CAPITOLO VENTINOVESIMO. L’INFUOCATO SCONTRO.
Tra le nebbie del monte Othris, nella Tessaglia Meridionale, dove Ioria e Castalia si erano recati alla ricerca di Shaka di Virgo, aveva sede il Tempio dell’Apocalisse, terrificante Santuario in cui Ares, nei tempi antichi, era solito radunare i suoi berseker, prima di scatenare la loro furia sanguinaria e distruttrice in giro per il Mediterraneo. Là, su un’isola circondata da un mare di lava, i due Cavalieri avevano trovato Virgo, crocifisso ad una croce di legno, con quattro pugnali piantati nelle mani e nei piedi. Seminudo, proprio come il Cristo. Ma mentre Ioria si era lanciato verso di lui, per liberarlo, l’incandescente cosmo di Ares aveva fatto la sua comparsa, completamente rivestito della sua Veste Divina, e armato di lancia e di spada, con un ghigno soddisfatto che non faceva presagire niente di buono.
"A… Ares!!!" –Mormorò Ioria, rimettendosi in piedi. E per un momento un brivido sembrò invadere il corpo del Cavaliere del Leone, scuotendolo da testa a piedi. Ma Ioria seppe resistere alla paura che l’imperiosa figura del Dio della Guerra sapeva infondere soltanto con lo sguardo, e strinse i pugni, accendendo il proprio cosmo dorato.
"Siete infine arrivati, Cavalieri di Atena!" –Esclamò il Dio, la cui voce, maschile e profonda, era gravida di odio e di risentimento.
"Ci aspettavi?" –Domandò Castalia, con rinnovata baldanza.
"È naturale!" –Sogghignò Ares. –"Non avrete creduto di essere arrivati fin qua grazie ai vostri poteri?! Siete qui perché io ve l’ho concesso!"
"Maledetto, che cos’hai fatto a Shaka?! Liberalo!" –Esclamò Ioria, rabbioso.
"Oh, il Cavaliere di Virgo?!" –Ironizzò Ares. –"Una degna fine non trovate? Immolato sull’altare della Guerra! Proprio come il Cristo duemila anni fa!!!"
"Bastardooo!" –Urlò Ioria, incapace di trattenersi ancora. Concentrò il cosmo sul pugno destro e scattò avanti, liberando una devastante sfera di energia cosmica. Ares sogghignò, prima di aprire il polso della mano sinistra, su cui la sfera si infranse poco dopo, e fermarla. –"Uh?!" –Mormorò Ioria, stupefatto, mentre la sfera incandescente veniva rispedita indietro, travolgendo il suo creatore.
"Ioria!" –Urlò Castalia, osservando il ragazzo venire scaraventato indietro.
"Non temere, donna! Lo raggiungerai presto!" –Commentò Ares, stringendo la sua Lancia Divina.
Per nulla intimorita e preoccupata per l’amico, Castalia scattò avanti, lanciando la Cometa Pungente. Ma Ares neppure se ne curò, limitandosi a scagliare un raggio energetico dalla lancia, con il quale trafisse in pieno Castalia, obbligandola ad accasciarsi di fronte a lui. Quindi il Dio della Guerra sollevò l’arma, pronto per sfondarle il cranio, ma non ci riuscì per il tempestivo intervento di Ioria, che scattò da lontano, lanciando violenti fasci di luce, che Ares parò con la lancia.
"Miserabili e patetici!" –Commentò Ares, con disprezzo. –"Vi ucciderò in pochi istanti!"
"Taci, carogna!!!" –Urlò Ioria, scattando avanti, con il pugno carico di energia. Ma Ares lo anticipò ancora, penetrando la sfera lucente con la propria lancia, e facendola esplodere davanti agli occhi attoniti del Cavaliere d’Oro.
"Muori!!!" –Tuonò Ares, mentre l’acuminata lancia sfondava il pettorale dell’Armatura del Leone.
"Ioriaaa!" –Urlò Castalia, in preda allo sgomento, osservando il sangue del ragazzo uscire fuori dal petto, macchiando la dorata corazza. –"Nooo!!!" –E si lanciò nuovamente su Ares, brandendo l’argentea lama che aveva con sé.
