CAPITOLO OTTAVO. DISTRUZIONE IN SIBERIA.
Il villaggio nel quale Cristal aveva trascorso sei anni della propria esistenza, quando si allenava sotto gli attenti e partecipi occhi del Maestro dei Ghiacci, era stato attaccato, barbaramente messo a ferro e fuoco da un gruppo di guerrieri dalle vestigia scarlatte: i berseker di Ares, incaricati dal Dio della Guerra di raggiungere il confine estremo della Siberia per recuperare un ragazzo, Jacob, un caro amico di Cristal, e condurlo in Grecia, per usarlo come arma contro il Cavaliere del Cigno.
"L’arma più efficace sarebbe un’altra, in realtà…" –Aveva commentato Flegias, quando aveva esposto il proprio piano al padre. –"Ma non è, al momento, nelle nostre forze attaccare Asgard!"
"Capisco ciò che vuoi dire, Flagello degli Uomini!" –Aveva risposto Ares. –"Per quanto la deliziosa Principessa di Polaris sia un delizioso bocconcino che potrebbe allietare quest’oscura sala, attaccare Odino ed Asgard sarebbe troppo dispendioso… e perché il piano riesca non dobbiamo compiere neppure un passo falso, non dobbiamo rischiare neanche uno dei nostri uomini, concentrandosi solo sull’obiettivo finale!"
E così Flegias aveva ordinato a Daga e ai suoi scagnozzi di recarsi in Siberia, dove avevano radunato una decina di bambini, ma prima che riuscissero a scoprire quale fosse Jacob, un Cavaliere dalle Divine Vestigia del Cigno era intervenuto, travolgendoli con il suo potere congelante.
"Come osate?" –Tuonò Cristal, apparendo in mezzo alla tormenta, che sembrava scivolare sulla superficie della sua corazza, quasi da lui ammaestrata. –"Come osate attaccare le libere genti del mio Paese, per portare distruzione su queste immacolate terre?"
"Un Cavaliere di Atena?!" –Rifletté Kriss. –"E cosa ci fa qua? Non erano tutti sull’Olimpo?"
"Poche storie!" –Lo zittì un altro. –"Facciamolo fuori! –E scattò avanti, insieme ad un compagno. Kriss e Daga rimasero fermi, ad osservare l’atroce morte dei loro compagni, divenuti statue di ghiaccio ed esplosi nel breve arco di pochi secondi.
"Incredibile!" – Mormorò Daga. –"La fama dei Cavalieri di Atena è meritata!"
Cristal non disse niente, limitandosi ad osservare i propri avversari. Davanti a lui c’erano un uomo alto e robusto, con fitta barba scura e folte sopracciglia, ricoperto da un’armatura scarlatta ornata da una spada a lama larga e dritta; mentre il suo compagno, più basso e più magro, aveva il viso scavato e disordinati capelli grigi, e brandiva un kriss, un pugnale malese con lama a biscia.
"Questa sarà la vostra tomba, biechi assassini!" –Urlò Cristal, espandendo il proprio freddo cosmo.
Daga e Kriss si trovarono completamente paralizzati, mentre anelli di ghiaccio roteavano intorno al loro corpo, fermando i loro movimenti. In quel momento, Cristal sbatté i pugni verso il cielo, mentre una fitta cupola di ghiaccio dalle lucenti sfumature iniziò a cadere su tutti loro.
"Aurora del Nord! Colpisci!"–Tuonò il Cavaliere del Cigno, sbattendo entrambe le mani avanti.
La devastante potenza del colpo di Cristal raggiunse i due berseker, travolgendoli in un impetuoso vortice che li scaraventò molti metri addietro, tra i frammenti delle loro corazze, grondanti sangue.
"Aaah…" – Mormorò Daga, prima di spirare. –"Luminoso e splendente è il cosmo di costui… come quello di un vero Cavaliere di Atena…"
Cristal, lanciato il suo colpo, corse avanti, dal gruppo di bambini che, in preda al terrore, si era rifugiato dietro un muro mezzo diroccato, per sincerarsi delle loro condizioni. Tutto preso dai suoi affetti, si accorse troppo tardi di una corrente energetica che iniziò a fluttuare nell’aria, fermando, poco a poco, i suoi movimenti.
"Che cosa succede?" –Esclamò Cristal, realizzando di potersi muovere con molta fatica.
