CAPITOLO TERZO. ENIGMI IRRISOLTI.
Ikki di Phoenix stava in piedi all’ingresso della Casa di Ariete, silenzioso e misantropo come amava essere. Indossava l’armatura di bronzo usata durante la Guerra Sacra contro Ade e il suo cosmo ardeva di un rosso scintillante, capace di portare luce in quell’oscuro piazzale. Castalia, Asher, Tisifone, Kiki e gli altri cavalieri riconobbero il cosmo del vecchio amico e non poterono fare a meno di sorridere, ringraziandolo per l’intervento. Anche se non capirono come fosse possibile.
Flegias si rialzò di scatto, sputando sangue e osservando con rabbia le ferite che aveva riportato, i danni alla sua armatura divina che un solo attacco del suo avversario gli aveva causato. Maledetto! Ringhiò, prima ancora di aver riconosciuto chi aveva di fronte. E gli scagliò contro una raffica di sfere incandescenti che Phoenix non ebbe difficoltà ad evitare, spostandosi velocemente e balzando in alto. Flegias saltò a sua volta, lanciando una violenta scarica di energia che stavolta Phoenix non riuscì a schivare, venendo colpito e scagliato a terra, dove comunque riuscì a rimanere in piedi. Portò le braccia avanti, unendo le mani, per contrastare lo strapotere del figlio di Ares.
"Ma non è possibile!!!" –Esclamò Flegias, riconoscendolo. –"Tu non dovresti essere qua! I Cavalieri di Bronzo non esistono più, cancellati dalla stessa Dea che li aveva investiti di tale titolo!" –Ma Phoenix non rispose, limitandosi a osservarlo senza convinzione. –"Chi ti ha liberato, eh?!" –Incalzò Flegias, infuriato che qualcuno potesse aver interferito con i suoi piani. –"Chi ti ha ridato la memoria? È stata Atena?! Quella stupida e debole ragazzina che non riesce a difendersi da sola e che è costretta a rimangiarsi le proprie parole!"
Ma Phoenix nuovamente non disse niente.
"Non parli eh?! Persino tu la detesti, quanto me!" –Sibilò Flegias, girando intorno al suo avversario. –"Lo credo bene, dopo l’inferno che ti ha fatto passare! Che stima si può avere di una Divinità incapace di accettare se stessa, incapace di difendersi da sola, che ogni volta, nell’ora del pericolo, non esita ad usare voi, suoi Cavalieri, come carne da macello, come scudo umano al posto suo!!!"
L’ulteriore silenzio di Phoenix fece impazzire Flegias che gli lanciò contro una sfera incandescente di inaudita potenza.
"Parla cane!!!" –Gridò, mentre Phoenix tentava di contrastare il suo potere. –"Parla o ti ammazzo!!! Apocalisse Divina!!!" –E nuovamente Flegias scaricò contro il Cavaliere della Fenice una tremenda tempesta energetica da cui Phoenix fu inizialmente travolto. Ma poi riuscì a librarsi in aria, espandendo al massimo il proprio cosmo, padrone del settimo senso e consapevole delle sue possibilità. La sagoma di una fenice infuocata risplendette intorno a lui, prima che concentrasse il cosmo sui pugni, portandoli avanti insieme, in un turbine di fiamme incandescenti.
"Ali della Fenice!!!" –Urlò, lanciando il leggendario uccello infuocato attraverso la tempesta energetica di Flegias, che non rimase però ad aspettare inerme, aumentando la potenza dell’attacco.
"Apocalisse Divina! Spazzalo via!!!" –Gridò, spingendo al massimo.
Il contraccolpo tra i due poteri generò una fragorosa esplosione, che distrusse ulteriormente il piazzale di fronte alla Casa di Ariete, scagliando entrambi indietro fino a farli sbattere contro le rocce. Flegias si rialzò di scatto, e lo stesso fece Phoenix, ma invece di lanciarsi contro di lui, preferì riflettere. Sterope non ha ancora raggiunto Atena! Probabilmente ha incontrato difficoltà impreviste, proprio come me! Potrei anche continuare a combattere questo bamboccio, ma non è un tipo da sottovalutare! Insieme ai suoi compagni ha sconfitto Ade e Nettuno! E non si lascerà vincere in pochi minuti!
"E va bene, Cavaliere! Finisce in parità il nostro primo incontro! Ma non credere che la storia finisca qua! No!" –Aggiunse, concentrando il cosmo in una sfera energetica. –"Ci sono ancora molti capitoli da svolgere! Capitoli marchiati nel sangue!" –E lanciò la sfera contro il mucchio inerme dei suoi compagni.