Ares la afferrò per il collo, mentre la ragazza era ancora in volo, e la sbatté con forza contro una parete del tempo, frantumando il collare della sua armatura, mentre lanciava Ioria lontano, con l’asta piantata dentro al petto. Castalia tentò di liberarsi dalla presa del violento Dio, sollevando la sua arma e cercando di piantarla nel suo braccio. Senza riuscire neppure a scheggiare la sua Veste.
"Smettila, stupida! Non vedi che non ottieni alcun risultato! Come può una lama d’argento distruggere una Veste Divina?!" –Tuonò Ares, stringendo ancora di più.
Il collare dell’Armatura dell’Aquila andò in frantumi, mentre vampate di fuoco circondarono il corpo della Sacerdotessa, stritolandola con forza. Ares, divertito, le afferrò le gambe con un braccio, tirandola con vigore, come fosse un burattino, prima di gettarla via, avvolta tra le sue fiamme mortali. La ragazza sbatté con forza sul terreno, mentre tutto il suo corpo era in preda ad un delirio universale, raggiunto e trapassato dall’infuocato e maledetto cosmo di Ares. Castalia tentò di rimettersi in piedi, si strascicò per qualche metro, ma poi ricadde a terra, con la faccia sul pavimento, incapace di aiutare Ioria in combattimento.
Il Cavaliere del Leone si era infatti rialzato, togliendosi la lancia infuocata dal petto e spezzandola, sbattendola con forza sulla gamba destra. Quindi aveva fermato la fuoriuscita del sangue, usando i poteri curativi del suo cosmo, ringraziando Mur per aver riparato così bene la sua armatura, impedendo alla lancia di scendere troppo in profondità.
"Bene, Cavaliere! Sei pronto per raggiungere il tuo amico nella desolazione di Ade? Ormai dovreste essere di casa in quei luoghi!" –Ironizzò Ares, con un ghigno di perfidia sul volto.
"Che tu sia maledetto, Ares! Tu e i tuoi discepoli!"
"Maledetto?! Oh, lo sono già da un pezzo… ah ah ah!" –Rise Ares di gusto, mentre Ioria espandeva il proprio cosmo di fronte a lui.
"Lightning Plasma!" –Urlò Ioria, creando il suo potente reticolato di luce, che diresse contro il Dio della Guerra. Ma questi, con un rapido movimento della sua mano, riuscì ad annullare il colpo del Cavaliere. –"Che cosa?! Ma non è possibile?! Ha fermato il mio colpo sacro!" –Esclamò Ioria, stupefatto. –"I raggi di luce del Sacro Leo sfrecciano in mille direzioni diverse, come può averlo annullato con la sola forza di una mano?"
"Umpf… sembri un bambino che non ha mai visto il mare!" –Lo derise Ares, prima di stringere tutto il potere del Lightning Plasma nel suo palmo sinistro, e rinviarlo indietro.
Rapidi e guizzanti fasci di luce si diressero verso Ioria, ma quella volta il ragazzo non si fece prendere alla sprovvista, muovendosi velocemente per evitarli tutti. Non si avvide però di un rapido gesto di Ares, con il quale il Dio si portò di fronte a lui, ponendogli una mano sul petto. Un immenso e devastante potere, infuocato come l’Inferno, sprigionò dal palmo di Ares, avvolgendo Ioria al suo interno. Il ragazzo, incapace di muoversi, restò come sospeso in aria, mentre la violenta esplosione infuocata lo schiacciava, lo stritolava, lo faceva urlare dalla disperazione.
"Nooo!!!" –Urlò Castalia, ancora a terra, incapace di rialzarsi.
"Ah ah ah!" –Sogghignò Ares, prima di spingere con forza e scaraventare il ragazzo avanti a sé, fino a farlo sbattere contro una parete laterale, che crollò su di lui.
Lo scossone fece crollare una parte del Tempio dell’Apocalisse, mentre mucchi di terra e di pietre caddero nella sala sotterranea, senza preoccupare minimamente Ares, il quale si limitò a ritornare all’altare, di fronte al Cavaliere d’Oro crocifisso.
