Capitolo 4: Vendette sulle nevi

"Dunque questo è Asgard, il regno del Nord sacro ad Odino", esordì una voce, uscendo da una caverna vulcanica nella città sacra al signore degli Asi.

"Si, Golia di Taurus, ti do il benvenuto nel sacro Regno d’Asgard, purtroppo però, non possiamo offrirti niente di ciò che ti sarebbe degno", si scusò Freiyr di Dubhe, comandante, insieme al cugino Camus, dell’armata diretta verso il ponte arcobaleno.

"Molto utili questi passaggi comunicanti fra le diverse caverne", rifletté l’unico spectre del gruppo, Aiace della Garuda, "Vero, generale di Hades, sono molto utili", concordò Reptile, il mariner dell’Anaconda.

"Helyss, Xael, da quanto tempo non tornavate più in questo luogo?", chiese Bifrost di Megres, rivolgendosi ai due santi d’argento, "Suppongo non gli sia più interessato ritornare in questa terra", borbottò Gutrun di Mizar, camminando in avanscoperta insieme a Skinir di Alioth.

"Sei sempre molto cordiale, guerriera di Mizar", ribatté infastidita la sacerdotessa del Pittore, "Non meriti di meglio, asgardiana e guerriera di Atena", ringhiò la figlia di Bud di Alcor.

"Sarà l’aria di Asgard, ma fra voi due sento sempre un gelo terribile", le schernì Bifrost, senza ricevere risposta da nessuna delle guerriere.

Il gruppo di 10 guerrieri avanzò silenziosamente in una strada parallela a quella diretta verso il castello di Hilde.

Oltrepassarono il bosco di Asgard, dalle rigogliose e robuste querce, ma non raggiunsero il castello, anzi deviarono verso la strada a sinistra, che li condusse alle pendici di una piccola collina ghiacciata.

"Cavalieri, secondo le leggende, si trova qui il varco per il ponte, custodito dal divino portatore del bianco Corno", spiegò Freiyr, indicando il vertice della collina.

"Sembrerebbe però, che anche qualcun altro sappia di queste leggende", affermò Aiace, indicando centinaia di impronte dinanzi a loro.

"Avverto dei cosmi, sono una trentina, ma fra loro, solo due titani pari all’assassino di Zero", avvisò Reptile.

"Che significa?", chiese Golia perplesso, "Che tipo di titano ha ucciso questo Zero?", domandò perplesso, "Credo si definisca un comandante di 3° grado, inoltre vi sono circa 30 guerrieri titani con i due", rispose il mariner dell’Anaconda.

"Speravo di non dovervi rincontrare, già ho ucciso due di voi, ma se mi costringerete, god warriors, vi eliminerò tutti quanti", tuonò una voce dal vertice della collina, "Pasiphae, lascia stare quel ponte, per ora occupiamoci di questi guerrieri", ordinò il titano.

Una trentina di figure dalle bianche vestigia brillarono dinanzi al sole nascente.

"Rivelati!", tuonò Freiyr, "Sono Telesto, l’abile tessitore, già invasore di Asgard, mentre lui è Pasiphae, il titano gobbo, che ha combattuto nel tempio di Apollo", si presentò l’assassino di Bud e Cetrydine.

"Lasciate a me Telesto", tuonò Gutrun, lanciandosi contro i titani sulla collina.

"Cavalieri di Asgard, è giunto il momento di combattere", tuonò Freiyr, sollevando Balmung verso il cielo. La spada sembrò brillare di luce propria, tanto da accecare i presenti. Skinir e Bifrost seguirono immediatamente l’ordine del loro sire, seguendo l’avventata guerriera di Mizar.

"Camus, sei pronto?", domandò felice Golia, "Si, cavaliere del Toro, sono pronto e voi cavalieri d’argento?", aggiunse il santo dell’Acquario, "Siamo pronti", risposero in un unico coro il maestro dei Ghiacci e la sacerdotessa del Pittore.

"Sei pronto, generale dei Mari?", affermò Aiace, "Si, judge dell’Ade", rispose Reptile. Anche i due guerrieri di Nettuno e di Hades si gettarono nella mischia.

"Ricordate, basta colpire le zone non difese dall’armatura bianca, per sconfiggere questi guerrieri titani", urlò Bifrost, "Hororo Ken", invocò poi il fratello di Alberich, dilaniando diversi avversari con la spada d’ametista.

