Capitolo 27: Dinanzi a Shiva e Visnù
La voce di Shiva era stata chiara: i cavalieri dovevano presentarsi ai tre dei orientali, quindi nessuno dei cavalieri, dopo la spiegazione di Jink, aveva opposto resistenza a seguire il rinato guerriero di Genbu.
Il gruppo di guerrieri varcarono un gigantesco portone di giada, per trovarsi in una stanza circolare, dal tetto piatta.
"Guardate chi arriva", indicò Eric del Corvo, mentre sia Esmeria sia Kaor varcavano altri due portoni, infine anche Ryo e Koryo si congiunsero a tutti gli altri cavalieri.
Tre figure rimasero seduti ad attendere che tutti i cavalieri si riunissero. Due uomini ed una donna.
"Benvenuti cavalieri", esordì uno dei tre, una figura molto particolare: lunghi capelli spettinati e sciolti fino alle spalle di color marrone, un fisico scoperto e muscoloso, occhi verdi e ricchi di follia. I vestiti lasciavano intuire ancora di più qualcosa di folle, ma insieme di nobile, in quest’uomo. Una gigantesca collana con tre teschi legati all’interno e un pantalone strappato erano queste vesti particolari.
Il secondo uomo, invece, era molto più serio nell’aspetto. Corti capelli pettinati, un’armatura indiana color perla ed alla cinta una sciabola, la cui impugnatura rappresentava una garuda.
Subito i quattro Beast Keepers si inginocchiarono ed i cavalieri olimpici imitarono il loro movimento, "Quello con la sciabola è Visnù, mentre colui che ha parlato è Shiva, il Benevolo", spiegò sottovoce il guerriero di Seiryu.
"La donna?", domandò Myui, osservando la figura femminile nascosta da un lungo mantello, "Lei è Kalì, la divina sposa del Benevolo", rispose Esmeria.
"Speravamo di poter testare le vostre capacità prima di incontrarvi e ciò ci è stato concesso, quindi ora parleremo apertamente con voi, cavalieri, mostrandovi la nostra parte nel rituale del Simbolo", si congratulò Shiva, iniziando il suo racconto.
"Millenni fa, Urano era il terrore sulla terra e nostro fratello, Brama, accettò di aiutare Zeus, signore dell’Olimpo, nella battaglia contro quest’ancestrale divinità maligna. Visnù stesso lo seguì sulle rive del Sai, luogo in cui richiamarono l’Energia del Mantra, la pura essenza spirituale, che voi chiamereste energia cosmica", spiegò il Benevolo, "ma ora, concederò a mio fratello di raccontarvi cosa egli fece quel giorno, con lo scomparso Brama, nostro venerando fratello e signore", concluse il dio, sedendosi nuovamente sul trono.
"Cavalieri, quel giorno, io, insieme al venerabile Brama, raggiunsi il punto in cui le rive del Sai sono deserte e li conficcai la mia sciabola, mentre il nobile dio che mi era fratello, iniziò a recitare arcane e potenti parole, così da porre uno dei quattro Simboli del Comando", iniziò il dio, ma un’esplosione d’energia troncò il suo racconto.
"Spero di recarvi disturbo", li schernì una voce femminile, due potenze cosmiche erano entrate nella sala, due titane erano ora dinanzi ai cavalieri ed agli dei.
"Tu", balbettò Obbuan, riconoscendo Bianca, l’assassina di Serkal dello Stivale Alato.
"Dei indiani, sono Bianca, la Malvagia Regina delle Catene, e lei è Phoebe, la Viaggiatrice dimensionale, siamo ambedue comandanti di 2° grado dell’esercito di Urano ed avremo l’onore di togliervi la vita", sentenziò la titana, senza curarsi dei guerrieri mortali.
"Phoebe, toglimi di torno questi insetti, io mi occuperò degli dei indiani", ordinò la Regina delle catene.
Colei che aveva attaccato i guerrieri di Apollo alzò le braccia e dei muri neri circondarono i cavalieri olimpici, solo i quattro Beast Keepers si allontanarono in tempo dall’attacco nemico, "Another hands", sentenziò la titana, scatenando il proprio attacco.