A fatica, Ioria si liberò del terreno e delle pietre crollate su di lui, ansimando per la mancanza di fiato, e per il dolore. L’Armatura del Leone, che Mur aveva riparato poche ore prima, era già in frantumi, distrutta in più punti dallo strapotere del Dio della Guerra. Neppure l’abile maestria di Muspellheimr, combinata con le ancestrali tecniche del discendente del popolo di Mu, avevano saputo proteggere Ioria dalla furia demoniaca di Ares. Il ragazzo barcollò fino al centro del salone, ansando per lo sforzo, mentre sangue sgorgava copioso dalle sue ferite. Anche la sua vista parve appannarsi, e per un momento fu tentato di lasciarsi cadere al suolo. Ma aveva un amico da salvare. E non se ne sarebbe andato, neppure a costo di morire.
"Ancora ti rialzi, Cavaliere di Leo?! La fama che ti accompagna è dunque degna di verità!" –Esclamò Ares, mentre il suo incandescente cosmo invadeva l’intera stanza.
"La fama?!" –Balbettò Ioria, non comprendendo a cosa si riferisse.
"Non fosti tu il prescelto, l’uomo del malaugurio, che infranse i Divini Sigilli liberando il cosmo di Crono, molti anni fa?" –Ridacchiò Ares.
"È storia di molto tempo fa…" –Commentò Ioria, non prestando troppo ascolto alle provocazioni del Dio della Guerra. –"È ormai leggenda…"
"Per questo mi piaci, Cavaliere di Leo! Ed è per questo che ho scelto di confrontarmi con te, per essere il divino carnefice che porrà fine alla tua martoriata esistenza!" –E in quel momento enormi lingue di fuoco avvamparono nell’intero spazio, travolgendo sia Ioria che Castalia, ancora distesa a terra, e stringendoli in una mortale presa.
"Che cosa?! Volevi combattere con me?"
"Non sottovalutare l’astuzia del tuo avversario, Cavaliere di Leo! Il Dio della Guerra Violenta non è soltanto un rozzo guerriero, ma anche un abile stratega che sa pianificare la propria guerra! E in questa guerra, l’ultima che combatterai, ho saputo giocare bene le mie carte, tenendo fede al motto Dividi e Impera!"
"Dividi e Impera?!" –Mormorò Ioria, tentando di liberarsi dalla morsa di vampe infuocate.
"Proprio così! Uniti sareste stati un muro troppo resistente da abbattere, per questo ho scelto di separarvi, e di attaccarvi singolarmente, in modo da indebolirvi!" –Esclamò Ares, espandendo il proprio cosmo infuocato.
"Tu sia maledetto!" –Mormorò Ioria, ma la sua voce fu sovrastata dal fragore del cosmo del Dio.
"Ma ora basta parlare! Io odio parlare!" –Tuonò Ares, sollevando il braccio destro avanti a sé, e muovendo le dita della propria mano, quasi a stringersi intorno a un immateriale collo.
Ioria fu immediatamente sollevato da terra, stritolato dalle lingue di fuoco di Ares, caricate del cosmo del Dio, intriso di odio e violenza, di paura e terrore.
"Aaargh!" –Gridò, mentre tutti i muscoli del suo corpo erano paralizzati, percorsi da tremende vibrazioni che lo scuotevano fino nelle interiora.
"Muori!" –Urlò Ares, stringendo ancora la presa.
Raccogliendo tutta la forza che aveva in corpo, Castalia si rialzò improvvisamente con un balzo, afferrando l’argentea lama, e lanciandosi contro Ares. Al Dio bastò un solo sguardo per travolgerla con il cosmo, in modo da fermare i suoi movimenti a mezz’aria, proprio come Ioria, prima di spazzarla via, distruggendo gran parte della sua corazza e facendola schiantare contro una parete.
"Castaliaa…" –Mormorò Ioria, bruciando il proprio cosmo dorato.
"Ioria…" –Balbettò la donna, parlando al cuore dell’amico. –"Non arrenderti! Non farlo mai! Per Atena, per Pegasus e i Cavalieri, per la giustizia sulla Terra, per tuo fratello Micene… e per il sogno che per molte persone rappresenti! Forse non sarò io la donna che arriverà al tuo cuore, ma sono certa che ci sarà, presto… e tu dovrai vivere anche per lei! Per donarle l’ardente amore del tuo cosmo! Devi… vivere… anche per me!" –E più Castalia non parlò, distesa a terra, tra detriti di roccia franati su di lei e frammenti della sua corazza insanguinata.