"Wolves cruelty claws", tuonò Skinir, eliminando due nemici con il suo colpo e supportando gli attacchi che Freiyr compiva con la sacra spada Balmung.

"Aurora Thunder Attack", "Great Horn", urlarono quasi contemporaneamente Camus e Golia, distruggendo ben 15 guerrieri titani.

"Garuda’s flap", "Eyes shock", gli fecero eco il generale dei Mari ed il judge delle prigione centrali, eliminando altri cinque soldati di infimo livello.

In pochi secondi l’intero esercito fu spazzato via, solo i due comandanti titani di 3° livello erano ancora in piedi e dinanzi a loro, nessuno capì come, si erano posti Xael, Helyss e Gutrun, pronti a combattere.

"Cavalieri di Atena, occupatevi del gobbo", sentenziò la figlia di Bud, preparandosi a combattere con Telesto.

"Aspettate, ci occuperemo noi di loro", avvisò Golia, "No, cavaliere d’oro, questa è la mia vendetta, per la memoria di mio padre Bud", esordì Gutrun, "Anche io chiedo vendetta, per colei che mi ha addestrato, Shaina dell’Ofiuco", aggiunse Helyss del Pittore.

"Cavalieri d’oro, vi prego, desidero combattere, troppo superiore mi è stato Dione, mi sono addestrato per migliorarmi, così da avere almeno una vittoria", sentenziò il Maestro dei Ghiacci, avanzando insieme alle due guerriere.

"Guerriera di Asgard, ti avviso, non ti salverò nuovamente la vita", sentenziò Telesto minaccioso, "Tu non mi hai salvato la vita, me la hai rubata uccidendo mio padre e la mia unica amica", urlò per risposta la figlia di Bud.

"Nobili guerrieri, particolarmente coraggiosi", si congratulò Aiace, "Sono asgardiane di nascita le due guerriere ed il Maestro dei Ghiacci è stato addestrato nel gelido clima del Sacro Regno è ovvio il loro coraggio", tagliò corto Bifrost.

"Siete valorosi, voi guerrieri di Asgard, anche Zero lo era", sentenziò Reptile, avvicinandosi ai god warriors non impegnati nella lotta.

"Attaccatemi tutti e due insieme", urlò all’improvviso Pasiphae, correndo contro i due Silver saints.

"Titan meteor", tuonò il guerriero dalle bianche vestigia, saltando in aria, per poi ricadere su Xael.

Il corpo del Maestro dei Ghiacci andò in frantumi, "Meno uno", esordì il gobbo. "Diamond Dust", tuonò una voce alle spalle di Pasiphae, il quale cadde a terra, stordito, ma integro.

"Ricordi le parole di Nifer sui punti di congiunzione?", domandò Helyss al suo parigrado, "Si, ma non mi riesce così facile trovarli", spiegò il cavaliere della Corona Boreale.

"Groviglio di fili", tuonò all’improvviso Telesto, alle spalle della sacerdotessa del Pittore.

Helyss si voltò e vide dei sottilissimi fili di titanio scagliarsi contro di lei, "Gettati a destra!", ordinò Gutrun, evitando che la Silver saint fosse intrappolata.

"Telesto, quante volte mi devo ripetere? Sono io il tuo avversario", urlò la guerriera di Mizar.

"Viking tiger claws", invocò la god warrior, gettandosi contro il nemico.

"Ho già visto questa tecnica", sentenziò semplicemente il titano, parando l’attacco, "Tessitura dei cieli", invocò in seguito l’abile tessitore.

Gutrun, seppur con difficoltà, riuscì ad evitare l’attacco, movendosi agilmente nel reticolo nemico, "Anche io ho già visto questa tecnica", lo schernì la figlia di Bud.

"Cavalieri, trovate in voi il settimo senso", tuonò Camus, che osservava lo scontro.

"Vi ucciderò prima che riuscita a trovare questo senso", li minacciò Pasiphae, ritentando lo stesso attacco.

I due Silver saints non si mossero, non cercarono di evitare l’attacco nemico, ma rimasero fermi, concentrando i loro cosmi, che lentamente superavano i limiti avuti fino allora.

Ricordava Xael, ricordava il duro allenamento presso Hyoga, da cui era giunto camminando per mesi lungo le lande ghiacciate di Asgard. Durante il duro allenamento, moltissimi amici lo avevano accompagnato, fra tutti Zero e Serkal, tutti, seppure in modo diverso, fedeli guerrieri e coraggiosi. Ora di queste tre amici, solo lui, il nuovo Maestro dei Ghiacci, era ancora vivo.

