Capitolo 39: Fenice Immortale
Nei lunghi e neri corridoi della Piramide di Ra, due sole divinità continuavano senza sosta la loro avanzata, diretti verso il dio a loro avverso, colui che sull’intero Egitto dominava con saggezza.
Queste divinità erano Apophis e Bennu, che avevano intrapreso il corridoio centrale, quello custodito dal guerriero di Selkit, normalmente.
"Aker ormai è morto", osservò il dio Serpente, percependo il cosmo della divinità scomparire e forse Seth stesso avrà dei problemi a sconfiggere quella guerriera con cui si è già affrontato per ben due volte, pensi che riesca almeno lui a raggiungerci?", domandò con fare disinteressato Apophis, "Mio signore", replicò con disinteresse Bennu, "non penso che quel vile cane ci possa essere poi così utile, è un guerriero senza morale e soprattutto senza rispetto verso di lei", osservò la seconda divinità, prima che un possente cosmo si sviluppasse dinanzi a loro.
"Penso che non dobbiate preoccuparvi di Seth, ma piuttosto di voi stessi e di chi adesso vi è avverso, cioè io", esclamò allora una figura, mostrandosi circondata da immense fiamme, era Esmeria di Suzaku.
"La Regina di Cartagine alleata degli dei egizi", la riconobbe subito il dio seguace di Apophis, facendosi avanti verso l’avversaria, "Si, esatto", replicò la figlia di Ikki, preparandosi alla lotta.
"Bene, Bennu, la lascio a te", esclamò allora il dio Serpente, scattando oltre.
Esmeria, però, si pose dinanzi ad Apophis, per impedirgli la fuga, "Mortale, sei forse impazzita?", domandò il dio, "Non ti concederei di passare di norma", esordì la Beast Keeper, osservando ambo i nemici, "ma oltre questo corridoio vi è un guerriero che desidera più di me eliminarti, quindi, Apophis, vai pure oltre, ma sappi che non avrai alleati a soccorrerti nel momento del bisogno, stavolta", lo minacciò la figlia di Ikki, osservando con ira Bennu, "Nemmeno tu", replicò il dio Serpente, prima di andare oltre.
"Alla fine tutti seguono il volere degli dei", sussurrò freddamente il dio dal volto di volatile, preparandosi alla lotta con l’avversaria dalle verdi vestigia di Suzaku.
I due nemici si osservarono per alcuni minuti, sembrava quasi che Bennu volesse aspettare che Apophis si allontanasse prima di iniziare il vero e proprio scontro.
"Sei pronta, mortale?", domandò freddamente il dio egizio, "Da tre giorni", replicò con rabbia la figlia di Ikki, mentre il suo cosmo incendiario si espandeva immane, "preparati, Bennu, ora proverai di nuovo il battito d’ali della Fenice Meridionale", esclamò poi, "Hoyuku Tensho", invocò Esmeria, scatenando le "Ali della fenice" che già il padre utilizzava durante i suoi scontri.
Il dio egizio, però, aprì le mani e fermò con facilità l’energia dell’attacco avverso, "Ti ho già dimostrato che le ali su cui ti vanti di volare sono ben misera arma dinanzi a quelle che un dio come me può utilizzare", avvisò con disinteresse Bennu, espandendo il proprio cosmo.
"Fire Bird Flap", invocò allora il dio egizio, scatenando il battito d’ali di cui era padrone, Esmeria, però, sorrise da sotto la maschera di Suzaku, espandendo il proprio cosmo infuocato, aprì entrambe le mani e, sollevandole dinanzi al corpo, bloccò con tutta la forza che aveva in corpo l’attacco avverso. "Per due giorni hai usato quest’attacco contro di me, pensi che ormai non lo conosca? Sarebbe un errore sottovalutarmi a tal punto", criticò la figlia di Ikki, "ora riprova a sconfiggere il mio battito d’ali", esclamò Esmeria, "Hoyuku Tensho", tuonò la giovane.
"Forse sai parare il mio attacco", criticò Bennu, "ma potrai contenerlo mentre tu stessa attacchi?", si domandò Bennu, scatenando il suo battito d’ali energetico.