I due spectres ed i Silver saints si scatenarono contro le mani oscure che fuoriuscivano dalle mura, "Fairy thorning", urlò Myui, "Fire wip", esclamò Lune, "Stringer fine", cantò Real della Lira, "Crow’s wings", concluse poi Eric del Corvo.
"Ottime tecniche, cavalieri, ma sembrano sufficienti per farci uscire, permettetemi un aiuto", esordì Obbuan, lasciando tutti stupiti, "Luce d’Oriente", esclamò poi, scatenando una sfera di luce accecante, che polverizzò l’attacco della nemica.
"Lasciate a me costei", chiese il messaggero del Caduceo, "ma non tentate di attaccare singolarmente l’altra titana, le sue catene sono armi temibili, probabilmente saprebbero evitare ogni mio attacco", spiegò l’anghellos, prima di porsi dinanzi a Phoebe.
"Dove osi andare, titana?", tuonò il guerriero di Seiryu, scattando in avanti con la propria spada, ma Bianca evitò con facilità l’attacco dell’allievo di Shiryu, "Non farmi ridere, cavaliere, sei stanco e lento, troppo insulso per me", lo derise Bianca, evitando l’attacco.
"Ali della Fenice", urlò allora una voce femminile alle spalle della titana, ma le catene di Bianca si posero a difesa, parando l’attacco, "Sei più forte di quel tuo parigrado, ma pur sempre una misera mortale", affermò la guerriera dalle bianche vestigia, rivolgendosi alla figlia di Ikki.
Kaor e Jink si posero dinanzi alla nemica con le armi in pugno.
Bianca osservò i quattro nemici intorno a se, "Vedrò di essere chiara, così non mi darete più fastidio", sentenziò la titana, "Underchain", urlò poi, colpendo i quattro Beast Keepers con le bianche catene ed atterrando Koryo.
"Perirai, vile essere", minacciò la guerriera di Suzaku, impugnando la temibile frusta, "Fire Phoenix Tail", tuonò la figlia di Ikki, scatenando il colpo infiammante contro la nemica, che bloccò l’attacco con una delle sue catene, "No, tu perirai, mortale", ribatté Bianca, scagliando una seconda catena contro Esmeria. Una nuova frusta interruppe lo scontro, bloccando la seconda arma della titana, era la frusta di Lune di Barlog, "Ho dei conti in sospeso con voi titani, non vedo l’ora di farvela pagare", sentenziò lo spectre, bloccando l’altro braccio della nemica.
L’energia di Bianca esplose intorno al suo corpo, "Deadly white spiral", ordinò la titana, mentre le catene si liberavano dalla morsa delle due fruste, circondando e stritolando i due guerrieri avversari.
"Sono troppo potente per tutti voi", esordì divertita la titana.
"Ne sei sicura?", domandò una voce, mentre tre energie cosmiche si concentravano nei palmi delle mani di tre guerrieri.
"Ora, miei allievi, attacchiamo", ordinò Kaor di Byakko a Tok’ra ed Adtula. "Ruggito d’Oriente", urlò l’asceta, "Abbandono dell’Oriente", aggiunse il santo di Virgo, "Bagliore dell’Oriente", concluse il berseker.
Le tre sfere di energia volarono contro la titana, la quale non riuscì a difendersi e fu colpita dai tre colpi combinati, così da cadere a terra, con le vestigia danneggiate.
Bianca si rialzò e si guardò intorno: uno spectre e la guerriera della Fenice erano a terra, feriti, medesima situazione per il combattente di Seiryu, mentre il santo della Bilancia ed il berseker erano chiaramente stremati, neppure il monco e il Beast Keeper della Tartaruga sembravano in piena forma, invece i Silver saints e l’altro spectre erano pronti alla lotta, come anche il santo della Vergine e Byakko. Solo l’anghellos di Ermes era intento a combattere con Phoebe.