Phoenix si lanciò immediatamente verso di loro, afferrando in tempo la sfera prima che li colpisse, ma al contatto essa esplose, scagliandolo lontano di parecchi metri, e danneggiando parte della propria armatura, oltre che ferendolo discretamente. Castalia trovò infine la forza di rialzarsi, e aiutò Asher a fare altrettanto. Si guardarono intorno, e a parte i corpi massacrati dei loro compagni non trovarono nessun altro. Flegias se ne era andato.
***
Il nuovo incontro tra i poteri di Sterope e quelli di Mizar e Alcor spinse entrambi i contendenti indietro. Ma prima che Sterope potesse rialzarsi, fu bloccato a terra da una forza invisibile. Schiacciato, quasi sovrastato da un mistico potere di cui non riusciva a comprendere l’origine.
Poco dopo due figure uscirono dalla Tredicesima Casa, mentre Mizar e Alcor si sbrigarono a correre loro incontro, per proteggerle. Sterope sgranò gli occhi, riconoscendo la donna che era venuto ad uccidere, per ordine del suo Dio: Lady Isabel di Thule, reincarnazione di Atena. Al suo fianco una donna che non aveva mai visto, ma di cui aveva sentito parlare. La celebrante di Odino, Ilda del casato di Polaris. Ed era proprio lei che lo stava tenendo a terra, inchiodato al pavimento.
"Non sforzarti troppo!" – Ironizzò la donna, stringendo in mano il suo bastone. –"Ho imparato qualcosa dopo anni di preghiera e meditazione! Forse è una tecnica rude, ma efficace!"
"È lui?" – Domandò Isabel, con il cuore in mano.
"No, ma è della stessa stirpe!" –Puntualizzò Ilda, e a Isabel non sfuggì l’acidità del suo tono.
"Cosa volete?" –Chiese Sterope, cercando di liberarsi dalla prigione mentale che lo schiacciava.
"Risposte!" – Esclamò Isabel.
"Da me non le avrete!"
Mizar avvampò a quella risposta, ma Alcor gli afferrò un braccio, pregandolo di stare fermo.
"Il tuo compagno se ne è andato!" –Esclamò Isabel. –"Vuoi davvero affrontarci da solo?!"
Sterope inizialmente non rispose, ma poi, sentendo effettivamente scomparso il cosmo di Flegias, che aveva sentito ardere fino a poco prima, realizzò che da solo, nonostante i suoi grandi poteri, non sarebbe riuscito nell’impresa. Non sono preparato per gli insuccessi! Si disse, accorgendosi con stupore di essere libero dalla gabbia. Non mi hanno preparato a questo! E si rialzò.
Mizar e Alcor si misero subito in posizione difensiva, davanti alle due donne, pronti a scattare avanti all’istante. Ma Sterope voltò loro le spalle, incamminandosi verso la scalinata di marmo.
"Fermati, Cavaliere!" –Esclamò Atena. –"È un ordine!"
"Non riconosco l’autorità di altro Dio al di fuori del mio, Dea Atena! Tanto più di una Divinità che mi è stato ordinato di uccidere!" –Rispose Sterope, voltandosi e bruciando il proprio cosmo celeste. –"Porterò a termine la mia missione, quanto prima!" –Aggiunse, scomparendo nel nulla.
Atena non disse nient’altro, facendo cenno a Ilda e ai suoi guerrieri di avvicinarsi. Le porte dello spaziotempo vibrarono, prima che il quartetto scomparisse e riapparisse davanti alla Casa di Ariete.
"Che Odino ci protegga!" –Esclamò Ilda, nel vedere la devastazione davanti ai suoi occhi.
Mizar e Alcor corsero verso Asher e gli altri, per aiutarli a rialzarsi. Ilda li seguì subito, pronta per prestare aiuto. E la stessa cosa stava per fare Isabel, quando una strana vibrazione la costrinse a muovere lo sguardo. In fondo, vicino alle rocce, al di là dei corpi inermi dei Cavalieri di Bronzo e d’Argento, avvertiva un cosmo noto, lo stesso che aveva sentito avvampare pochi istanti prima. Scese di corsa la scalinata, arrancando nel terreno, e si diresse là, da dove proveniva la vibrazione.
"Phoenix!" –Urlò, sorpresa e sgomenta. Davanti a lui, in piedi, in abiti borghesi, stralciati e un po’ sporchi, stava Ikki di Phoenix, mentre la sua Armatura di Bronzo era accanto a lui, ricomposta nella sua forma di araba fenice.
Quella sera Atena convocò un improvvisato consiglio di Cavalieri alla Tredicesima Casa, per informarli di quanto avesse appreso da Ilda quel pomeriggio. All’incontro parteciparono Castalia e Tisifone, Asher, Phoenix e pure Ilda, Mizar e Alcor. Black e gli altri Cavalieri di Bronzo furono affidati a Kiki e alle giovani sacerdotesse, insieme ai soldati semplici sopravvissuti, per le medicazioni necessarie. Atena in persona intervenne per lenire le ferite di Castalia e dei suoi compagni, usando il cosmo per curare i propri Cavalieri.