Come già nell’Oscura piramide di Apophis, anche questa volta ambo gli avversari caddero al suolo, storditi, ma nuovamente il primo ad alzarsi fu proprio Bennu, apparentemente illeso, mentre già sulle vestigia di Suzaku i primi segni della lotta erano stati lasciati.
"Forse, vuoi conoscere qualche tecnica diversa da quelle che ti ho già mostrato", osservò con un tono più ironico Esmeria, "Genmaken", tuonò poi, scattando alla velocità della luce verso Bennu.
Il dio egizio, non si mosse di un millimetro, "Temevo chissà quale attacco, conoscendo la forza del tuo Battito d’ali, enorme per un semplice mortale, invece, che cosa ho subito? La puntura di un piccolo insetto, qualcosa di deridibile", ridacchiò il dio, prima di prepararsi a colpire di nuovo "Fire Bird Flap", tuonò poi il dio.
L’attacco infuocato, però, non raggiunse mai Esmeria, un cosmo luminoso e gigantesco lo fermò, simile ad una sfera fiammeggiante, che si pose come barriera fra i due, "Chi osa?", tuonò Bennu, prima di riconoscere il cosmo, "Tu? Ra, maledetto", esclamò poi la divinità egizia, prima che la sfera di fuoco esplodesse, travolgendolo. "Ti perderai, luce minore, ti spegnerai nel bagliore del mio immenso essere", sentì sussurrarsi all’orecchio Bennu, prima che le sue urla lo riportassero alla realtà: quello che aveva subito era solo un attacco psichico di Esmeria.
"Perché saresti una luce minore?", domandò incuriosita Esmeria, osservando l’avversario titubante, "Tu, vile mortale, hai osato spiare la mia mente, traviare le immagini della memoria per scoprire cosa avevo nella mente, ucciderti non basterà per farti pagare tale azione", ringhiò il dio, espandendo il suo cosmo tanto da bruciare i muri di quell’immane cunicolo oscuro.
"Non spererai di utilizzare quell’attacco contro di me? Di nuovo? Per quanta forza tu possa metterci conosco già questo attacco", avvertì la figlia di Ikki, "Non lo stesso, ma più potente", ringhiò Bennu.
"Fire Bird Breath", esclamò il dio egizio. L’energia di fuoco di Bennu sembrò fermarsi, le fiamme intorno alla divinità sembrarono quasi quietarsi, per poi rientrare nel corpo del dio. Esmeria attese preoccupata che accadesse qualcosa, poi, inaspettatamente, successe l’inevitabile: Bennu espirò ed un potentissimo soffio di fuoco travolse la guerriera, distruggendo parte dei muri ai suoi lati e gettandoglieli addosso.
L’armatura di Suzaku andò in pezzi in più punti mentre la Regina di Cartagine veniva sbalzata più volte al suolo, con ustioni su più parti del corpo e con delle gravi ferite alle gambe.
"Allora, piccola mortale, come ci si sente a subire il preludio di una punizione? Il Respiro di Fuoco di cui sono padrone, una tecnica più potente di qualsiasi altra al servizio di Apophis, quella che può rubare le anime, oltre che i corpi, questa sarà la via con cui sarai redenta della tua colpa", minacciò il dio egizio.
"Colpa? Per cosa? Poi come speri di rubarmi l’anima?", tuonò Esmeria, cercando in vano di rialzarsi.
"Spero di rubarti l’anima perché il mio soffio, come il mio canto, incanta il corpo, ma non con sortilegi, bensì paralizzandone le nervatura. Per prime le gambe, poi toccherà al tronco, quindi alle braccia ed infine, la testa, quando non potrai più muovere un muscolo, ti strapperò la vita, così pagherai la giusta punizione", spiegò il dio.
"Punizione per cosa?", urlò infuriata Esmeria, cercando di espandere il suo cosmo, "Per avermi ricordato l’odio verso Ra in quel modo", tuonò il dio, emettendo di nuovo il suo caldo soffio infuocato, che gettò in aria la figlia di Ikki, rigettandola al suolo dopo pochi attimi. Con sua grande sorpresa, Esmeria scoprì che nemmeno il suo tronco si muoveva più.