"Ora Viaggiatrice, ti vincerò in onore di coloro che caddero a Delo", esordì Obbuan, impugnando il sacro Caduceo del divino Ermes.
"Prima di vincermi, dovresti prendermi, messaggero", lo derise la titana, scomparendo nell’oscurità di un varco dimensionale.
Obbuan osservò stupito la scomparsa della nemica, per poi cadere a terra, colpito da un calcio alla schiena, "Spiacente, messaggero, ma per me che viaggio attraverso le <Black door>, è difficile essere presa", lo schernì Phoebe, prima di scomparire nuovamente.
Un secondo calcio colpì l’anghellos del Caduceo, stavolta allo stomaco, rotolando alcuni passi più a destra.
"Ora addio, messaggero, preparati a subire l’ultimo attacco", minacciò la titana, prima di scomparire nuovamente attraverso una "Black door".
Obbuan si inginocchiò e chiuse gli occhi.
Fu un attimo, poi le braccia del messaggero bloccarono un calcio della titana, atterrandola.
"Mi dispiace, guerriera dalle bianche vestigia, ma ormai non potrai più sorprendermi", affermò l’anghellos, rialzandosi in piedi.
Phoebe, senza neppure rialzarsi, scomparve in un altro baratro dimensionale. Nuovamente con uno scatto Obbuan bloccò l’attacco nemico, utilizzando il sacro Caduceo come oggetto difensivo, con cui poi colpì più volte il corpo dell’avversaria.
"Sei molto più forte degli Astri di Apollo, complimenti, cavaliere", si congratulò la titana, "Non più forte, ma a conoscenza di alcuni segreti sulle vostre vestigia, oltre che capace di una calma superiore, seppur sono meno propenso alla battaglia", ribatté Obbuan, rimpicciolendo il sacro Caduceo che teneva in mano.
"Anche tu sei spinto da ragioni vitali?", domandò divertita la titana, "Si, la pace nel mondo e la certezza che gli dei olimpici avessero qualcosa di giusto in loro, oltre a tutti i difetti che chiunque avrebbe potuto notare in loro", rispose Obbuan, "La fede nelle divinità greche è offensiva per noi titani, sconfitti ed imprigionati da Zeus ed i suoi figli ed alleati", ringhiò la guerriera, scomparendo in un varco dimensionale.
"Adesso basta, titana", sentenziò tristemente l’anghellos, evitando l’attacco nemico ed oltrepassando l’avversaria.
"Che mi hai fatto?", balbettò la guerriera, che sembrava incapace a muoversi, "Il Tocco del Caduceo può curare le malattie fisiche e spirituali, ma può anche uccidere i nemici, o più semplicemente, paralizzarli", spiegò l’anghellos, "è questo ho fatto alle tue gambe, le ho paralizzate", concluse Obbuan.
"Dunque non posso più viaggiare? Ebbene farò viaggiare te, verso il Tartaro", sentenziò Phoebe, aprendo le mani, "Dimensione celeste", invocò la titana.
Obbuan sollevò il Caduceo verso l’avversaria, l’oggetto iniziò a brillare del illuminante cosmo del messaggero, "Nuntio finale", urlò l’anghellos di Ermes, prima che una bianca figura alata volasse contro il varco dimensionale aperto da Phoebe.
Con uno scatto proprio di un vero seguace di Ermes, Obbuan evitò l’attacco della titana, mentre la bianca figura scaturita dal suo cosmo sembrava scomparire nel baratro dimensionale, per poi riapparire, però, dinanzi a Phoebe, che fu mortalmente colpita al ventre dall’attacco, cadendo a terra, morente.
"Come hai fatto?", sospirò la titana, "L’energia del mio cosmo e della mia fede si è congiunta a quest’oggetto, il Sacro Caduceo di Ermes, così da permettermi di creare un vero viaggiatore, un messaggero di morte che ti ha sconfitto, sconfiggendo anche la tua perplessità sulla forza della speranza", rispose tristemente l’anghellos, dinanzi alla nemica morente.
Bianca rimase stupita nel vedere Phoebe morta per mano di quell’anghellos che lei stessa aveva sconfitto.