Castalia ha ragione! Mormorò Ioria, stringendo i denti, mentre la luminosa aura del suo cosmo cresceva intorno a lui. Non mi sono mai arreso, di fronte ai nemici più temibili, agli avversari più pericolosi e potenti! E non lo farò adesso, qua, ad un passo dal salvare un amico! Nooo! Brucia cosmo di Leo! Un’immensa luce dorata circondò Ioria, espandendosi a dismisura, travolgendo le infuocate vampe del Dio della Guerra, che osservò la scena attonito ma interessato.
"Aaaah!!!" –Urlò, distruggendo il malvagio potere che lo aveva bloccato, e ricadendo a terra.
Ioria non ebbe neppure il tempo per prendere fiato che Ares fu su di lui, brandendo la sua infuocata spada, sottile e leggera, ma altamente affilata e assetata di sangue, come quella di Flegias.
"Spegniti, maledetto!" –Ghignò il Dio, calando la lama su Ioria, che fu svelto a rotolare sul terreno, evitando l’affondo.
"Lightning Plasma! Per il Sacro Leo!" –Ritentò l’attacco Ioria, scattando avanti. Ma ancora una volta il reticolato di luce si dimostrò inefficace, riuscendo Ares a parare ogni fascio luminoso con la sua spada infuocata, muovendola a velocità elevatissima. In quella però Ioria riuscì a portarsi fino di fronte al Dio, torreggiante sopra di lui, con i pugni carichi di energia cosmica. Ares abbassò nuovamente l’infuocata lama, ma Ioria la bloccò, afferrandola con entrambe le mani, prima di liberare un urlo di dolore.
"Non resisterai a lungo, Cavaliere di Atena! Soffrirai, com’è giusto che sia, di una morte atroce e sanguinaria, resa ancora più lenta dalla tua resistenza all’inevitabilità del tuo destino!" –Ghignò Ares. –"E il tuo martirio è per me fonte di godimento, di un’estasi irrefrenabile!"
Ioria non rispose, stringendo i denti per il dolore, mentre l’infuocata spada di Ares stava distruggendo i guanti protettivi della corazza del Leone, raggiungendo le carni al di sotto di essi, ed il violento cosmo di Ares spingeva sul corpo del ragazzo.
"Miceneee!!!" –Urlò Ioria, concentrando sulle mani tutta la sua forza, e iniziando a spingere, smuovendo la possente massa di Ares.
"Maledetto, resisti a me?!" –Tuonò il Dio, incrementando le vampe del suo cosmo. Ma Ioria, per quanto la sua armatura si stesse distruggendo in più punti, e fiotti di sangue uscissero dalle numerose ferite sul suo corpo, non cedette di un passo, continuando a contrastare lo strapotere del Dio della Guerra. Questi, infine, stanco di giocare, mosse la spada in orizzontale, con un colpo brusco col quale ferì le mani di Ioria, prima di tagliare il ragazzo all’altezza dell’addome.
"Aaah!" –Urlò Ioria, accasciandosi a terra, mentre l’indemoniato cosmo di Ares penetrava dentro di lui, avvelenando i suoi sensi ed il suo spirito.
"Piegati a me!!!" –Tuonò Ares, tentando di distruggere l’anima del Cavaliere di Atena.
"Ma… maiii…" –Rispose Ioria, delirante.
"Se non avrò il tuo spirito, allora te lo spezzerò!" –Urlò rabbioso il figlio di Zeus, scaraventando Ioria lontano, fino a farlo schiantare contro la parete frontale, che crollò su di lui, innescando una serie di cedimenti a catena, che riempirono l’intera sala di rocce e di terra, rendendo minima la visibilità e la possibilità di movimento.
Castalia! Mormorò il ragazzo, sommerso da tonnellate di pietra e di terriccio. Devo trovarla, o sarà sepolta viva! Si disse, cercando di farsi spazio. Bruciò il proprio cosmo, liberando una vasta area intorno a lui, sufficiente per muoversi e guardarsi intorno. Percepì il cosmo di Castalia, non lontano ma nascosto dalla tenebra che tutto aveva invaso. Per un momento gli sembrò di non sentire più neppure il cosmo di Ares, come se il Dio se ne fosse andato, abbandonandoli ad una morte naturale.
