IL RUGGITO DELL’ORSA MAGGIORE

"Oh somma celebrante di Odino, quale mistero ci ha fatti radunare al tuo cospetto nuovamente? Perché indossare nuovamente i sette zaffiri del Dio… illuminaci ti prego."

La cavalleria di Orion ed il suo rispetto verso Hilda di Polaris era da sempre nota nel cuore dell’oracolo degli Asi, ed ella, che una volta era caduta plagiata dal potere di Nettuno indossando l’anello del Nibelungo, ora era finalmente tornata quella che era prima… la donna che celebrava Odino, la madre delle distese di ghiaccio, la salvezza dei suoi fedeli guerrieri… e l’amore del cavaliere del Drago a lei devoto.

"Miei devoti guerrieri, Odino stesso teme una guerra senza fine, tramite il suo divino cosmo ho appreso della comparsa di due guerrieri sul nostro mondo. Essi hanno viaggiato nel tempo da sempre, devastando mondi e culture, uccidendo vite su vite e non provando sentimento ne piacere alcuno, se non nel combattere. Si chiamano Zenith e Nadir, sono giunti nelle opposte fasi giornaliere, opposte come loro sono."

Le parole di Hilda, e contando il suo sguardo rattristato per una nuova lotta imminente, colpirono i guerrieri di Asgaard nel profondo del loro cuore… ora… ora che le loro genti avevano cominciato a rivivere dopo il dramma del Nibelungo… ora… che i cavalieri avevano trovato in quella fredda terra il calore necessario per continuare… ora… che Megres aveva trovato modo di rendere onore al suo casato difendendo il tempio di Hilda diventandone custode come dono di Odino. Ora… che Mime aveva reso ancor più grande il nome di Folken decantandone le gesta alle sue genti… ora.. che Thor aveva modo di insegnare a nuovi allievi l’arte sottile della guerra in futura difesa del castello della celebrante… ora… che due fratelli come Alcor e Mizar, avevano colmato con l’affetto le lacune che li avevano divisi da così molto tempo… ora… che il prode cavaliere del lupo aveva cominciato ad adattarsi a quella società che l’aveva un tempo emarginato, e che ora sentiva sua. Ma soprattutto in questo istante, l’amor puro di un cavaliere vedeva il rischio di crollare se un attacco fosse stato portato ad Asgaard.

Megres parlò:

"Dicci di più o somma Hilda, chi esiste di tanto potente che noi non possiamo affrontare? Perché il tuo bel viso è segnato dalla tristezza?"

Hilda sospirò, alzò lo sguardo e li guardò fissi negli occhi, sembrava voler entrare in ognuno di essi… loro, i suoi cavalieri.

"Sono Dei, Megres, purtroppo sono divinità… non conosco la loro forza, ma come tali non li supereremo."

Mizar incalzò:

"Ma come, dolce regina, i cavalieri d’oro del Grande Tempio e i Santi di bronzo sono riusciti a cacciare Hades dagli Inferi, ci ritieni forse inferiori madre?"

"No, cavaliere, ammiro il tuo impeto ma… sono queste due divinità ad essere superiori persino di Hades e di Odino stesso. Nella notte dei tempi si narra che Zenith e Nadir crearono il mondo dove noi ora viviamo. Ma il loro fratello, accortosi del loro spirito indomabile, con uno stratagemma li ingannò. Lui disse loro che nell’universo esisteva un guerriero in grado di batterli, essi, convinti della loro potenza e con la loro superbia accettarono la sfida e partirono alla volta delle stelle. Il fratello pensò di averli così eliminati data l’immensità dell’universo… evidentemente hanno trovato la strada per tornare."

Luxor quindi chiese:

"E chi era questo loro fratello, madre?"

"Chrono!"

"Cosa?"

La sorpresa aveva colto in pieno Mime, che abbassò il capo.

"Non preoccuparti cavaliere della Lira, comunque vadano le cose noi saremo qui a proteggere Hilda ed Asgaard con essa, combatteremo donando la vita se necessario, ma chiunque essi siano non avranno ai loro piedi le distese ghiacciate che amiamo!"

Thor era ora in piedi, anche Alcor si alzò e poi così fecero tutti.

Si diressero al di fuori del castello, con lo sguardo verso il cielo, pronti a difendere ciò che era stato loro donato.