Un gelido vento si alzò intorno all’allievo di Hyoga, quando egli aprì gli occhi, "Aurora Thunder Attack", tuonò il cavaliere d’argento, scagliando l’<Aurora del Nord> ad una velocità e potenza tale da congelare i punti di congiunzione sul pettorale, che andarono in frantumi, distruggendo il pettorale di titanio.

"Ottimo, cavaliere, colpo quasi perfetto", sentenziò Camus, lieto di vedere le capacità del compagno d’addestramento.

"Deadly theards", tuonò Telesto, colpendo alle spalle Xael, che fu ferito alle gambe ed alla cinta, cadendo in ginocchio.

"Maestro dei Ghiacci", urlarono i cavalieri d’oro, "Fermi, non avanzate", tuonò Helyss, bloccandoli con un gesto. "Ha ragione, quale onore vi sarebbe nel farsi aiutare da coloro che sono più potenti, ancora Helyss e Gutrun non hanno iniziato i loro scontri", concordò Reptile.

"Fatti sotto, gobbo, ti sistemerò", urlò Helyss, "No, sacerdotessa, sarò io il tuo avversario", ribatté Telesto, ponendosi fra il ferito Pasiphae e la Silver saint.

"Double tiger claws", tuonò Gutrun alle spalle del titano.

Un sorriso si era dipinto sul volto dell’abile tessitore, sicuro di poter evitare questo secondo colpo, ma qualcosa accadde, che egli non aveva supposto: la god warrior raggiunse la velocità della luce, colpendolo allo stomaco e producendo un taglio sull’armatura.

Tutti rimasero sorpresi dal colpo della figlia di Bud, eccetto forse Skinir e Freiyr, ma nessuno si aspettava di vedere ciò che scorreva sulle guance di Gutrun: lacrime di dolore.

"Hai ucciso mio padre, colui che mi aveva cresciuto ed addestrato. Solo un’altra persona mi aveva dato altrettanto affetto, Cetrydine, la mia migliore amica, che come me era figlia di un nobile casato e non ha potuto scegliere la vita di guerriera, è stata cresciuta per diventarlo", sussurrava piangendo la god warrior.

"Togliti di mezzo mocciosa", urlò Pasiphae rialzandosi, "Titan’s rock", invocò, gettandosi contro la figlia di Bud.

"Spostati, Gutrun", ordinò Helyss, ponendosi come scudo alla god warrior, "Io e Zadra abbiamo sempre voluto essere come voi god warriors, ma il nostro non era un casato guerriero, quindi non ci era concesso, ma per stare allo stesso livello con te e Cetrydine, così fortunate da combattere insieme alle due persone a noi più care, abbiamo deciso di diventare sacerdotesse di Atena. Forse non ci amiamo vicendevolmente, io e te, ma entrambe ci rispettiamo, quindi ti lascio il tuo scontro, mi accontenterò di questo insetto gobbo per onorare la mia insegnante Shaina", disse la sacerdotessa del Pittore, proteggendo la god warrior.

"Helyss", balbettò Gutrun, "Non ti preoccupare, non mi servirà nemmeno lo spirito dell’Orso, dopo il mio addestramento di questa settimana", affermò la guerriera con tono rilassato, allontanando da se Pasiphae.

La sacerdotessa del Pittore scattò contro il titano, oltrepassandolo velocemente. "Cosa speravi di fare?", domandò divertito il gobbo.

"Guardati il petto, stupido", urlò divertito Bifrost, indicando alcuni strani simboli apparsi sul corpo del titano.

"Ora sei sconfitto", sentenziò Helyss, scagliandosi contro il nemico e frantumandogli l’elmo con un pugno, "Ho indovinato subito il punto di congiunzione", affermò divertita la sacerdotessa guerriero, prima di iniziare a colpire il nemico.

Una serie di pugni e calci potentissimi, portati al petto ed al volto, fecero barcollare il titano, che cadde dalla vetta della collina, rotolando per molti metri, finché non arrivò, ormai morto, nella zona pianeggiante.

"Questo è per te, maestra Shaina", disse fra se Helyss, avvicinandosi a Xael, che si era lentamente ripreso.

Tutti attendevano lo scontro fra Gutrun e Telesto, gli unici due che ancora si studiavano reciprocamente.