Ma non appena si mosse, per cercare la Sacerdotessa, fu afferrato per il collo da possenti braccia, e scaraventato in alto, sbucando proprio all’interno dell’antico Tempio dell’Apocalisse. O di quello che ne restava. La possente figura di Ares apparve di fronte a lui, brandendo l’infuocata spada desiderosa di immergersi nel suo corpo, e Ioria capì che non aveva più alcuna possibile via di uscita. Disteso a terra, tentò di rimettersi in piedi, mentre Ares si avvicinava a lui. Rapidamente, liberò il proprio cosmo, scaricandolo nel terreno intorno a loro, sotto forma di guizzanti scariche energetiche che avvolsero Ares, provenendo proprio dai suoi piedi.
"Lightning Fang!" –Mormorò Ioria, osservando le iridescenti zanne del Leone circoscrivere la figura del Dio della Guerra, senza produrre risultato alcuno. Facendo esplodere il suo infuocato cosmo, Ares si liberò dei fulmini di Ioria, proprio mentre il ragazzo si rimetteva finalmente in piedi.
"Non avrai creduto di immobilizzarmi con così poco?" –Ironizzò il Dio, mentre il suo vasto cosmo si espandeva nell’aere intorno a loro.
"Quanto basta…" –Commentò Ioria, socchiudendo gli occhi.
"Uh?" –Si chiese Ares, osservando la straordinaria calma che il ragazzo aveva improvvisamente ritrovato. –"Quanto basta per cosa?!"
"Quanto basta per ucciderti! Photon Invoke!" –Urlò Ioria infine, mentre il dorato cosmo del Leone esplodeva intorno a lui. –"Cosmos Open!"
La devastante energia prodotta da Ioria sorprese perfino Ares, che fu obbligato a fare un passo indietro, mentre tutto attorno comparivano stelle e astri lucenti.
"Cosa diavolo è? L’universo?" –Si chiese il Dio della Guerra, mentre le stelle da Ioria create squarciavano il demoniaco cosmo di Ares, trafiggendolo con potenti raggi di luce.
"Astri da me generati, travolgete il malvagio tiranno, esplodendo in tutto il vostro scintillante fulgore!!!" –Gridò Ioria, mentre con il braccio sinistro sosteneva il destro, teso avanti a sé. –"Photon Drive!!!" –L’universo creato da Ioria scatenò tutto il suo potere su Ares, incredulo che il ragazzo potesse disporre di una simile forza, tale persino da ferire un Dio.
"Non ci credo!" –Urlò Ares, creando la sua formidabile difesa. –"Scudo di Ares!!! Proteggimi!" –E improvvisamente una barriera di energia scura comparve di fronte al Dio, un’immateriale protezione capace di difendere Ares dall’assalto del Leone Dorato. La stessa tecnica che Flegias usava in combattimento.
"Non basterà! Photon Burst!!!" –Gridò Ioria, liberando tutta la sua energia cosmica in quell’immenso scintillio di stelle, che si abbatterono su Ares, trafiggendo il suo cosmo e parte della sua corazza, al punto da obbligarlo ad estendere il proprio scudo su tutti e quattro i lati, fino a creare un’impenetrabile fortezza dove i lucenti astri di Ioria non potevano giungere.
Micene! Mormorò Ioria, ricordando la tecnica che aveva ideato per proteggerlo, per quanto, purtroppo, non ebbe mai l’occasione per usarla in tal senso. Tu mi insegnasti a combattere per i miei ideali, e per difendere le persone a me care! Atena prima tra tutte, ma anche i miei amici e i miei compagni! Ed io ti promisi che avrei usato il Photon Burst solo in quel caso, in quel massimo caso in cui le mie forze non sarebbero bastate per difendere vite in procinto di venir meno! Per uno strano destino fu proprio per salvare Virgo, da Ceo del Lampo Nero, uno dei Dodici Titani, che lo usai la prima volta! Ed anche questa, che si prospetta l’ultima, è per difendere lui, e Castalia, in onore all’immenso amore fraterno che provo per lei!
"Brucia mio cosmo, brucia mia vita, e riversa nella sfavillante esplosione stellare tutto il mio io, tutta la mia forza!" –Urlò Ioria, portando al livello massimo il suo micidiale attacco.