Nonostante questo, sia Asher che le due Sacerdotesse erano piuttosto malconci, impossibilitati a camminare bene e pieni di ferite su tutto il corpo. E soprattutto le loro armature erano andate distrutte. A questa situazione precaria si aggiungeva il mistero di Phoenix, inspiegabilmente apparso dal nulla a difendere i propri amici e il Grande Tempio, come se fosse un atto, quale effettivamente era, che avesse sempre compiuto.
"Ti ripeto, non so di cosa tu stia parlando!" –Esclamò Phoenix, rispondendo scocciato alle domande di Tisifone. –"Non so chi tu sia e dove siamo, e non capisco perché devo star qua a sentir voi delirare su Cavalieri e poteri magici!"
"È l’effetto della Pozione della Dimenticanza!" –Sorrise Castalia, rivolgendosi ad Atena. –"Non ricorda i nostri volti, né il suo passato!"
"E allora come ha fatto a intervenire?" –Domandò Asher. –"Poche ore fa Phoenix stava combattendo con Flegias! L’abbiamo visto tutti chiaramente, e i lividi sul suo corpo lo dimostrano!"
"Ma che stai dicendo, ragazzino? Io non ho combattuto nessuno!" –Brontolò Phoenix.
"Senti!" –Si infuriò Asher. –"Ma cosa cavolo c’è nella tua testa, eh? Prima ti dimentichi chi siamo, poi intervieni e ti fai quasi massacrare al posto nostro e adesso dici di non sapere chi siamo né quello che hai fatto! Ma ci vuoi prendere per fessi?!"
Phoenix si infuriò e afferrò Asher per il colletto della maglia, sollevandolo da terra.
"Ragazzi, per favore! Smettetela!" –Esclamò Castalia, alzandosi e cercando di separarli.
"Sì, basta! Asher, modera il tono! Non dimenticare che Phoenix è sotto l’influsso del Talismano della Dimenticanza!" –Lo brontolò Isabel, tirando uno sguardo alla pietra che Phoenix portava al collo. Un rubino rosso.
"Credo che la spiegazione sia molto semplice!" –Intervenne Ilda, per placare gli animi. –"Phoenix, per quanto abbia bevuto la Pozione della Dimenticanza, come Pegasus e gli altri, e per quanto porti il Talismano, ha sentito Atena e i suoi compagni in pericolo. Molto probabilmente si trovava nelle vicinanze, e credo che a quel punto, sapendo la sua Dea in grave pericolo, sia scattato qualcosa dentro di lui, più forte di qualsiasi Talismano, Isabel!" –Sorrise, mettendo una mano sulla gamba dell’amica. –"Sì, credo proprio che sia andata in questo modo!"
"L’amore dei Cavalieri per la loro Dea trascende ogni tempo e ogni spazio!" –Commentò Castalia. – "E non vi è pozione che resista! Sapervi in pericolo, Milady, richiamerebbe i Cavalieri di Bronzo in qualunque angolo del mondo si trovino!"
"Concordo con Castalia! E questo non farebbe che avvalorare la nostra tesi, contribuendo a spiegare cosa ci facesse Cristal ad Asgard!"
"Cristal era ad Asgard?!" –Esclamarono Asher e Tisifone.
Anche Castalia sgranò gli occhi incredula. Da quel che ne sapeva, dopo la separazione del gruppo, Cristal era tornato in Siberia, a vivere in nel villaggio di Kobotec insieme al suo vecchio amico Jacov e alla sua famiglia.
"Cristal è arrivato due giorni fa!" –Esclamò Ilda, raccontando ai Cavalieri di Atena ciò che aveva rivelato alla Dea quel pomeriggio. –"In una notte di tempesta, come è frequente ad Asgard!"
"E perché è venuto là? Cosa l’ha spinto?" – Intervenne subito Tisifone.
"È quello che cercavamo di capire io e Atena!" –Disse Ilda. –"Non sapeva cosa l’avesse condotto là, né che strada avesse seguito per raggiungere Asgard! "Ho udito un richiamo, un richiamo da lontano." Queste furono le sue parole d’esordio, dopo aver varcato i cancelli del Regno!"
"E vi ha riconosciuto?" – Domandò Castalia.
"No, non ha riconosciuto nessuno di noi!" –Rispose Ilda, incontrando lo sguardo di Mizar e Alcor. –"Neppure Flare, per la quale comunque non ha nascosto di sentire un profondo legame!"