"Ti eri forse dimenticato di me, Cavaliere del Bianco Cigno? –Chiese una voce, obbligando Cristal a voltarsi verso lo spiazzo dove aveva affrontato i berseker.
"Che cosa? Chi sei tu?" –Domandò, osservando un’ammantata figura camminare di fronte a lui.
"Eh eh…" –Sogghignò la voce, e a Cristal parve di vedere orribili denti digrignarsi dentro lo scuro cappuccio. –"Sono colei che metterà fine alla tua esistenza, spezzando le tue ali, in modo da impedirti di volare ancora! Sono colei che ti avvolgerà in una stretta mortale, annientando l’Armatura Divina che porti, la cui lucentezza offende l’oscurità distruttrice che regna nel mio animo!" –E nel dir questo, la figura gettò via con un’agile mossa il mantello nero, rivelando il suo vero aspetto. Quello di una donna, dalle orribili sembianze. –"Sono Enio, la Dea della Strage e della Distruzione! Amante e complice di Ares, e, come lui, follemente inebriata dalla Guerra!"
"E… Enio?!" –Mormorò Cristal, mentre quel nome gli evocava immagini atroci nella sua mente, immagini delle imprese omicide che Ares ed Enio avevano compiuto insieme ai tempi del mito.
"Dovresti essere onorato, Cigno Bianco, all’idea di morire per mano mia! Sarò colei che sporcherà le tue ali, gettandoti in un fango da cui non uscirai mai più! Un fango fatto del tuo stesso sangue!" –Sogghignò Enio, prima di esplodere in un’isterica risata.
La donna espanse il proprio cosmo, che si presentò sotto forma di ardenti striature violacee, che pervasero l’aria, stridendo fortemente con il gelido potere del Cigno, e della natia Siberia.
Cristal cercò di fare altrettanto, nel tentativo di liberarsi dalla mortale e intimorente presa della Divinità. Crudele e sanguinaria come Ares! Commentò, prima di chiedersi cosa stessero facendo i propri compagni. Che stiano già combattendo contro i berseker? Maledizione, ancora una volta sono lontano da loro! Ma forse è stato un bene che sia venuto qua, al Nord, o non sarei mai potuto arrivare in tempo per salvare Jacob e gli abitanti di Kobotec!
Il Cavaliere del Cigno espanse il proprio cosmo, spalancando le scintillanti ali della sua Armatura Divina, che sfortunatamente non era stata ancora riparata dai danni subiti nella guerra sull’Olimpo. Quindi si concentrò sul suo avversario, studiandolo attentamente, per elaborare un piano di attacco.
La donna era terribilmente brutta, presentando un aspetto quasi demoniaco, con un corpo magro e una carnagione biancastra, quasi violacea, ricoperta solo in parte dalla sua Veste Divina, dal color indaco spento. Il viso era orribile, in parte coperto dai lunghi, lunghissimi capelli mori che le scendevano lungo tutto il corpo, guizzanti come serpenti di fuoco. Ma la cosa più orribile a vedersi erano gli occhi, di fuoco, capaci di fulminare ad un solo sguardo.
Cristal storse il naso e gli venne in mente un parallelismo con un’altra orribile donna che aveva affrontato pochi giorni prima: Hel, figlia di Loky, Regina di Helgaror, l’Inferno Nordico.
I suoi pensieri furono interrotti da un violento attacco di Enio, che liberò il suo devastante potere sotto forma di scattanti venature di energia, che percorsero il terreno scuotendolo fin nelle fondamenta. L’intera superficie del villaggio fu scossa, facendo crollare molte case, mentre la gente terrorizzata scappava via, senza avere posto alcuno nel quale rifugiarsi.
"Uah ah ah! Siii… fuggite! Scappate, in preda alla paura che accompagnerà i vostri ultimi aliti di vita! Enio, Dea della Strage, è qua per portarvi la distruzione!" –Tuonò, ridendo pazzamente.
"Maledettaaa!!!" –Urlò Cristal, concentrando tutta la sua forza nel pugno destro e scattando avanti. –"Polvere di Diamanti!" –Ma la tempesta di gelo si perse nella corrente energetica creata da Enio, che parve animarsi al pensiero della donna. Le violacee striature avvolsero Cristal, stringendolo e stritolandolo, come serpenti, mentre l’intera superficie dell’Armatura Divina iniziò a infiammarsi.