"Dovrò sbrigarmi, tutti questi nemici ed il mio bersaglio sono solo quelle tre divinità, devo eliminarli in fretta", pensò la titana, espandendo il proprio cosmo.
"Catene dei cieli", tuonò la Malvagia Regina, scatenando le sue armi di titanio.
Ryo si mosse alla velocità della luce, "Attento, berseker", urlò il santo di Libra, ponendosi dinanzi al guerriero di Ares con lo scudo dorato, che parò il colpo, ma gettò a terra ambedue i combattenti fedeli a divinità greche per la sua potenza.
Tok’ra espanse il proprio cosmo dorato, così da creare uno scudo intorno a se ed a Neleo di Hammerfish ed entrambi si salvarono dall’attacco nemico, ma il santo della Vergine crollò a terra per la stanchezza, "Ha un colpo veramente potente, oltre che quasi invisibile per la velocità a cui è scagliato", rifletté il successore di Shaka.
"Ci sono ancora due catene, attenti, cavalieri", esclamò Kaor di Byakko.
"Lune", urlò Myui, volando verso il suo compagno e ponendosi come scudo dinanzi a lui. L’impeto dello scontro tra la surplice di Papillon e la catena di titanio fu devastante, ma il corpo dello spectre non resse alla forza dell’attacco.
"Myui, amico mio", balbettò lo spectre di Barlog, avvicinandosi al corpo del compagno ferito, ma ormai era tardi, anche lo spectre di Papillon era tornato ad essere un puro spirito, ora che la sua reincarnazione era nuovamente morta.
"L’ultima catena si dirige verso di voi, santi d’argento", urlò Obbuan, scattando in avanti verso Real ed Eric e salvandogli la vita, rimanendo però ferito ad una gamba.
"Ottimi riflessi, allievo", esordì Kaor, "ma adesso lascia a Genbu ed a Byakko la difesa delle divinità indiane", propose l’asceta.
"Fratello, cognata, allontanatevi da qui, rimarrò io per combattere con questi nostri difensori", esordì Visnù alzandosi dal suo trono.
"No, sei forse impazzito, vuoi morire qui, fratello mio?", domandò Shiva, "No, Benevolo, non sono impazzito, ma non possiamo permettere a dei semplici uomini di compiere tutto il lavoro da soli e sembrerebbe che la nostra speranza di aiutarli soltanto con dei consigli non sia attuabile, quindi io combatterò qui, voi rifugiatevi in un luogo più sicuro", rispose il dio, impugnando la sciabola.
Kalì e Shiva scomparvero nella luce.
"Genbu, Byakko, vi darò una mano", sentenziò il dio.
"Bene, dio Visnù, ti ringrazio di avermi semplificato il lavoro", esordì Bianca, osservando la divinità, pronta alla lotta, "Come osi rivolgerti ad un dio con tali parole?", ringhiò Jink, scattando in avanti, "Ora proverai la mia arma, l’Ascia della Tartaruga del cielo Settentrionale", minacciò l’allievo di Sion, brandendo la "Turtle Axe".
"Underchain", urlò la titana, colpendo il Beast Keeper, ancora intento a saltare contro di lei.
Jink ricadde a terra, ferito anche all’altro braccio.
"Tu, guerriero della Tigre, vuoi tentare un altro folle attacco?", domandò beffarda la titana, "Se ricordi ti ho già danneggiato le vestigia", la derise il cavaliere.
"Underchain", urlò nuovamente Bianca, scatenando ancora una volta l’attacco, ma stavolta non ebbe effetto, Kaor evitò il colpo con un salto, roteando la lancia sopra il capo, "Ora preparati, poiché subirai la furia della Tigre del Cielo Orientale, la furia di Byakko", minacciò l’asceta.
"Furious tiger attack", tuonò il Beast Keeper, attaccando Bianca, la quale subì il colpo, senza però riportare danni letali.
"Mi inizi ad annoiare, uomo", ringhiò la Malvagia Regina delle Catene, "Anche tu ci annoi, titana", ribatté Jink, rialzatosi alle spalle della nemica.