Lo Scudo di Ares, difesa suprema del Dio della Guerra, fu assalito dalla pioggia di stelle, trafitto e distrutto, davanti agli occhi attoniti e stupefatti dello stesso Dio, venendo annientato poco dopo, su tutti e quattro i lati, lasciando Ares senza difesa alcuna. Ma lo sforzo per una simile titanica impresa fu troppo anche per Ioria, che si accasciò a terra, carente di forze e quasi privo di sensi, mentre il sangue sprizzava fuori dalle sue ferite.
"Ebbene, lo ammetto! Hai vinto una battaglia, Cavaliere di Atena!" –Esclamò Ares, incamminandosi verso il corpo esanime di Ioria. –"Hai distrutto il mio scudo con il tuo cosmo, lasciandomi senza difese! Ma per farlo hai usato tutta la forza che avevi nel corpo e nell’anima, riducendoti ad un vegetale, privo di sensi e di qualsiasi vigore! E adesso morirai! Ma sentiti onorato di cadere per mano mia! Chi è ucciso da Ares gli Dei lo onorano e pure i mortali!"
Il nume sollevò l’infuocata spada, pronto per abbeverarla col sangue dorato del ragazzo, impossibilitato ad un qualsiasi movimento. Prima che la lama però gli sfondasse il cranio, fu fermata da una sottile barriera di energia dorata, che circondò il corpo moribondo di Ioria, impedendo a Ares di ucciderlo.
"Uh?! Cosa succede?" –Si chiese il Dio della Guerra, sollevando la spada. Si voltò di scatto e vide, in piedi dietro di sé, due figure deboli e ferite appoggiarsi l’una all’altra. Shaka di Virgo e Castalia dell’Aquila. –"Custode della porta di Ade! Ancora vivo?" –Esclamò, sinceramente sorpreso.
Virgo non rispose, preferendo risparmiare persino il fiato da tanto che era debole, limitandosi a concentrare una sfera di energia cosmica tra le sue mani e a scagliarla contro Ares, il quale però non ebbe problema alcuno a respingerla, con un colpo secco della sua spada infuocata.
Ioria! Mormorò Virgo, con le lacrime agli occhi. Ancora una volta sei giunto in mio soccorso, come facesti quel giorno a Kasia Kusinagara, rischiando la vita per proteggermi, per proteggere un uomo che, in passato, non è stato degno della tua fiducia. Un uomo che non aveva mai creduto in te, né in tuo fratello Micene, e che hai saputo convertire, aprendo i suoi occhi e mostrandogli l’infinito scintillio del tuo cosmo! Cercherò adesso di renderti il favore! Virgo si mise a sedere, in posizione meditativa, radunando tutte le forze che aveva in corpo, ma Ares, ben conoscendo il suo potere, non perse tempo, piombando su di lui con l’infuocata spada carica di energia cosmica.
"Kaan!" –Urlò Virgo, creando la sua barriera energetica difensiva, su cui la lama incandescente si schiantò, impegnando notevolmente il Cavaliere d’Oro.
"Sai bene che non basterà per fermare la mia furia!" –Tuonò Ares, che già aveva sconfitto Virgo, due giorni prima, grazie all’aiuto dei suoi tre figli.
Il Dio della Guerra appoggiò la mano sinistra sulla barriera, scaricandovi tutto il suo demoniaco cosmo. Il Kaan resistette per una manciata di secondi, prima di schiantarsi e scaraventare Virgo, e Castalia che era al suo fianco, in alto, travolti dall’esplosione del cosmo di Ares, che dilaniò le loro carni, penetrando dentro di loro, e facendoli ricadere a terra, agonizzanti.
"Ah ah ah!" –Esclamò Ares, tronfio di gloria e di sangue. Concentrò il cosmo sul palmo sinistro, preparandosi per terminare il lavoro, ma fu distratto da un rumore provenente da dietro di sé.
Ioria, in stato di semi-incoscienza, si era rimesso in piedi e aveva scagliato il suo colpo sacro contro Ares, che dovette muovere la spada a gran velocità per fronteggiare i lucenti raggi energetici del Leone. Ci riuscì, e poi contrattaccò, scaricando l’energia che aveva accumulato sul palmo sinistro, travolgendo Ioria, e paralizzandolo a mezz’aria, mentre l’Armatura di Leo si schiantava sempre più.
Ioria! Mormorarono Virgo e Castalia, preoccupati per l’amico, ma incapaci di una qualsiasi mossa, non avendo più forza alcuna.