"È naturale!" –Commentò Enio. –"Non dimenticare la Divinità a cui sono devota, l’unica madre di tutto! La Guerra! La Guerra che porta ovunque le sue fiamme di morte, le stesse vampe mortali che ardono nel mio cosmo! E che ti uccideranno, Cigno!"
"Mai… mai…" –Urlò Cristal, tentando di liberarsi dalla morsa di quelle striature energetiche, ma esse andarono aumentando di intensità.
"Ah ah ah! Il Cigno presto non volerà più!" –Rise Enio, liberando ulteriormente il proprio potere. I lunghi capelli scuri si allungarono a dismisura, strisciando come serpi sul terreno ghiacciato e avvolgendosi intorno al corpo inerme di Cristal, stringendolo con tutto il loro infuocato calore.
"Muori, Cigno!!!" –Gridò Enio, mentre i suoi occhi rossi si infiammarono.
Un’immensa vampata di energia percorse l’intero corpo di Cristal, stridendo con forza sulla sua corazza divina. Per quanto resistente fosse, aveva subito parecchi danni sull’Olimpo, soprattutto durante lo scontro con Eros, Dio delle Forze Primordiali, al Tempio dell’Amore, e, per quanto si autorigenerasse, era passato troppo poco tempo perché la riparazione fosse completa.
"Devo... devo reagire!!!" –Si disse Cristal, espandendo il proprio cosmo.
Forza Cristal! Mormorò Jacob, riunito insieme agli altri bambini. Coraggio! Lo incitò a distanza, come tutti gli abitanti del villaggio nascosti nelle loro case, gli stessi che l’anno precedente erano stati salvati proprio da Cristal, dalla rabbia del Maestro di Ghiacci e dei suoi scagnozzi.
"Aaaahhh!!!" –Gridò il Cigno, mentre il proprio cosmo bianco cresceva a dismisura. Evocando i ghiacci, di cui era signore, Cristal cercò di congelare i capelli di Enio, riuscendovi in parte.
"Che cosa?! Sta gelando i miei capelli?!" –Esclamò Enio, indispettita.
"Aaahh, in nome dei ghiacci della Siberia!!!" –Urlò Cristal, bruciando al massimo il proprio cosmo.
Il freddo potere del Cigno congelò i capelli che lo rendevano prigioniero, formando un’unica massa indistinta di ghiaccio che distrusse poco dopo, liberandosi dalla mortale presa della Dea.
"Bastardo!" –Gridò Enio, mentre Cristal si accasciava al suolo per l’enorme sforzo sostenuto.
La Dea ritrasse i propri capelli, ormai strappati sulle punte, maledicendo il giovane per aver osato opporsi a lei, alla furia distruttrice che portava dentro.
"E che adesso ti mostrerò!!! Alzati!!!" –Urlò ancora la folle Dea. –"Vuoi forse che ti aiuti?!" –Sogghignò, sollevando una mano avanti a sé. Come creata dal niente, una goccia cadde dalla mano della Dea della Distruzione, ma pochi istanti prima di toccare il terreno, esplose in un devastante cerchio di energia.
"Drops of loneliness!" –Gridò Enio, lanciando il suo speciale attacco.
Dal punto in cui la goccia era caduta, si dipartirono cerchi concentrici di energia, ad un’impressionante velocità, superiore persino a quella della luce. Cristal non fece neppure in tempo a rimettersi in piedi che fu travolto dal piano energetico lanciato dalla Dea e scagliato in alto.
Una seconda goccia cadde dalle mani di Enio, e una nuova serie di anelli concentrici si sviluppò, come una goccia cade in un lago e crea onde nell’acqua attorno. Il rinnovato assalto travolse ancora Cristal, scaraventandolo lontano, danneggiando in parte la sua corazza. Il ragazzo perse l’elmo e si ritrovò con la faccia a terra, nella fredda neve in cui era cresciuto.
"Addio, Cigno!" –Urlò Enio, lasciando cadere una terza goccia di energia. –"Drops of Loneliness!"
Una nuova serie di anelli concentrici sfrecciò verso Cristal, ma quella volta, miracolosamente, il Cavaliere del Cigno riuscì a fermare l’attacco di Enio, bloccando il piano energetico con le mani.
