, l’uomo al suo interno si era rivelato in tutto il suo orrore. Un orrore che di umano non aveva niente più. Uno scheletro esile e sottile, consumato dal tempo e dalle fiamme, avanzava a passi decisi verso di lui, colando uno strano liquido simile a bitume. Non aveva viso, né occhi, soltanto un cranio scavato su cui emergevano due luci violacee. Espressione di un cosmo tremendamente ostile e portatore di morte.

"Come può essere?!" –Gridò Cancer. –"Tu sei morto!!! Morto!!! E i morti non camminano, non parlano, non vivono!" –E gli scagliò un violento fascio energetico addosso, che non produsse alcun effetto se non un devastante grido, agghiacciante persino per Death Mask, che lo fece accasciare dalla disperazione.

"Non hai ascoltato le mie parole, Cavaliere d’Oro? Ti ho detto che io sono un esperimento di Seth! Egli ha preso la mia vita, lasciando questo mero involucro, destinato a non morire mai!" –Esclamò la Mummia, prima di raccontare la sua storia. –"Ero un predone, e ho vissuto vent’anni a rubare insieme ad altri disperati come me! Assalivamo le carovane di viandanti che si inoltravano nelle zone aride del Sahara Orientale! Alcune volte ci spingevamo fino ad Assuan, ma là la sorveglianza dell’Esercito regolare egiziano era maggiore! Non avevamo scopi nella vita se non rubare e depredare le nostre vittime! Non avevamo altri ideali che non la conservazione del nostro stesso genere, anzi di noi stessi, prima di chiunque altro dello stesso gruppo! Un giorno venimmo a sapere che Seth, il mitologico Dio Seth, la cui contesa con Horus per vendicare Osiride era ormai leggenda dei tempi antichi, era tornato e stava cercando un esercito per soggiogare l’Egitto e Ra, così decidemmo di unirci a lui, nella speranza di ottenere gloria e ricchezze! Ma Seth, come Ra prima di lui, non aveva alcun interesse per noi, e ci usò come cavie per i suoi esperimenti!

Grazie all’oscuro potere di una Pietra Nera, che egli portava al collo, dono di un’ombra che lo risvegliò dal limbo in cui giaceva, Seth iniziò a condurre esperimenti nei sotterranei della Piramide Nera! Intendeva creare il Guerriero perfetto, che fosse forte, resistente e capace di sopravvivere all’usura del tempo! E quale guerriero migliore di una mummia? Un uomo che già era morto e non doveva subire l’agonia del presente, la lenta frustrazione di compiere ogni giorno un passo in più verso la morte, sarebbe stato perfetto!" –Spiegò la Mummia. –"Questo è il risultato dei suoi esperimenti, Cavaliere! Questa è la ricchezza che ho ottenuto!" –Esclamò, con tristezza.

"Mi fai schifo!" –Lo derise Cancer con disprezzo. –"Non sei nient’altro che uno scheletro avvizzito! Avresti fatto meglio a continuare a vivere come un predone, almeno saresti stato in grado di godere delle tue ricchezze, pur misere che fossero!"

"Aspre parole le tue! Per essere un Cavaliere di Athena non conosci pietà né compassione!"

"No, non le conosco! Poiché in guerra mi sono avverse, come l’affetto e il rispetto per i nemici! Sono soltanto armi a doppio taglio, capaci di ferirmi nel momento meno opportuno!" –Esclamò Cancer. –"Io sono un soldato e il mio compito è combattere! E la guerra è il massimo del combattimento! Ovviamente un combattimento dove io ne esca vincitore!"

"Per cosa combatti, Cavaliere di Cancer?" –Sibilò la Mummia. –"Io combatto per ottenere nuovamente un corpo! Seth me ne ha privato, ma se gli portassi il tuo, egli potrebbe invertire il processo di mummificazione e concedermi di vivere ancora!"

"Sei un illuso! Questo Seth non ha interesse alcuno per te! È evidente! Né io ho interesse a cederti il mio corpo!" –Esclamò Cancer, bruciando il proprio cosmo dorato. –"Devo combattere ancora troppe battaglie perché io possa venire sconfitto!" –E si lanciò avanti per attaccare la Mummia, ma questi lo anticipò, sollevando la mano destra al cielo.

Dalle raggrinzita dita della sua mano partirono cinque raggi violacei che si disposero intorno a Death Mask, uno sopra il capo, due ai lati della sua testa e due ai lati dei suoi piedi, duplicandosi fino a formare un rudimentale poliedro, che assunse la forma di un sarcofago.

"Sarcofago del passato!" –Sibilò la lugubre voce, immobilizzando Cancer al suo interno, nuovamente prigioniero. Stavolta di se stesso, e dei suoi ricordi. –"Mostrami il passato di quest’uomo, ciò che lo ha reso così violento! E mostralo a lui, uccidendolo con i suoi rimorsi!"

