CAPITOLO OTTAVO: LA STRAGE NOTTURNA.
Nel frattempo, mentre Gemini fronteggiava le sue paure nei sotterranei della Piramide nera, Shura di Capricorn dormiva sonni agitati nella stanza che Seth aveva riservato loro. Immaginò di ritrovarsi nudo, completamente inerme ed esposto agli assalti nemici, in un letto di sabbia, da cui non riusciva ad uscire, precipitando continuamente al suo interno, come fosse un grande vortice di rena che voleva inghiottirlo e trascinarlo dentro di sé, verso l’abisso. D’un tratto, mentre Shura boccheggiando cercava di risalire la cima del vortice, questo si trasformò nelle immense fauci di un serpente, dalla lingua biforcuta e dai taglienti denti, che lo attendeva sogghignante, per prendere la sua vita.
Si svegliò di scatto, sudando freddo, ansimando nervosamente, solo per scoprire che l’incubo che aveva vissuto era più reale del previsto, essendo il suo corpo, ed il suo letto, completamente circondato da sibilanti serpenti. Squamosi, con le lingue biforcute, i velenosi animali avevano cinto d’assedio il letto del Cavaliere di Capricorn, col chiaro intento di infilare i loro velenosi denti nel corpo semispogliato del ragazzo.
"Maledizione! Avevo ragione dunque! La nostra presenza qua non è affatto gradita!" –Rifletté il Cavaliere, bruciando il proprio cosmo dorato.
Un’abbagliante esplosione di luce annientò i velenosi serpenti, il mobilio e parte delle mura della stanza, lasciando il giovane moretto nudo, in piedi, proprio mentre grida furiose anticipavano l’ingresso di una decina di guerrieri armati. Bastarono due colpi e le pareti della camera crollarono, lasciando entrare un gruppetto di soldati egiziani dalle chiare intenzioni guerresche.
Shura, per quanto in forte inferiorità numerica, non si lasciò abbattere, evocando la dorata Armatura del Capricorno che comparve sopra di lui, scomponendosi immediatamente e aderendo al suo atletico fisico.
"Fatevi sotto, vili canaglie!" –Tuonò il Cavaliere d’Oro, mentre un gruppo di soldati si lanciava contro di lui.
"Uccidetelo!!" –Esclamò una voce maschile, proveniente dal gruppo di guerrieri rimasti all’ingresso della stanza.
Quattro soldati ricoperti da verdastre armature rifinite d’oro, proprio come coloro che avevano invaso il Grande Tempio, si lanciarono su Shura, brandendo le loro spade luminose che scagliarono infuocati fasci energetici contro il Cavaliere di Capricorn, che fu abile ad evitarli, riuscendo a muoversi ad una velocità superiore alla loro. Con un balzo, Shura piombò su uno dei soldati, afferrandolo per il collo con le proprie gambe, prima di sollevarlo da terra e scagliarlo in alto, fino a farlo schiantare a terra, contro un proprio compare.
Subito gli altri due soldati furono su di lui, liberando violenti fasci energetici, che Shura tentò di schivare con rapidi movimenti, per quanto ristretto fosse lo spazio a sua disposizione.
"Non dategli tregua!! Attaccate!!" –Tuonò nuovamente una voce, prima che due nuovi guerrieri gli si lanciassero contro.
Shura non vide neppure il loro assalto, tanto veloce e rapida era stata quell’infingarda mossa, impegnato a difendersi dai fendenti di infuocata energia dei soldati del sole, e fu spinto di lato, fino a sbattere il cranio contro il muro esterno. Fortunatamente la sua testa era riparata dall’elmo d’oro, che si scheggiò semplicemente, impedendo al ragazzo di riportare ferite maggiori, ma la botta fu comunque notevole, al punto da rintronarlo profondamente.
Non riuscì neppure a rimettersi in piedi che fu afferrato con forza per il collo da due robuste ma nodose mani, simili agli artigli di una bestia, e sollevato bruscamente e sbattuto contro il muro. Una volta, due volte, tre volte, fino a far crollare il muro e far precipitare il ragazzo di sotto, lungo la liscia superficie incurvata della piramide nera. E i suoi avversari si lanciarono dietro di lui, determinati ad ucciderlo.
Shura rotolò sulla superficie incurvata della piramide per diversi metri, riuscendo finalmente ad aggrapparsi ad una sporgenza e a frenare la propria rovinosa caduta, mentre un gruppo di guerrieri scattava su di lui.
"Adesso basta!!" –Si disse il Cavaliere d’Oro, balzando in alto, proprio mentre due soldati puntavano su di lui, superandoli e colpendoli alla schiena con un possente calcio, che li fece sbilanciare, facendoli precipitare a terra.