"Che cosa?! È assurdo?! Come puoi fare questo?!" –Si stupì Enio, prima di rinnovare con vigore l’assalto. Il nuovo impeto acquistato dal piano energetico falciò la mani di Cristal, distruggendo i guanti protettivi e facendole sanguinare, e lo scaraventò indietro, spaccando parte dei coprispalla.
"Dovresti ringraziarmi, invece di opporre resistenza! Morirai qua, dove sei cresciuto e dove hai conquistato l’Armatura del Cigno! In queste terre imperiture cadrà il Cigno! Ah ah ah! Sei pronto per l’ultimo canto?" –Esclamò Enio, avvicinandosi al ragazzo, steso a terra in una pozza di sangue.
Ma incredibilmente Cristal scattò verso la Dea, scivolando sul terreno innevato come solo lui era abile a fare, puntando alle gambe di Enio.
"Cosa vuoi fare?!" –Gridò la Dea, mentre Cristal, proprio sotto di lei, le afferrava le gambe, liberando al massimo il suo cosmo glaciante. –"Vuoi congelarmi? Sei ridicolo!"
Ma la risata le morì in bocca quando sentì il freddo gelo del Cigno penetrare dentro di lei. Questo la fece infuriare, facendo esplodere il proprio cosmo infuocato. I capelli della Dea della Distruzione si allungarono nuovamente, raggiungendo il ragazzo ai suoi piedi e attorcigliandosi intorno al suo corpo, mentre il suo cosmo violetto lo aggrediva con forza.
Non contenta di ciò, lasciò cadere una nuova goccia di energia sulla schiena del giovane Cavaliere del Cigno, nel punto di congiunzione tra le ali della sua armatura e lo schienale, spaccandolo. Ma anche questo non fece desistere Cristal, che continuò nella sua opera di congelamento, stupendo Enio per la tenacia che stava dimostrando.
"Basta! Bastaaa!" –Urlò la Dea, i cui piedi erano ormai murati al terreno ghiacciato, e presto anche le sue gambe sarebbero state incapaci di muoversi. –"Bastaaa!!!" –Gridò ancora, sollevando il Cigno da terra con i suoi capelli, stritolandolo con il suo infuocato cosmo violetto.
"Anche se dovessi morire…" –Balbettò Cristal, col poco fiato che gli era rimasto. –"Io ti porterò con me…" –E allungò il braccio destro, concentrando su di esso l’energia fredda del suo cosmo. –"Polvere di Diamanti!"
L’attacco ravvicinato travolse Enio, spingendo la sua schiena all’indietro, sottoponendola a un notevole sforzo, dato che le sue gambe, dalle cosce in giù, erano praticamente congelate, unite al terreno in un’indistinta massa di gelo, pari sicuramente allo Zero Assoluto.
La Dea della Strage avvampò di rabbia, stritolando il Cavaliere del Cigno nella sua mortale presa. Le bianche ali dell’Armatura Divina non ressero a tutta quella pressione, andando in frantumi poco dopo, mentre Cristal stringeva i denti per il dolore. Sarebbero morti così, pensò il Cavaliere di Atena. Lui, stretto nella mortale presa della Dea della Strage, con il corpo dilaniato da indicibili tormenti infuocati che sentiva entrare nel profondo del cuore; lei, semicongelata e disperatamente in balia dei ghiacci eterni della Siberia. Cristal mosse nuovamente il braccio destro, caricandolo di fredda energia cosmica, ma prima che potesse colpire di nuovo i capelli di Enio si arrotolarono intorno ad esso e la Dea vi concentrò la rovente fiamma del suo cosmo malvagio.
Improvvisamente, mentre entrambi i contendenti erano al loro massimo sforzo, un fulmine azzurro si schiantò su di loro, rischiarando la fosca aria attorno. L’energia sferzante prodotta dal fulmine distrusse parte dei capelli di Enio, permettendo a Cristal di muoversi più disinibitamente e liberarsi dalla presa della Dea della Strage. Un secondo fulmine li separò, scaraventando entrambi indietro.
Quando Cristal si rialzò, ansimando a fatica e sputando sangue, vide chiaramente la Dea ferita dal fulmine che si era appena schiantato su di loro, e un’indistinta sagoma di figura umana avvicinarsi.
"Chi osa?!" –Tuonò Enio, rimettendosi in piedi, oltraggiata per l’affronto.
A pochi passi da entrambi, apparve un giovane ricoperto da una scintillante armatura azzurra, una delle più belle e brillanti che Cristal avesse mai visto. Sembrava fatta di cristalli di ghiaccio.