Immediatamente, per quanto Cancer tentasse di dibattersi e liberarsi, iniziarono a scorrere davanti ai suoi occhi, sulle pareti interne del sarcofago in cui era intrappolato, le immagini di tutta la sua vita, i ricordi di quando era bambino. Lacrime e sangue, violenza e perversione. Di esse fu costellata la sua giovinezza, ed esse lo spinsero a diventare un Cavaliere. Per essere forte e non permettere più a nessuno di fargli del male.

Death Mask era nato in Sicilia, in un paesino dell’isola italiana poco lontano dall'Etna. Probabilmente il nome era soltanto un epiteto, che aveva scelto in seguito per terrorizzare i suoi avversari, dimenticando il suo nome originario, simbolo di un passato che non voleva più ritrovare. La sua famiglia infatti, una casata di piccoli commercianti, aveva rigettato la protezione di un boss locale e questi, non avendo apprezzato il loro rifiuto, aveva fatto massacrare tutti i suoi parenti, uno ad uno. L’ultima, sua madre, fu sgozzata davanti ai suoi occhi, quando aveva solo tre anni.

"Vedi, ragazzino!" –Gli aveva detto il boss, mentre egli urlava e piangeva dal dolore. –"Tua madre è morta perché era una debole! Non ha saputo opporsi, non ha saputo difendersi, né ha saputo proteggere te!" –E se ne era andato, lasciandolo da solo.

Death Mask era quindi cresciuto da solo, rubando a destra e a manca per sopravvivere, litigando spesso con i suoi coetanei per il suo carattere rissoso e permaloso e finendo coinvolto in risse e agitazioni turbolente. In questo clima di sangue e violenza, un giorno sentì una vocazione, che lo spinse a diventare Cavaliere di Athena. In quel modo, secondo Cancer, sarebbe potuto diventare forte. Sarebbe potuto diventare un uomo. Non ci sarebbero state più faide né mafia, né derisioni da parte dei suoi coetanei. Finalmente, tramite la forza, egli sarebbe riuscito ad imporsi.

"Così hai scelto di diventare Cavaliere di Athena per essere forte!" –Sibilò la Mummia. –"E io che credevo che Athena scegliesse solo i puri di cuore! Anche la tua Dea allora preferisce mettere prima le ragioni strategiche e militari che non quelle sentimentali, se ha accettato un violento come te nelle sue fila! Ih ih ih!" –Fece una pausa e poi riprese, avvicinandosi al corpo di Death Mask, prigioniero di quel sarcofago di violacea energia cosmica. –"Sarà un onore per me prendere possesso del tuo corpo! Un uomo così violento e crudele merita di morire per mano mia!"

Ma non appena si avvicinò al sarcofago si accorse che Death Mask si muoveva ancora. Che i ricordi non l’avevano vinto, spingendolo a lasciarsi andare, ma erano diventati uno stimolo per liberarsi ed affermare la superiorità del proprio credo. Bruciando al massimo il proprio cosmo, il Cavaliere di Cancer distrusse dall’interno il sarcofago di energia che lo aveva intrappolato, scaraventando lo scheletro della Mummia indietro, spaventato e al tempo stesso esausto per lo sforzo sostenuto nell’imprigionarlo.

"Come puoi essere ancora vivo? Non hai dunque una coscienza?" –Chiese, con voce stridula.

"È stata proprio la mia coscienza a risvegliarmi dal torpore, dalla disperazione in cui il tuo colpo segreto mi stava facendo precipitare!" –Esclamò Cancer, con voce decisa. –"Rivedere le immagini di tutta la mia vita, del sangue versato dalla mia famiglia, mi ha ricordato il motivo per cui combatto! Per vendicarli e per ricordare a tutti voi, fieri della vostra potenza, di non essere nessuno davanti a me! Di essere più deboli del possente Cancer!" –Detto questo scagliò un violento raggio energetico contro la Mummia, colpendolo in pieno e facendolo ardere in una violenta fiammata di energia cosmica. –"Hai visto la fine che hanno fatto gli assassini di mia madre? Li ho uccisi tutti dopo il secondo anno di addestramento! E conservo ancora le loro teste nel mio vecchio paese in Sicilia!" –E scoppiò in una sadica risata. –"Non potrò conservare la tua, ed è un peccato, ma godrò nel vederti consumare ulteriormente, fino all’ultimo grammo di osseina contenuta nelle tue rinsecchite ossa!"

"Non puoi uccidermi! Pensavo tu l’avessi capito!" –Esclamò la Mummia. Ma in quel momento non ne era più sicuro neppure lui. –"Mentre io posso uccidere te!" –E sollevò le braccia predatrici, caricando le dita rinsecchite di violacea energia cosmica.

