Capitolo 5: Uniti in una vendetta

"Sei certa di non voler abbandonare la lotta quindi?" domandò Telesto, il cui ventre era solcato da un profondo taglio, non letale.

"Attaccami, titano, o il terrore per la tua futura morte ti ferma?", ribatté Gutrun di Mizar, ora che le lacrime si erano attenuate sulle sue guance.

"Sia, ragazzina piagnucolante come la tua amica", urlò il titano, sollevando la mano destra, "Tessitura dei cieli", invocò, scagliando il suo fitto reticolato di taglienti fili.

"Ho già visto e provato questa mossa", esordì Gutrun, movendosi agilmente fra gli affilati e sottili spaghi, "inoltre, come tu stesso mi hai detto giorni fa, non basta un colpo letale per dei fanti", ribatté beffarda, "Davvero?", domandò infastidito l’abile tessitore, ritirando la mano.

I fili furono scossi, così da toccare la god warrior, ferendola alle gambe e danneggiandole il tronco dell’armatura.

La figlia di Bud si fermò, appoggiando le mani alla pancia, dove due profondi tagli grondavano del caldo e rosso sangue.

"Ti ho dimostrato che non sei poi così potente da vincermi?", domandò soddisfatto Telesto, "Una volta ti ho lasciato salva la vita, ma oggi non lo farò, poiché non mi guida Thebe, ma sono in gara con una comandante di 2° grado per il titolo di dio del Nord", affermò il titano.

"Gara?", ripeté incuriosito Aiace, "Si, guerriero dalla nera armatura. Il dio della Guerra, Iapetus ha deciso di dividerci in gruppi, chiunque avesse portato la testa di una divinità avrebbe ricevuto in dono il titolo di dio. Io e Pasiphae c’eravamo uniti per vincere su una titana che probabilmente scala tuttora la collina dall’altra parte", spiegò Telesto.

"Sei stato fortunato quindi", esordì Freiyr, "questa è la via più veloce per raggiungere il ponte dell’arcobaleno, la vostra avversaria nella gara, tarderà su di voi d’alcune ore, qualsiasi potere abbia", affermò il primo cavaliere di Asgard.

"Interessante discorso, ma temo che non arriverai mai dinanzi al divino custode del ponte, ti fermerò prima io", si intromise Gutrun, nuovamente pronta a combattere, malgrado la ferita.

"Arrenditi ed avrai una morte veloce in onore del tuo coraggio, è la tua ultima possibilità", propose Telesto all’avversaria, "Sei veramente un’ipocrita", urlò Gutrun, gettando a terra lo scuro elmo con il volto della tigre, "uccidi, massacri l’intera popolazione del sacro Regno a cui sono votata, togli la vita alle due persone più care che avevo e speri che mi arrenda? Mi credi vigliacca come te, che ti nascondi dietro al dovere, quando il tuo è orgoglio e desiderio di potere, di diventare un dio!", tuonò la guerriera del nord, mentre i suoi capelli, simili ai paterni ondulavano nell’aria gelida.

"Sentite anche voi questa potenza nascente?", domandò Camus, "Si, cugino, il cosmo di Gutrun, dopo Helyss e Xael ha raggiunto la sua massima espansione", concordò Freiyr di Dubhe.

"Tre abili cavalieri hanno raggiunto il settimo senso", affermò soddisfatto Golia.

"Double tiger claws", tuonò la guerriera del Nord, lanciando il colpo migliore contro il nemico.

"Stupida, questa tecnica è troppo lenta per me", esordì Telesto, evitando il reticolo di artigli luminosi, "Double tiger claws", ripeté la god warrior, spostatasi alle spalle del nemico.

"Cosa?", urlò stupito il titano, mentre la sua nemica lanciava per ben tre volte di fila il suo attacco dai tre diversi punti cardinali, rinchiudendo in una gigantesca gabbia di artigli Telesto.

"Ecco la via d’uscita", si disse però il titano, lanciandosi alto in cielo.

Gli artigli di luce si scontrarono fra loro, producendo tagli nel terreno, ma niente di più, poiché il titano era già alto in cielo, "Immaginavo questa mossa", urlò Gutrun al nemico, "Blue impulse", invocò la guerriera, scagliando la gelida sfera d’energia contro il nemico.