Prima ancora di riprendere fiato, Shura si sentì nuovamente afferrare da possenti artigli, che stringevano con forza il suo collo ferito, scuotendolo come un fantoccio. A fatica, il Cavaliere riuscì a storcere il collo per osservare l’orribile figura animalesca che lo stava tenendo imprigionato in una stretta mortale, la stessa che lo aveva intrappolato pochi minuti prima.
Un corpo mostruoso simile ad una fiera feroce strusciava con violenza contro la sua dorata corazza, tenendo fermo il Cavaliere con le sue braccia, che altro non erano che robuste zampe di animale con affilati artigli assassini; solamente il viso era umano, quello di una donna dagli scuri capelli a caschetto, neri come la notte, come gli occhi che lo fissavano con rabbia. Con un gesto violento la mostruosa figura colpì Shura in pieno viso, graffiando le sue guance e scaraventandolo di sotto, facendolo rotolare fino alla base della Piramide nera, mentre altre grida selvagge si affiancavano a quelle della bestia, sovrapponendosi ad essa, in un continuo latrato infernale.
Malconcio e stordito, Shura si rimise in piedi, accendendo il suo cosmo di dorati bagliori, grazie al quale sgominò una decina di soldati egiziani che gli si erano avventati contro, brandendo le loro infuocate spade. Ma non riuscì ad evitare il nuovo assalto di quelli che, Shura comprese, non erano semplici soldati, ma veri e propri guerrieri dotati di cosmo, proprio come lui. Ma che traeva origine da una fonte diversa, non dalla rassicurante e sempiterna luce stellare.
Con orrore sollevò lo sguardo verso la cima della Piramide, in quella calma notte africana, resa infernale soltanto dalle grida dei guerrieri e dal rumore provocato dagli scontri, sotto una pallida luna, testimone involontaria di quel gioco al massacro. Perché era quello infatti ciò a cui i Guerrieri d’Egitto miravano, e per tanto, su ordine del loro Signore, il Dio Seth, loro comandante e alleato, avevano attaccato insieme, per uccidere subito il Cavaliere di Athena, senza dargli possibilità alcuna di movimento né di difendersi.
"Roaarrr!!"
Un grido furibondo, simile ad un ruggito, accompagnò il balzo della mostruosa figura dall’alto della piramide, che piombò su Shura sbattendolo a terra e montandogli sopra, bloccando i suoi movimenti con le proprie quattro zampe, dure e resistenti. Quasi come fosse un vero leone.
"La… lasciami, canaglia!!" –Si dimenò Shura, cercando di liberarsi dalla presa della bestia, e fu solo allora che il Cavaliere si accorse del suo viso umano, e questo lo fece realizzare.
Con un agile calcio Shura riuscì a liberarsi della sua avversaria, spingendola di lato, facendola rotolare sulla sabbia, mentre egli cercava di rimettersi in piedi. Immediatamente altri due guerrieri furono su di lui e i loro movimenti furono così veloci e drastici da rendere impossibile al ragazzo capire chi fossero i suoi avversari, per quanto, nel turbolento polverone sollevatosi, riuscì a distinguere il fiero sguardo di uno sciacallo ed un viso di lupo. Ma nient’altro vide, dovendo accasciarsi a terra sanguinando dalla bocca, mentre un diretto colpo lo aveva ferito allo stomaco, facendogli sputare sangue.
"Fate divertire anche Sobek!!" –Esclamò un guerriero, sogghignando divertito.
"E sia!!" –Sibilò un altro, ricoperto da una pelliccia grigia.
Senza altro aggiungere, il guerriero egiziano giunse le mani a sé, materializzando una sfera di energia cosmica che iniziò a crescere fino ad inglobare Shura dentro di sé. Travolto, obbligato a roteare convulsamente su se stesso, mentre la sfera cresceva ancora vorticando, fino a creare un violento turbine che sollevò polvere e produsse sfolgoranti scariche di energia, Shura non riuscì a reagire.
"È tutto tuo, Sobek!" –Sibilò il Guerriero, dirigendo con forza il vortice energetico verso il fiume Nilo, distante poche decine di metri.
Dopo aver scaraventato via il Cavaliere d’Oro, i Guerrieri Egizi ritornarono all’ingresso della piramide nera, dove incontrarono il loro Signore: Seth, il Dio del Deserto, della Siccità e del Cattivo Tempo, l’uomo che aveva riunificato nuovamente l’Egitto, scavalcando ed annettendo tutti i precedenti culti sotto un’unica guida: la sua. Il Regno del Sole Nero.