"Ma fammi il piacere!" –Esclamò Death Mask, puntando contro la Mummia il suo indice destro, caricandolo di tutto il cosmo che aveva in corpo. Immediatamente onde di energia biancastra apparvero intorno a lui, bloccando i movimenti del Guerriero Egizio, il quale non riuscì più a muovere un solo arto e sentì una forte pressione su di sé, come se quel che rimaneva delle sue ossa stesse per esplodere da un momento all’altro. –"Addio Mummia! Ti dono il riposo eterno!" –Lo sbeffeggiò Cancer. –"Strati di Spiritooo!" –Esclamò, scagliando il suo colpo massimo contro di lui, caricato di un’energia cosmica mai dimostrata prima.

Il raggio di luce distrusse completamente il rinsecchito scheletro della Mummia, annientando anche in un colpo solo quel che rimaneva del suo cosmo. Cancer, soddisfatto della sua prestazione, si lasciò cadere sulle ginocchia, ansimando per lo sforzo. Nonostante la vittoria ottenuta, aveva dovuto sudare parecchio e consumare parecchia energia, soprattutto per infondere al suo ultimo colpo la capacità di annientare corpo e cosmo di una creatura che ormai aveva perso ogni traccia di anima. Sorrise, rimettendosi in piedi, e realizzando di dover in fondo ringraziare quel Guerriero.

"Mummia! Mi hai ricordato per cosa mi batto! Per l’onore e per la forza! Ma anche per dimostrare a mia madre, che da qualche parte mi sta osservando, che suo figlio non è un debole!" –E voltò le spalle al Tempio di Hathor, facendo per incamminarsi verso Tebe.

Ma non riuscì a fare neppure dieci passi che si ritrovò circondato da un numero elevato di Mummie, identiche in tutto e per tutto a quella che aveva appena sconfitto. Esseri spettrali, avvolti nelle loro bianche bende, con occhi violacei fulminanti, srotolarono le loro fasce, lanciandole contro il Cavaliere d’Oro, che cercò di evitarne alcune, colpendo le altre e trinciandole con le chele dorate della sua Armatura. Ma presto Cancer si rese conto di essere in inferiorità numerica e che non avrebbe potuto occuparsi singolarmente di ogni Mummia, come aveva fatto con quella che lo aveva assalito in precedenza.

"Non ho la forza per scagliare altri Strati di Spirito, potenti come quello che ho appena lanciato, contro ognuno di loro!" –Mormorò, mentre le bende delle Mummie si arrotolavano intorno a lui. –"Maledizione! Devo trovare un modo per colpirle tutte!" –Ed afferrò alcuni capi di quelle bianche garze, trinciando con forza le altre, muovendosi continuamente, impossibilitato a fermarsi anche per un solo momento, pena l’essere completamente avvolto e mummificato. Scattò in mezzo a loro, tirandole via con forza, aggrovigliando le loro bende, legandole tra di loro e scaraventando altre contro le mura del Tempio di Hathor.

Quindi balzò sulle mura abbandonate di quello che un tempo era il Sanatorium, in cui i malati cercavano guarigione bagnandosi nelle acque sacre o dormendovi nell'attesa di un divino sogno risanatore. Subito le Mummie lanciarono le loro lunghe bende bianche verso di lui ma egli fece esplodere il suo cosmo dorato, tenendole indietro, nonostante l’enorme sforzo in termini energetici che ciò gli costava. Il dodicenne dai capelli blu, deciso a tentare il tutto per tutto, socchiuse gli occhi, concentrando il suo cosmo su se stesso, prima di sollevare le braccia sopra la testa ed unire i palmi delle mani, mentre un’immensa massa di scura energia compariva sopra di lui.

"Cos’è?" –Si chiesero spaventate le Mummie rimaste nel cortile, mentre una poderosa forza di attrazione sembrava attirarle verso Cancer, con un impeto senza precedenti.

La massa di energia tra le mani di Cancer aumentò ancora, diventando un piccolo buco nero, esercitando un’attrazione sempre maggiore sull’ambiente circostante. Sabbia, frammenti di roccia, bende lacerate, tutto fu risucchiato al suo interno, e ben presto anche le Mummie dovettero cedere. Qualcuna di loro venne aspirata istantaneamente, altre opposero resistenza, srotolando le loro bende bianche e avvolgendosi intorno a resti di colonne o pezzi di muro, ma ciò servì soltanto a ritardare la loro fine, che ineluttabile giunse per tutte.

"La Nebulosa di Presepe, nella Costellazione del Cancro, uno degli ammassi stellari più antichi dell’Universo!" –Mormorò Cancer, con un filo di voce. –"Non esiste niente che possa resistervi! Niente…" –E in quel momento, mentre l’ultima Mummia venne attratta dal buco nero, perdendosi in qualche limbo sconosciuto, Cancer riaprì gli occhi, barcollando leggermente. Le forze lo abbandonarono per l’enorme sforzo sostenuto, considerando la sua giovane età, e si lasciò cadere a terra, schiantandosi sul terreno sabbioso poco dopo.