"Stai bene, Cristal?" –Domandò il ragazzo, con voce sincera.
"Sì... sì…" –Balbettò Cristal, non sapendo bene cosa dire. Non conosceva quel ragazzo, né aveva mai avvertito il suo cosmo, il quale, adesso poteva percepirlo chiaramente, era vasto ed esteso, superiore indiscutibilmente a quello dei Cavalieri d’Oro. Ma non aggressivo nei suoi confronti. Un cosmo di così vaste dimensioni può appartenere soltanto… soltanto a un Dio?! Si disse Cristal, faticando nel rimettersi in posizione eretta.
Il ragazzo, non troppo alto, con corti e ritti capelli mori e splendenti occhi azzurri, su un viso maschile e ben curato, non aggiunse altro, volgendo lo sguardo verso Enio, la quale aveva espanso il proprio cosmo, liberando nuove gocce di energia.
"Drops of Loneliness!!!" –Urlò Enio, mentre i devastanti piani di energia cosmica sfrecciavano verso lo sconosciuto.
Questi però non ebbe problemi ad evitarli, saltando in alto ad una velocità superiore e contrattaccando con il suo colpo segreto, il fulmine azzurro che aveva rischiarato il cielo poc’anzi.
"Aaargh!" –Urlò la Dea della Distruzione, mentre tutto il suo corpo veniva avvolto, stritolato da quei guizzanti fulmini energetici.
"È tua adesso, Cristal!" –Esclamò il ragazzo.
Cristal non se lo fece ripetere due volte, bruciando al massimo il proprio cosmo glaciale, e sollevando le braccia sopra di sé. Aveva poca energia, ma sufficiente ancora per un ultimo compito.
Maestro dei Ghiacci, Acquarius, Abadir, madre mia! Voi tutti che in me avete creduto, che di questa terra siete stati l’orgoglio, sorreggetemi ancora una volta! Cosicché io possa liberare il mondo dalle forze oscure! Rifletté Cristal, mentre la scintillante sagoma di un versatore dorato apparve dietro di lui, reggendo una blocca colma di energia cosmica.
"Per il sacro Acquarius!" –Urlò Cristal, liberando le Divine Acque in essa contenuta.
Come un fiume di glaciale energia, il Sacro Acquarius investì Enio, ancora intenta a liberarsi dal groviglio di fulmini dello sconosciuto ragazzo, travolgendola e spingendola indietro, trasformandola in una statua di ghiaccio, ricoprendola fino all’ultima parte del suo orrendo corpo.
Cristal cadde a terra in ginocchio, ansando per lo sforzo sostenuto, prima di sollevare nuovamente lo sguardo verso il suo avversario. La statua di ghiaccio andò in frantumi, travolta da un’infuocata esplosione energetica che stupì lo stesso Cavaliere del Cigno, preoccupato di doversi confrontare nuovamente con lei. Ma di Enio non vi erano più tracce.
Sorpreso, ma al tempo stesso rincuorato, Cristal tentò di rimettersi in piedi, voltandosi verso lo sconosciuto Cavaliere che gli aveva prestato aiuto. Ma incredibilmente anche lui era scomparso. Che abbia sognato?! Si disse il Cigno, facendo qualche passo avanti. Niente! È sparito nel nulla! Il suo cosmo ha lasciato la Siberia!
"Cristaaal!!"– La squillante voce di Jacov risuonò sull’ampia distesa di ghiaccio.
Il ragazzino, tanto affezionato a Cristal, corse verso l’amico, seguito da alcuni abitanti del villaggio.
"Cristal! Stai bene?!" –Domandò Jacov, osservando il volto stanco del ragazzo e la sua armatura danneggiata in più punti, mentre sangue usciva copioso dalle sue ferite.
"Sì.. non temere…" –Abbozzò un sorriso Cristal, un po’ troppo tirato da risultare credibile.
Alcuni abitanti si offrirono per medicare il ragazzo e dargli un pasto caldo, per ringraziarlo per essere nuovamente corso in loro soccorso. Cristal accettò l’invito, ma precisò che si sarebbe trattenuto molto poco.
"Le stelle di Grecia brillano di sangue!" –Osservò il ragazzo, pensando ai compagni. –"Pegasus! Amici! Una nuova battaglia state già combattendo! Non temete, Cristal sarà presto con voi!