"Probabilmente anche nel caso di Cristal, come per Phoenix, il Talismano non è stato un’arma sufficiente, per annullare i suoi ricordi! E i suoi sentimenti!" –Esclamò Tisifone.
"Ma Asgard non era in pericolo!" –Precisò Ilda. –"Non lo è stata, fino al suo arrivo!"
"Cosa vuoi dire?"
"La scorsa notte Asgard è stata attaccata! Il Cancello Meridionale distrutto, i soldati di guardia spazzati via. Un gruppetto di Cavalieri ha fatto strage di Guerrieri del Nord, appiccando il fuoco lungo le strade della cittadella!"
"Ma è terribile!" – Esclamò Castalia.
"Abbiamo tentato di fermare la loro avanzata!" –Intervenne Mizar, ricordando con orrore quel momento. –"Ma abbiamo fallito! Presi alla sprovvista, da avversari più forti di noi, e in inferiorità numerica, abbiamo dovuto retrocedere, e permettere loro di invadere la città!"
"Che errore è stato!" –Mormorò Alcor, che fin dall’inizio si era opposto, preferendo morire combattendo.
"Non avevamo scelta!" – Esclamò Mizar.
"C’è sempre un’altra scelta Mizar, magari più onorevole e coraggiosa!" –Puntualizzò Alcor, e Ilda la percepì come una dura predica nei suoi confronti.
"Ho dovuto pensare alla mia gente, Alcor! Combattere nuovamente ad Asgard significava mettere in pericolo migliaia di persone che, in questo modo, hanno potuto salvarsi, mettendosi al sicuro!"
"Ma chi vi ha attaccato? E cosa volevano?" –Chiese Asher, quasi temendo la risposta.
"Cosa volevano?!" –Ripeté Ilda, cercando lo sguardo di Atena. –"Volevano Cristal! In quanto a chi ci ha attaccato… colui che guidava l’operazione aveva un’armatura celeste, della stessa identica fattura del Cavaliere che avete affrontato oggi!"
"Sterope?!" – Balbettò quasi Castalia, ricordando la forza di quell’uomo.
Ilda annuì con il capo, mentre Atena, preoccupata, si alzò in piedi, iniziando a girare per la stanza.
"Una cosa non capisco…" –Intervenne Asher. –"Perché il figlio di Ares ha guidato una pattuglia di guerrieri contro il Grande Tempio? Non sapevo che foste in rapporti ostili con Ares, Milady!"
"Ares ed io siamo rivali da sempre, dall’epoca in cui gli Dei scesero sulla Terra! Numerose Guerre Sacre abbiamo combattuto!" –Rispose Isabel, avvicinandosi al balcone. –"Ma oggi le cose sono cambiate! Il cosmo di Ares è prigioniero in uno scrigno dove è stato rinchiuso al termine di un lungo conflitto. Il Sigillo di Atena che lo tiene bloccato non ha ancora perso efficacia!"
"E allora come mai?"
"Non è Ares il nostro nemico!" –Mormorò Castalia.
"Cosa?!" – Chiesero Asher e Tisifone.
"I cavalieri che abbiamo affrontato non sono Cavalieri di Ares. Le vestigia che indossano sono caratteristiche di un altro ordine di cavalieri! Non potete non essere rimasti stupiti dallo splendore delle armature dei nostri avversari! In particolare quella di Sterope. Leggera e resistente al tempo stesso! Una lega speciale che soltanto una mano divina ha potuto forgiare! I Cavalieri che indossano armature simili sono i Cavalieri Celesti!" –Chiuse il discorso Castalia.
"I Cavalieri Celesti?!" –Chiese Asher, non capendo.
"I Cavalieri Celesti sono i Cavalieri del Sommo Zeus!" –Atena ruppe il silenzio. –"Sono i guerrieri scelti da mio Padre per difendere l’Olimpo, residenza degli Dei, dagli invasori!"
Il silenzio calò nuovamente nella grande sala, turbando ulteriormente gli animi dei Cavalieri.
"Non so per quale motivo, Zeus abbia deciso di attaccarci, così di sorpresa! Forse per punirmi, come profetizzò Nettuno prima di essere rinchiuso nel Vaso di Atena, per aver difeso gli uomini dagli Dei?! Ho tentato più volte di mettermi in contatto con mio Padre ma non riesco ad avvicinarlo. È come se l’Olimpo fosse diventato irraggiungibile. I miei poteri non sono sufficienti per comunicare con lui! Ma qualunque cosa stia accadendo sul Monte Sacro di sicuro non promette niente di buono. È come se nere nuvole si fossero riunite intorno alla residenza degli Dei pronte per scatenare un temporale sulla Terra! Un temporale che non so se saremo in grado di contrastare!"