"Per le gelide nevi di Asgard, colpisci il punto di congiunzione", supplicò la figlia di Bud, mentre la sfera energetica si dirigeva verso il nemico in volo.

La sfera prese Telesto al fianco sinistro, poco lontano dal costato. Il titano ricadde a terra, "Se avessi preso questo medesimo punto con l’attacco precedente sarei probabilmente morto, o ferito gravemente, ma così mi hai solo congelato il fianco, gesto non particolarmente doloroso", spiegò l’abile tessitore, indicando la crepa gelida sulle sue bianche vestigia.

"Ora basta giocare", affermò Telesto, sollevando la mano, "Deadly theards", tuonò il titano, lanciando i suoi aculei letali.

Gutrun si spostò alla velocità della luce, ma due degli aculei la raggiunsero alla mano sinistra, ferendola lievemente.

"Ora", si disse il titano, sollevando ambedue le braccia, "Groviglio di fili", invocò, intrappolando nuovamente Gutrun nella sua tela.

"Sei di nuovo prigioniera della mia tela, puoi dichiararti sconfitta ed accettare la morte", sentenziò Telesto.

"Non ti sembra sleale combattere così?", domandò una voce alle spalle del titano, mentre la god warrior sembrava svenuta.

"Che cosa hai detto?", ribatté Telesto, voltandosi verso Helyss del Pittore, in piedi dinanzi a lui con tono di sfida.

"Che sei sleale, pagliaccio ricamatore, lanci un colpo che intrappola l’avversaria fisicamente, anche io li paralizzo, ma solo nei loro poteri, non mi permetterei mai di bloccare i loro movimenti, non sarebbe una degna morte", lo derise la sacerdotessa guerriero.

"Ucciderò prima te allora", sentenziò Telesto, sollevando la mano destra, "Vorrei tanto prendere la tua vita per onorare Shaina, ma per quanto Gutrun non mi stia simpatica ha più diritti di me per vendicarsi", ribatté beffarda Helyss, senza sbilanciarsi.

"Belle parole le tue, ma perché non ti prepari a combattere, o a difenderti?", domandò Telesto prima di lanciare la "Tessitura dei cieli".

La sacerdotessa del Pittore spiccò un grandioso salto, arrivando sopra la testa del nemico, "Cosa speri di fare? I miei fili non sono così facili da evitare", tuonò il titano, sollevando il braccio destro, il cui palmo guidava i sottili e taglienti spaghi contro la Silver saint.

"Helyss!", urlò Bifrost, notando la sacerdotessa gettarsi contro l’attacco nemico.

Ci fu un rumore di metallo frantumato, quindi un grido di dolore femminile, poi un urlo: "Sigilli", infine niente. Helyss cadde a terra, ferita alle spalle ed agli arti, ma tutti notarono subito che Telesto non la finì, poiché il braccio destro gli pendeva come morto lungo il corpo.

"Non posso fermare a lungo tutto il tuo potere, ma impedirò che passi ancora lungo questo braccio", sussurrò Helyss, sdraiata a terra in una neve sempre più rossa.

"Gesto coraggioso, ti ucciderò per seconda", rifletté Telesto, "tanto mi basterà il braccio sinistro per eliminare la ragazzina", urlò il titano, ormai in preda alla rabbia.

"Deadly theards", invocò, scagliando i suoi aculei contro la guerriera del Nord, ancora intrappolata nella rete di fili bianchi.

"Non ce la farà mai", urlò Skinir preoccupato, "Fidati, amico mio, ci riuscirà, è asgardiana", ribatté Freiyr, fermando il suo fedele servitore.

Un’esplosione d’energia frantumò i fili della rete, la figura di Gutrun uscì agilmente dalla trappola, ma non sufficientemente veloce da evitare tutti gli aculei di titanio, ben tre si conficcarono nelle gambe della ragazza, all’altezza delle ginocchia.