Avvolto nella sua veste verdastra, rifinita di oro, Seth era uscito dalla Piramide Nera, per controllare il lavoro svolto dai suoi uomini. Un ottimo lavoro, si disse, sfregandosi le vecchie e callose mani. Dei due Cavalieri che Athena aveva inviato in avanscoperta uno era perso nelle acque melmose del Nilo, e presto Sobek lo avrebbe ucciso, mentre l’altro giaceva in uno stato di sospensione, simile ad un coma profondo, nelle segrete della Piramide.
"Possente Seth!" –Esclamò una voce di donna, richiamando il Dio alla realtà.
Seth si voltò e riconobbe le sgraziate forme della Guerriera della Sfinge inginocchiarsi di fronte a lui, subito imitata da tutti gli altri guerrieri, ad eccezione di uno, che rimase in piedi, con lo sguardo fieramente diritto verso gli infuocati rossi di Seth, il quale, dopo avergli lanciato una torva occhiata di sfida, non lo considerò troppo, preferendo udire le parole della sua Guerriera.
"Come ci ha ordinato abbiamo massacrato il Cavaliere di Athena, lanciandolo stanco e debilitato nel Nilo!" –Esclamò la guerriera dalle scure vesti simboleggianti una mostruosa fiera.
"Ben fatto, miei fidi! Ben fatto!" –Sogghignò Seth, passando in rassegna l’esercito inginocchiato di fronte a lui. Dieci guerrieri, uno più spietato dell’altro, e due stanche divinità, desiderose di rivalsa e di emergere. Questi erano coloro che avevano aderito tempo addietro al suo piano, quando aveva proposto loro di conquistare il potere a Tebe, per estenderlo poi sull’intero Egitto. Una conquista che, dovette ammettere, lo aveva lasciato poco soddisfatto, avendo incontrato minima resistenza nel suo progetto. Un aiuto segreto aveva infatti ottenuto, permettendogli di superare la sorveglianza di Ra e di usare persino il vecchio Dio rintanato a Karnak per i suoi sporchi piani. Piani che prevedevano la pressoché totale unificazione dell’Egitto sotto un’unica bandiera: l’occhio nero che aveva scelto come emblema. L’occhio, come il simbolo di Ra, la più possente Divinità egizia che da sempre aveva desiderato emulare e superare, ma nero, come il suo animo perverso. Sogghignò, tirando un’occhiata verso la cima della Piramide, soddisfatto della sua creazione, prima di dare un nuovo incarico ai suoi Guerrieri.
"C’è un moribondo nelle segrete! Portatelo via e abbandonatelo sul delta del Nilo!"
"Non possiamo ucciderlo?!" –Domandò il Guerriero dalla pelliccia grigia, colui che non si era inginocchiato a Seth, rimanendo in piedi a fronteggiare il suo sguardo.
"No, Upuaut! Egli vivrà! E sarà proprio lui ad aprirci le strade del Regno di Grecia!" –Sogghignò maleficamente Seth, prima di incamminarsi verso l’interno della Piramide Nera, seguito dai suoi Guerrieri. Un attimo prima di richiudere il grande portone, il Dio si fermò ad ascoltare il vento, e gli parve di udire le grida disperate del Cavaliere di Capricorn impegnato in battaglia contro un agguerrito nemico.
Per quanto Shura si fosse dimenato, non era riuscito infatti a liberarsi dal possente turbine di energia, che lo scaraventò direttamente nel fiume Nilo, in una zona solitaria, proprio all’uscita della città sacra, dove il fiume scendeva, continuando il suo corso verso nord. Il Cavaliere d’Oro, nonostante il peso della sua corazza, che in quel frangente più che un’abile difesa si stava rivelando pericolosa, riuscì a rimanere a galla, nelle fredde acque del fiume Nilo, e si mosse cercando di raggiungere la sponda, con rapide e possenti bracciate, quando improvvisamente fu afferrato per le gambe da qualcosa.
"Ahia!!!" –Gridò Shura, sentendo dolore alle proprie gambe, per quanto protette dall’Armatura d’Oro.
Come se qualcosa mi avesse azzannato! Rifletté il Cavaliere del Capricorno, dimenandosi selvaggiamente per cercare di liberare le proprie gambe, prigioniere di qualcosa che sembrava quasi un’enorme tenaglia. Vi riuscì, agitandosi con forza, prima di realizzare la causa di tale morso. Il fiume era infatti pieno di coccodrilli, grandi, di colore verdastro, ricoperti di resistenti squame, e disposti tutti intorno al Cavaliere, sbattendo con forza le loro potenti code sull’acqua e spalancando le fauci, mostrando l’enorme dentatura che era loro propria.
