Capitolo 4
Phantasos, un' illusione che copre la tristezza!
"Hai agito proprio come mi aspettavo. Consapevole della tua debolezza sei stato al mio gioco, ma hai trascurato un piccolo particolare: colui che hai di fronte è una divinità.
Io mi approprio della felicità delle persone e la tramuto in sofferenza e dolore ... conscio di tutte quelle che sono le mancanze di un essere umano.
Siete così prevedibili, la voglia di assaporare un istante di felicità e di rivivere un ricordo perduto annebbia le vostre menti ... ma c'è dell' altro... hai già dimenticato che questo sogno è reale?
Ogni momento in cui la gioia ti pervade viene sottratto al tuo corpo mortale, il tempo a te così caro, diminuisce inesorabilmente"
Con la malizia che gli era propria, Phantasos riuscii a proferire quelle parole in modo tanto naturale e sereno da non far trasparire l'effettivo orrore in esse contenute
"Sono solo un uomo, questo è vero, ma è la voglia di provare emozioni che mi rende vivo, e anche se questo ucciderà il mio corpo addormentato, non provo rimpianto per essermi perso in sensazioni che credevo scordate per sempre.
Questo mondo, con le sue falsità è riuscito comunque a ridestare in me il sentimento, che è la forza degli esseri umani. E tu, anche se sei un dio questo non lo puoi capire.
Puoi giocare finchè vuoi coi miei sentimenti, ma è da essi che io traggo la forza ed il vigore per andare avanti. Prima di lasciarmi trasportare in un onirico sogno mi sentivo perso, adesso invece mi sento vivo più che mai ... ho una strada da seguire e una missione da portare a termine"
Per la prima volta, sul viso di Oneiros apparve una determinazione fuori dal comune che, mista alla rabbia diede vita ad un alone intenso del colore del cielo, che andò a ricoprire interamente il suo corpo.
"Ora più che mai io ... voglio combattere!!" Esclamò con tutta la voce che aveva in corpo
"Non temo un dio che usa fattezze fittizie, per mascherare se stesso.
Mi hai chiamato "debole", allora mostrami chi sei veramente e se il tuo titolo rispecchia il tuo essere.
Oppure sei solo uno schiavo di Hypnos che si diletta in futili giochi?"
Dopo aver udito quelle parole, Phantasos si scagliò come una furia su Oneiros che si trovò tramortito da quell attacco impetuoso
"Schiavo hai detto? Che ne sai tu del mio rapporto con Hypnos?
Detesto chi emette sentenze senza sapere nulla ... la tua vita sarà il prezzo che pagherai per la tua stoltezza"
Un altro attacco colpii con veemenza il giovane, che sembrava in completa balia dei colpi del nemico.
"Questo non mi sembra il potere di una divinità ... è tutto qui quello di cui sei capace?"
Oneiros sembrava aver capito che per avere una possibilità di vittoria doveva far presa sulla sicurezza e la rabbia del suo avversario.
E così fu, il dio partii con un terzo attacco, identico ai precedenti ... troppo forte per essere contrastato ma altrettanto prevedibile per essere evitato.
Sfruttando il momento immediatamente successivo alla schivata del colpo, il ragazzo, ancora pervaso dalla sua lucente aura azzurra, riuscii a sferrare un colpo al volto del dio.
Iprovvisamente, un lampo squarciò il cielo.
Il mondo idilliaco a cui Phantasos aveva dato vita scomparve, assieme al suo splendido viso ... poco dopo tuto quello che rimaneva della bellezza circostante sì mutò.
L'intera città si stava trasformando in un luogo lugubre che odorava di morte e la leggiadra figura della persona che sino a poc'anzi era bella come non mai assunse le sue reali, mostruose, sembianze.
"E questo che significa?" chiese il giovane dai capelli azzurri
"Era quello che volevi vero"? rispose Phantasos
"Mai avrei creduto che un semplice umano riuscisse a colpirmi, rendendo vane le mie illusioni.
Ma dato che tu forse non sei uno qualunque, prima di ucciderti voglio rivelarti tutta la verità"
Un attimo di silenzio seguii quelle parole, prima che la divinità riprendesse a parlare
"Io sono come te, un sognatore.
Non sono riuscito a trovare spazio nel mondo reale a causa del mio aspetto fisico ... la gente mi rifiutava considerandomi un errore della natura.
Fu per questo che decisi di addormentarmi, cercando rifugio nell unica cosa che potesse allievare il mio dolore ... il mondo dei sogni.
Li credevo che sarei stato libero dai pregiudizzi della gente e che avrei finalmente potuto sentirmi vivo.
Fu per quel desiderio, che proprio come te, conobbi Hypnos e per la prima volta mi sentii accettato.
Mai scorderò il modo in cui mi accolse, e mai dimenticherò i sentimenti che provai per lui ... ma sapevo che non avrei mai potuto essere amato da quell essere così etereo e superiore, così come ho compreso sin da subito che non possedevo le capacità per diventare un dio
Allora appena entrato nel mondo dei sogni, ho trasformato quella landa desolata che era il mio cuore, in quello che io stesso volevo essere.
Un mondo fatto di illusioni, ove anche uno come me poteva essere amato e considerato, nella speranza che poi, il signore del sonno si accorgesse della mia presenza.
Tu sei stato un semplice diversivo, qualcuno con cui divertirmi nella solitudine che avvolge questo luogo ... almeno sino ad ora
Ma adesso ce ho visto la tua luce, devo sconfiggerti prima che tu riesca a diventare quello che nessuno di noi 3 è riuscito ad essere"
"Voi 3?" chiese Oneiros
"Sì noi siamo i 3, che solo nei nostri sogni siamo divinità ... io Phantasos delle illusioni, Ikelos dell' irreale e Morpheus che protegge i sogni degli eroi.
Tutti noi non abbiamo completato il cammino che ci era stato imposto, e vaghiamo erranti in un mondo che non è completamente nostro"
Un soffio di malinconia ricopriva quelle parole ... parole dettate quasi dalla speranza di trovare qualcuno in grado di dare significato all esistenza di una divinità imperfetta.
"Ora mostrami, quello che sei in grado di fare e sino a dove puoi arrivare!"