La figlia di Bud ricadde quasi subito a terra, rialzandosi a fatica, "Non serve il braccio destro, malgrado il tuo cosmo ti abbia permesso di liberarti dalla mia rete, questo non ti salverà, sei sempre in svantaggio", analizzò l’abile tessitore, prima di avanzare verso la nemica, barcollante.

"Titano, non correre troppo, nemmeno tu avrai la possibilità di camminare liberamente", esordì una voce maschile alle spalle di Telesto.

L’abile tessitore non riuscì a muoversi, quindi si voltò e vide il Maestro dei Ghiacci, Xael, con le mani appoggiate nel terreno, in uno strato di azzurro ghiaccio prodotto dal suo stesso cosmo, "Questo è il < Freeze Lake >, ti ricambio il favore dell’attacco alle spalle", spiegò il cavaliere d’argento della Corona Boreale.

"Stupidi, per quanto possiate rallentarmi, o appesantirmi, il mio cosmo frantumerà il ghiaccio e mi permetterà di correre verso di lei, ma anche senza questo, basteranno gli aculei di titanio per ucciderla", affermò soddisfatto Telesto, sollevando la mano sinistra.

Gutrun si stava preparando ad attaccare con il braccio destro, ma il titano fu più veloce, "Deadly theards", urlò il nemico dalle bianche vestigia, lanciando nuovamente il suo colpo.

Niente salvò la figlia di Bud stavolta, eccetto la sua velocità: riuscì a subire tre dei quattro aculei nel braccio sinistro, già gravemente ferito e quindi poco utilizzabile nello scontro. Il quarto aculeo la colpì alla spalliera sinistra, al di sopra del cuore, frantumando la corazza nella zona circostante. Il corpo di Gutrun era quasi morto, come il nemico, anche un suo braccio era barcollante, senza forze, completamente dissanguato.

"Il mio ultimo attacco, guerriera, salutami tuo padre", urlò Telesto.

Gli occhi della figlia di Bud si accesero di odio. Ricordò l’addestramento, le parole del padre sulla sua infanzia e sullo scontro con Ikki della Fenice. Le tornarono in mente le visite alla tomba della madre e dello zio, quindi pensò alle due nuove tombe che avrebbe dovuto visitare, quella del padre e quella di Cetrydine. L’odio e la tristezza riempirono la guerriera del Nord.

"No Telesto non vincerai, perché so quale punto di congiunzione colpire", urlò la ragazza, espandendo ancora una volta il suo cosmo.

"Bianchi artigli della Tigre", invocò, lanciandosi contro il nemico.

Le ferite nelle gambe schizzarono sangue, il titano non si mosse, ma la guerriera di Mizar lo oltrepassò, arrivando alle sue spalle.

"Mi hai sconfitto", balbettò mentre le sue vestigia si frantumavano.

Tutti rimasero sorpresi nel vedere l’armatura di bianco titanio frantumarsi proprio al centro nel punto di congiunzione più importante, quello del pettorale. Sul ventre dell’abile tessitore si aprirono cinque solchi giganteschi da cui fuoriuscì la sua vita. Telesto cadde con il viso chino sulla neve, che ormai diventava rossa intorno a lui.

I cavalieri che osservato la lotta corsero verso i loro tre compagni. Bifrost prese in braccio Helyss, ferita dai suoi gesti di coraggio con cui aveva aiutato Gutrun. Golia sollevò il corpo ferito di Xael, attaccato alle spalle dal defunto titano tessitore.

Fu Skinir a prendere in braccio Gutrun, gravemente ferita, ma ancora viva, "Padre, ti raggiungo felice", sussurrò la ragazza, "No, prode guerriera del Nord, non è ancora il momento di lasciare questo mondo per te", le disse Freiyr, accarezzandole il volto sporco di sangue.

Il gruppo avanzò sulla vetta della collina guidato da Camus dell’Acquario.

"Non credevo che avreste battuto gli invasori", esordì una voce.

I cavalieri furono stupiti nel vedere i tanti corpi di guerrieri titani sparsi per terra senza vita. Una figura era ritta dinanzi a loro, "ma ora, chiunque voi siate, invasori o meno, dovrete affrontare me, Hemdall, custode del ponte arcobaleno, il ponte Bifrost", si presentò il dio, il nuovo avversario.