"Sembra che non sia la mia serata!!" –Commentò Shura, bruciando il proprio cosmo dorato.
Immediatamente l’acqua sembrò allontanarsi da lui, liberando il suo corpo, che si sollevò in aria poco sopra il livello del fiume, mentre con una violenta esplosione sollevò gigantesche onde, travolgendo i coccodrilli intorno a lui. Quindi si trascinò a fatica fino alla sponda del fiume, cercando di uscire da quelle melmose acque, quando nuovamente fu afferrato per le gambe della sua Armatura. Sorpreso, Shura sollevò il braccio destro, caricandolo del suo dorato cosmo, ma prima che riuscisse a muoversi fu travolto dal balzo di una misteriosa figura, che uscì dall’acqua, sbattendo il Cavaliere contro l’argine, e atterrando proprio su di essa, quasi fosse un pavimento su cui camminare.
"Incredibile!" –Esclamò Shura, stupefatto di un simile prodigio. –"Chi sei, tu?" –Chiese, osservando il Guerriero che aveva di fronte.
"È Sobek il mio nome, e sono il Dio Coccodrillo!" –Esclamò questi, avanzando sull’acqua, con sguardo fiero e sogghignate.
Era un uomo molto alto, ma di corporatura non particolarmente robusta considerata la sua altezza, ricoperto di un’Armatura di materiale sconosciuto dal colore verdastro, che somigliava alla pelle squamata di un coccodrillo, il muso del quale era posizionato sul petto, con le grandi fauci spalancate, mentre doppie file di digrignati denti sorridevano sinistramente. Il viso era secco e bianco, reso vivo soltanto dagli occhi, piccoli ma neri, e da lunghi capelli verdastri che scendevano sfilacciati fino alle sue spalle, poco curati e poco attraenti. In testa portava una corona a forma di disco solare, con due corna e numerose piume di falco infilate in essa.
"Sobek?!" –Ripeté il Cavaliere d’Oro, ansimando nervosamente.
"Precisamente! Sebek o Sochet anche mi chiamano, ed in Grecia mi conoscete come Suchos! Sono il Dio del Nilo e delle Inondazioni, Signore delle Sacre Acque di Egitto, e coloro che hai travolto con il tuo assalto erano i miei adorati figli, i miei coccodrilli, bestie sacre di questa terra da te disonorata!"
"Non era mia intenzione disonorare te o la tua terra, Dio del Nilo! Solamente di salvare la mia vita, vigliaccamente attaccata da Guerrieri a me sconosciuti, senza una valida motivazione!" –Precisò Shura, annaspando nella melmosa acqua.
"Pare che Seth sia determinato ad ucciderti, Cavaliere di Capricorn, se ha mobilitato tutto il suo esercito!" –Sghignazzò Sobek, ridendo verso la luna. Quindi fissò nuovamente il suo avversario, immerso nell’acqua sotto di lui, manifestando il suo potere. –"E non sarò io a tirarmi indietro!" –Aggiunse, sogghignando.
Immediatamente le scure acque del Nilo aumentarono la propria densità, trasformandosi in una verdastra massa di melma che immobilizzò Shura, per quanto il Cavaliere cercasse di dimenarsi e di liberarsi, riuscendo a lasciare fuori soltanto il braccio destro.
"Fetide melme del possente Nilo, fate vostro l’uomo che ha osato assalire i coccodrilli vostri figli!" –Sentenziò Sobek, aumentando il proprio potere cosmico.
La verde massa di poltiglia crebbe ancora, ricoprendo il petto e le spalliere dell’Armatura di Capricorn, mentre il Cavaliere d’Oro muoveva convulsamente il braccio, cercando di fermare la disgustosa avanzata.
"Ah ah ah!! Misera fine per un Cavaliere d’Oro!!" –Sogghignò Sobek, illudendosi di una facile vittoria.
Ma l’esplosione repentina del cosmo di Shura lo costrinse a ricredersi, e a fare qualche passo indietro, sempre sulla superficie dell’acqua, per osservare il ragazzo liberarsi dall’aggrovigliata massa, grazie al dorato cosmo di cui era padrone.
"Maledetto!!" –Strinse i pugni Sobek, irato dal fallimento della sua tecnica.
"A me attaccare, adesso!!" –Esclamò Shura, sollevando il braccio destro verso l’alto e caricandolo del suo cosmo dorato. –"Lama dorata!" –Urlò, liberando un violento fendente di energia che distrusse la melma residua, saettando verso Sobek.