"Che vuol dire?", domandò balbettando la Beast Keeper di Suzaku, cercando di muovere almeno le braccia, "Ra, è il Sole, dio egizio che domina su tutti, egli illumina i suoi servitori con il suo fare superbo. Io sono un dio dall’impronta di Fuoco, sono l’Uccello del Cielo che si innalza ogni alba per riscaldare il mondo e svegliare il sommo signore dell’Egitto, ma per lui non sono niente di più che uno dei tanti servi, al pari di Anubi, Horus, Thot e gli altri suoi leccapiedi. Apophis, invece, mi ha eletto a suo braccio destro. Egli è il Serpente Oscuro, mentre io il Volatile Lucente, non mi tratterà mai come pari dei suoi schiavi, sarò sempre secondo solo a lui, superiore a quel pazzo di Seth, o agli altri servitori, Ptah, Sober, o chiunque altro lo seguirà", spiegò il dio, prima di travolgere di nuovo Esmeria con il suo Respiro.
La figlia di Ikki volò di nuovo alta nel cielo, sbattendo contro il soffitto del cunicolo, per poi ricadere al suolo, con le braccia paralizzate, "Ora la fenice non volerà più", ridacchiò Bennu, prima di lanciare nuovamente il "Fire Bird Breath".
Esmeria, ormai incapace di muoversi, non poté fare altro che subire l’attacco, schiantandosi al suolo, ormai paralizzata dinanzi all’entrata del corridoio di Selkit.
"Addio, mortale, ormai sei una misera larva che lascerò qui, ad attendere per un breve tempo l’arrivo della morte", concluse con voce maligna Bennu, dirigendosi verso la strada che Apophis aveva già percorso.
La figlia di Ikki era ferma, gli occhi si muovevano convulsamente, cercando una via di fuga, la mente si agitava per liberare le membra dalla paralisi, ma le era impossibile, finché un cosmo caldo ed impetuoso la circondò completamente, un cosmo che le era familiare e le dava fiducia.
"Svegliati, Esmeria", urlò una voce proveniente da quell’energia fiammeggiante, "Chi sei?", si domandò la giovane Beast Keeper, "Alzati in piedi, guerriera di Suzaku, vola, sulle Ali della Fenice", esclamò la potente presenza.
"Come posso più volare se il mio corpo è ormai senza forze?", si domandò la giovane guerriera, "Non mi sembra di ricordare titubanza nel tuo normale modo di agire, Esmeria, un tempo eri una giovane piena di speranze e soprattutto decisa in ogni tua azione. Ricorda, Suzaku, ricorda quando decidesti di addestrarti con i tuoi fratelli malgrado tutti fossero contrari. Ricorda come diventasti una furia quando chiedevi il permesso di diventare la Beast Keeper del Cielo Meridionale, facesti tanto da convincere persino i tuoi cari a darti questa libertà. Ricorda ancora le tue battaglie, la prima contro il Berseker del Leone, poi contro il titano Epimetheus ed inseguito non ti fermasti nemmeno dinanzi ad Urano, né contro Geki dell’Orsa, o contro Gea, tu hai sempre mostrato coraggio e determinazione, ora ti fai battere da costui solo perché è un dio?", domandò la voce d’energia, "Sei figlia della Fenice Divina, tu, Suzaku, la Fenice del Sud, hai lo stesso sangue nel corpo, mostra le tue immense doti, trova in te la forza ed il cosmo per volare di nuovo, sollevati in cielo, Fenice Immortale, figlia mia", sussurrò all’ultimo la voce, prima che il cosmo la lasciasse.
"Padre", sussurrò fra se Esmeria, espandendo il proprio cosmo, cercando la forza che da Ikki aveva ereditato, la forza di credere in se e soprattutto, quella per risorgere, come una vera Fenice.