Le braccia del vecchio guerriero ringiovanito erano sporche di sangue, ma fra il rosso delle ferite esplose una luce dorata, "Stardust Shellshock", urlò il guerriero di Genbu, scatenando l’attacco più potente di cui era padrone.
Bianca volò a terra, investita dalla potenza della polvere di stelle, ma nel medesimo momento, anche la titana scatenò un attacco, "Deadly white spiral", aveva urlato, mentre la "Stardust Shellshock", la investiva.
Jink fu stritolato fra le spire delle bianche catene e del suo corpo non rimase che una figura dilaniata e morente.
"Jink!", urlò Kaor, correndo verso il parigrado, "Lascio a te il comando dei Beast Keepers, asceta", balbettò il vecchio, la cui pelle si increspava sempre di più, sotto i rivoli del sangue, sgorgante dalle ferite.
"Ora è il tuo turno, mortale", minacciò Bianca, preparandosi ad attaccare l’allievo di Shaka, "No, è il tuo di turno, titana", ribatté Visnù, apparendo alle spalle della nemica e scatenando un fendente contro di lei.
L’armatura di titanio fu danneggiata dall’attacco del dio, Bianca era in ginocchio, sanguinante, per la prima volta era rimasta veramente ferita da un attacco nemico, "Penso che non potrò eliminarvi tutti, né potrò sconfiggerli i tre dei indiani, ma mi prenderò almeno un dio", sentenziò la Malvagia Regina delle Catene.
Visnù alzò la spada verso il capo della nemica, ma Bianca si mosse di scatto e legò due delle sue catene contro il corpo del dio, "Adesso!", urlò poi, "Catene dei cieli", urlò poi, prima di scatenare le altre due catene contro il corpo del dio, che riuscì a distruggerle con dei veloci movimenti della sciabola dall’impugnatura a forma di Garuda.
"Preparati a subire il <Garuda Saber>, titana", minacciò il dio, "Hai dimenticato le altre due catene", ribatté la nemica, sorridendo e scatenando le due armi con cui bloccava la divinità.
Le catene colpirono in pieno petto Visnù, frantumandogli la cassa toracica.
"Divino Visnù", urlò Byakko e proprio in quel momento riapparve Shiva, il Benevolo.
"Meglio subire una punizione di mio padre, che morire per mano di uomini", disse poi Bianca, osservando i nemici ancora in piedi, per poi scomparire.
Quando ormai Bianca non era più nella sala centrale degli dei indiani, Shiva cadde in ginocchio, piangendo dinanzi ai cavalieri per la morte del fratello, "Scusate questo sfogo di dolore cavalieri", esordì il dio, riprendendo la sua natura serietà, quindi prese l’arma del divino Visnù e la porse a Real della Lira.
"Riposate qui finché non vi risentirete in forze, poi dirigetevi dai vostri compagni e raggiungente le rive del Sai", ordinò il dio indiano, "Come, divino?", domandò il musico d’argento, "Sull’impugnatura a forma di Garuda vi sono delle parole, quelle serviranno per compiere il cerimoniale, sarà Suzaku a leggerli, mentre per raggiungere le rive del Sai ed utilizzare questa sacra arma, avrete bisogno di Seiryu, vi cederò ambedue i guerrieri, poiché basterà Byakko a guidare le Indù Army", spiegò il Benevolo.
"Grazie, divino Shiva", esordì Tok’ra, "Ben presto raggiungeremo i nostri compagni insieme ai due Beast Keepers, solo il mio venerando maestro resterà con lei, se è ciò che desidera", spiegò il santo di Virgo, aiutando i compagni a rialzarsi.
Un’altra battaglia era finita ed ora, malgrado ancora nessuno dei cavalieri lo sapesse, tutte le parti dell’Antico Rituale erano nelle loro mani, anche se dei temibili nemici si erano introdotti nel rifugio dei fabbri di Efesto, occupando i cavalieri lì rimasti in ardue battaglie.