Per evitarlo, il Dio delle inondazioni si spostò di lato, ma dovette riconoscere la velocità e la potenza di quel colpo, quasi pari alla velocità della luce. Risultato che anch’egli poteva tranquillamente raggiungere ma lo stupiva che un ragazzino, per quanto Cavaliere d’Oro, potesse già esserne padrone. Se questi sono i poteri di un Cavaliere di Athena, Seth dovrà faticare non poco per conquistare Atene! Rifletté.
"Lama dorata!!" –Rinnovò l’assalto Shura, ma anche quella volta Sobek riuscì ad evitarlo, spostandosi lateralmente ed evocando poi il suo maggior potere, quello sul Nilo.
Le acque del fiume si scossero nuovamente, mentre immense onde di acqua salivano verso il cielo, percorse dal verdastro cosmo del Dio Coccodrillo, in piedi, di fronte a Shura, sulla superficie del fiume. Prima che il ragazzo potesse muoversi, fu spinto verso l’alto con immensa forza da una colonna d’acqua, venendo in seguito travolto da una gigantesca onda. Quindi nuovamente Shura fu sbalzato in alto da una nuova colonna, prima di essere travolto da sempre più violente onde di acquatica energia.
"Ah ah ah!! Bel gioco, non credi, Cavaliere?" –Domandò ironicamente Sobek, cui quello spettacolo accendeva violenti passionali sfoghi di soddisfazione.
Adorava combattere, soprattutto contro guerrieri più deboli, sui quali poteva riportare le migliori vittorie facendo sfogo dei suoi molteplici poteri, alcuni dei quali in verità non molto risolutivi, ma disorientanti, soprattutto su un avversario, com’era Shura in quel momento, già ferito e stordito.
Se non faccio qualcosa morirò affogato! Rifletté Shura, sballottato continuamente dalle furibonde acque del Nilo. Bruciò il suo cosmo, cercando di resistere, di vincere le possenti correnti del sacro fiume, fermando i propri movimenti ed aprendo le braccia lateralmente.
"Uh?!" –Si chiese Sobek, osservando la scena di fronte a sé.
Shura aveva fermato le gigantesche onde d’acqua proprio mentre stavano per schiantarsi su di lui, una da destra e una da sinistra, e le stava tenendo ferme, impedendo loro di travolgerlo, con i palmi delle proprie mani ricoperti del suo dorato cosmo.
"Non è possibile!! Come puoi fermare le mie acque!? Le divine acque del Nilo!!" –Esclamò strabiliato Sobek.
"Non l’acqua fermo, Dio del Nilo, ma gli atomi che la compongono!" –Mormorò Shura, ad occhi socchiusi, per meglio concentrare il proprio cosmo. –"Come ogni Cavaliere, riesco ad agire sulla struttura molecolare delle tue acque, fermando il loro movimento!"
"Incredibile!" –Sgranò gli occhi Sobek, prima che una rabbia devastante lo pervadesse, adirato che qualcuno avesse sventato una sua tecnica, pur basilare che fosse.
"E adesso… ri... prenditele!!" –Gridò Shura, con notevole sforzo, spingendo violentemente le braccia di lato e poi avanti, dirigendo le gigantesche onde di acquatica energia contro lo stesso Sobek, che venne travolto e trascinato sott’acqua, mentre anche lo stesso Shura veniva trascinato via dalla turbinosa corrente.
Per un po’, il Cavaliere di Athena sballottò nelle agitate acque del Nilo, mentre una numerosa mandria di coccodrilli si avventò su di lui, attaccandolo sia sott’acqua che non appena usciva fuori per respirare. Indebolito dal breve scontro con Sobek, e dai colpi ricevuti in precedenza dagli sconosciuti guerrieri, Shura ridusse al massimo l’uso del proprio cosmo, colpendo i coccodrilli con pugni e violenti calci, inducendoli ad allontanarsi da lui. Sospirò, quasi rilassato, vedendo le bestie allontanarsi guaendo sul Nilo, mentre egli veniva spinto via, verso Nord, dalla corrente.
Ma la sua rilassatezza si tramutò nuovamente in terrore, quando un’immensa ombra oscurò la luna, una gigantesca onda di energia acquatica, che scese su di lui alla velocità della luce, inghiottendolo nella sua tetra morsa. Quando le acque si calmarono ed il Nilo poté ritrovare la sua antica tranquillità niente rimase immerso nel sacro fiume. Shura di Capricorn era scomparso, ed i coccodrilli parvero sogghignare soddisfatti per la vittoria del loro Signore.