Bennu camminava velocemente lungo il nero corridoio, finché, un’esplosione cosmica non lo fermò, un’energia si parò dinanzi a lui, come una barriera, "Dunque c’era un’altra sentinella a difesa di questa strada? Non solo quella larva che ho abbandonato dietro di me?", si domandò il dio, "No, nessun’altra difesa, ma solo una Fenice, che è stata scambiata per una larva", replicò la figura coperta di fiamme, mostrandosi come Esmeria.
"Tu? Ancora viva? Com’è possibile?", esclamò stupefatto il dio, "Forse quel cosmo che prima mi ha sfiorato, quell’entità, semidivina, pensavo fosse un dio che veniva a raccogliere la tua anima, non un folle che ti curava il corpo", criticò Bennu, preparandosi ad attaccare di nuovo, "Non era un folle, infatti, né mi ha curato, bensì, mi ha indicato la strada per rialzarmi da sola", replicò Esmeria, "Follia!", urlò allora l’alleato di Apophis, "Fire Bird Breath", invocò poi, scatenando di nuovo il suo soffio.
Il getto di fuoco stavolta colpì il vuoto, distruggendo la strada dinanzi ai due guerrieri, "Che cosa?", balbettò il dio, notando che la nemica aveva evitato l’attacco, "Come vedi, non è follia, ora volo di nuovo sulle mie ali", replicò Esmeria, che si ergeva dietro l’avversario, "Hoyuku Tensho", urlò poi la giovane, travolgendo la divinità, che si andò a schiantare contro le macerie dinanzi a lui.
"Il tuo respiro di fuoco, dio egizio, è un’arma molto sofisticata, una tecnica che paralizza le vie nervose, impedendo ai muscoli di agire come gli si comanda, ma, la voce che mi ha richiamato alla realtà, mi ha indicato nel mio cosmo e nella potenza della Fenice Suzaku la via per ritornare in me. Dovevo solo espandere l’energia fino ai limiti e solcare quella forza che i più chiamano ottavo senso, ciò mi era necessario ed ora lo possiedo", spiegò la giovane figlia di Ikki, "e questo grazie a mio padre", affermò poi, mentre con la mano destra impugnava una lunga frusta.
"Cos’è quell’arma?", domandò Bennu, rialzandosi in piedi, "La Frusta di Suzaku, una delle quattro armi dei Beast Keepers. Un’arma per ogni Guardiano dell’Asia. L’Ascia per Genbu, la Lancia per Byakko, la Spada per Seiryu e la Frusta per Suzaku", raccontò la giovane guerriera, "Anche Jink, morto durante l’assalto dei titani, Kaor, battuto dal Runouni del Cavallo e Koryo, ucciso ieri da uno degli Horsemen, avevano le rispettive armi su cui contare, armi di natura mitologica, fatte con parti dei corpi delle creature che noi rappresentiamo", spiegò la Beast Keeper di Suzaku.
"Non spererai che solo quest’arma ti darà la certezza di vincere?", domandò infuriato il dio egizio, "Fire Bird Flap", tuonò poi, scatenando il suo battito d’ali.
"No, anche la forza della Fenice Immortale del Cielo Meridionale mi darà la vittoria", replicò con voce decisa Esmeria evitando l’attacco.
"Phoenix Fire Tail", invocò poi la figlia di Ikki, atterrando alle spalle del dio avverso.
Il colpo di Bennu si schiantò contro un’altra parete, distruggendo anche questa, ma il dio, dopo aver visto il suo attacco perdersi poté vedere solo la frusta di fuoco che si legava intorno al suo collo, "Adesso addio, servitore dell’Oscurità", concluse con voce semplice la guerriera di Suzaku, tirando a se la frusta.
Solo polvere rimase del corpo di Bennu, mentre la giovane guerriera figlia di Ikki si rialzava in piedi.
Dinanzi ad Esmeria, però, si ergeva un muro di pietre, il cunicolo era lì interrotto, "Non posso raggiungere Apophis ed Anhur da qui, dovrò attraversare il corridoio di Bastet, vedrò anche di aiutare Sekhmet, se servirà", pensò fra se la giovane, correndo verso l’uscita.
La battaglia nella Nera Piramide stava andando avanti.