"Addio, Cavaliere di Leo!" –Esclamò Ares, osservando con orgoglio e soddisfazione il suo nemico in balia del suo violento e sanguinario potere. Ma in quel momento una voce parlò al suo cosmo. Erano i suoi due figli, Phobos e Deimos, rientrati da poco al Grande Tempio.
"Padre!" –Esclamò Deimos, mettendosi in collegamento con Ares tramite il cosmo. –"I Cavalieri di Atena hanno superato la Nona Fatica! E combattono contro il Gigante Gerione!"
"Uhm…" –Mormorò il nume, quasi incredulo che quei cinque ragazzini avessero potuto tanto. Con rabbia trafisse il martoriato corpo di Ioria con la sua spada infuocata, prima di scaraventarlo via, facendolo schiantare contro una colonna dell’antico tempio.
"Addio Cavalieri d’Oro! Avrei voluto uccidervi con le mie stesse mani, ma impegni inderogabili richiedono la mia presenza altrove!" –Ironizzò, concentrando tutto il suo spaventoso cosmo in un’incandescente sfera di energia, che strinse tra le sue mani prima di liberarla. –"Vi direi arrivederci, ma sarebbe una bugia! Ah ah ah!"
Un attimo dopo le porte dello spaziotempo vibrarono e Ares scomparve dall’isola, mentre l’infuocata palla di energia lo seguì per poche centinaia di metri, prima di dirigersi nel lago di lava, raggiungendo le sue profondità ed esplodendo poco dopo, provocando un terremoto che scosse l’intera isoletta, creando enormi crepe e faglie su tutto il territorio, mentre mostruose onde di lava si agitavano tutto intorno, divorando la terra stessa.
"Mo… moriremo qua…" –Commentò Castalia, boccheggiando sul terreno traballante.
Un’immensa faglia si aprì proprio poco distante da loro, inclinando la superficie del terreno, mentre terriccio, pietre, resti di colonne iniziarono a rotolare verso la fenditura, da cui emergevano infuocati lapilli di lava.
Ioria, Virgo e Castalia trovarono la forza per rimettersi in piedi, e aggrapparsi a degli alberi oscillanti, come naufraghi su una nave destinata ad inabissarsi. Castalia sorreggeva Ioria, tremendamente debole e stordito, mentre Virgo, con le lacrime agli occhi, non trovò altro da fare che ritrovare la sua posa meditativa, davanti allo sguardo straniato della Sacerdotessa dell’Aquila.
"Ioria!" –Parlò infine Virgo, usando solo il cosmo, che stava tentando di radunare con uno sforzo estremo. –"Le parole non bastano per esprimerti la mia riconoscenza, la mia gratitudine, non soltanto per avermi liberato dalla malvagia prigionia di Ares, ma per il fatto stesso di aver rischiato la vita, ancora una volta, per me! Per venire alla mia ricerca, e combattere per liberarmi! Le parole non bastano, purtroppo no… e ti ringrazierò con un gesto… con l’ultimo che mi è dato compiere!"
"Vi…" –Mormorò Ioria, tentando di riaprire gli occhi. –"Virgo…"
"Addio amico!" –Pianse il Custode della Porta eterna, mentre Ioria e Castalia venivano imprigionati in una dorata sfera di energia. –"Abbiamo passato la vita ad aiutarci a vicenda, senza esserci mai conosciuti fino in fondo! Possa tu vivere questa degna e meravigliosa vita anche per me!"
In un attimo tutto accadde, più veloce della luce.
Virgo sorrise, mentre una lenta fila di lacrime gli rigò il volto, bagnandolo per l’ultima volta; Ioria aprì gli occhi, sorretto da Castalia, urlando a squarciagola il nome dell’amico, avendo compreso le sue intenzioni. L’isola esplose, travolta dall’infernale potere di Ares, inabissandosi poco dopo all’interno dell’oceano di lava infuocata.
"Virgooo!!!" –Urlò Ioria, mentre le porte dello spaziotempo vibravano intorno a lui. Vide forme strane passargli davanti, mentre sentiva che i sensi lo abbandonavano a poco a poco, e quando riuscì a focalizzare nuovamente, realizzò di trovarsi sulla riva del lago di lava, nel momento stesso in cui l’isola dell’Apocalisse esplodeva davanti ai suoi occhi.