Capitolo 24: La Fenice del Cielo Meridionale
Il gruppo di cavalieri olimpici continuò a seguire il vecchio Jink lungo il corridoio, quando alcuni di loro notarono che il fiume, che li aveva seguiti lungo tutto il cammino fatto fino ad allora ed i cristalli azzurri erano scomparsi, poco dopo aver oltrepassato una specie di porta.
"Vecchio, perché non vi sono più quei cristalli ad illuminarci la via, ma delle grosse fiaccole?", domandò incuriosito Real della Lira, "Ottima osservazione, cavaliere, ma la risposta è incredibilmente semplice, siamo nel territorio di Suzaku", spiegò la guida.
"Territorio di Suzaku?", domandò incuriosito Eric del Corvo, "Si, santo d’argento, le quattro porte costituiscono i limiti dei territori. Quella del Nord, custodita dall’armata di Idom è il limite fra il territorio di Genbu e quello di Seiryu, mentre quella dell’Est, che abbiamo appena superato e che è protetta dai Dhritastra, guidati da Eknom il veloce, segna il limite fra il Cielo Orientale di Seiryu e quello Meridionale di Suzaku. Medesima cosa vale per la porta del Sud, custodita dai soldati di Vanker, comandante dei Viridhaka e quella Occidentale, sotto il controllo di Namaea e le sue Vimpaska", concluse il vecchio, mentre il lungo corridoio, sabbioso ed illuminato da moltissime torce, simili a triangoli di fuoco, si ampliava in una gigantesca sala conica.
La stanza non era chiusa da una superficie semisferica, come quella di Seiryu, ma da una zona piana e piatta, che le dava appunto una forma cilindrica.
Al centro della stanza, una gigantesca statua, simile ad una fenice che si innalza maestosa verso il cielo e tutto intorno, ai piedi della statua, delle are accese, per onorare la gigantesca creatura.
"Siete dunque giunti", esordì una voce, poco distante dalla statua, "quindi Seiryu, il Drago del Cielo Orientale è stato sconfitto?", domandò il misterioso avversario, senza mostrarsi, "No, venerabile Fenice", rispose Jink, "egli ha concesso loro di passare, dopo essersi addirittura rivelato", spiegò l’anziano.
"Quindi, Seiryu li reputa degni di incontrare Shiva e Visnù, bene, vediamo se avranno anche la mia approvazione", ribatté l’avversario, mostrandosi.
Aveva un fisico esile e snello, l’armatura copriva completamente il nuovo arrivato. Gambe e braccia erano nascoste da scaglie arancioni, costellate di spire verdastre, il corpo dell’armatura era unico, non vi era distinzione fra cinta e pettorale, costituiva un unico pezzo arancione, rifinito con decorazioni verdi, che risaltavano come piume di un bellissimo colore su altre magnifiche piume. I piedi erano coperti da poderosi artigli color arancio, mentre le spalle e la schiena erano nascosti da immense ali stilizzate. Due code di fenice partivano dalle spalle, per raggiungere terra. Il volto erano completamente nascosto da una maschera, simile al becco del Mitologico Uccello del Cielo Meridionale. In mano, il guerriero, impugnava una terza coda, un’arma possente, una frusta.
"Bene, cavalieri, chi di voi, si dovrà per primo arrendere a Suzaku?", domandò l’avversario, con fare distaccato e quanto mai freddo.
"Vado io", esordì Lune di Barlog, avanzando di qualche passo, "No, spectre", ribatté Adtula del Leone, ponendosi dinanzi a lui, "Già prima il santo d’oro ha preso il mio posto, ora tocca a me combattere, se no, che guerriero di Ares sarei?", domandò divertito il berseker, impugnando la possente Spada.
"Dunque, sarà un berseker il mio primo avversario", rifletté il Beast Keeper, "Si, Suzaku, se questo è il nome con cui devo chiamarti", rispose Adtula, "Questo è il nome con cui mi chiamano da anni e finché questa maschera non cadrà, per voi non ne avrò altri", sentenziò il guerriero della Fenice Meridionale, schioccando la frusta.
I due avversari erano uno fermo dinanzi all’altro, la Spada di Ares era sollevata, parallela alla testa del berserk, mentre la frusta della Fenice compiva un lieve movimento ondulatorio, fra le mani di Suzaku.
"Spada distruttrice", esordì poi Adtula, scatenando una potentissima onda d’energia.
Suzaku saltò in aria, "Vola?", balbettò Neleo, nell’osservare l’esile figura librarsi in aria come una vera Fenice, "No, ma malgrado sia apparentemente esile e mingherlino, quel guerriero deve avere una grande potenza muscolare", rifletté Myui di Papillon, osservando l’agilità del Beast Keeper.
"Fire Phoenix Tail", urlò il Beast Keeper, legando fra le spire della frusta il berseker, che poi prese fuoco.
"Questo non dovrebbe essere uno scontro all’ultimo sangue", ribatté infuriato Lune, "Nemici potenti cercano di uccidere i vostri dei e voi vorreste uccidere noi altri?", sentenziò lo spectre di Barlog, "Silenzio!", tuonò Suzaku, "Non ho ucciso ancora nessuno, quella era solo una sua illusione ottica, se non finisce di giocare con me, questo berseker rischierà veramente la vita", minacciò il Beast Keeper, ritirando la frusta incendiaria.
Tok’ra ebbe un sussulto, poiché riconobbe qualcosa nel tono e nella cadenza dell’avversario, qualcosa di famigliare e già sentito in qualcun altro.
"Scusami, Suzaku, ma dovevo testare la potenza di quell’arma", spiegò il berseker, mostrandosi alle spalle dell’avversario, "e quale mossa migliore delle <Illusioni luminose >?", affermò il guerriero di Ares, preparandosi nuovamente allo scontro.
Si sentì distintamente una risata provenire dalle labbra del guerriero della Fenice, "Non ti preoccupare di ciò, non userò più la frusta, poiché è un’arma sacra e non si deve usare per questi esami", spiegò la voce da sotto la maschera di Fenice, prima che la possente frusta, prodotta dalla coda della Fenice del Cielo Meridionale, fosse riposta.
"Mi sottovaluti, Suzaku", affermò Adtula, sollevando l’Arma, "No, al contrario, userò le mie due tecniche preferite così, è un gesto di rispetto", spiegò il freddo avversario, prima di muoversi alle spalle del berseker.
"Sei veloce, guerriero, ed agile, ma niente di più", sentenziò il berseker, roteando su se stesso, così da colpire il nemico con la possente Spada, Suzaku, però, non si mosse.
"Non solo veloce, berseker, guarda che cosa hanno fatto gli artigli della Fenice alle tue mani", sentenziò l’avversario, indicando le mani di Adtula.
Il guerriero di Ares notò solo allora che le sue braccia erano state mozzate di netto all’altezza dell’avambraccio, "Ma come può essere?", urlò spaventato il berseker, cadendo in ginocchio, "Ora preparati a perdere la testa, per i miei possenti artigli", sentenziò Suzaku, "Non hai superato l’esame", disse, prima di muovere la gamba verso la testa nemica.
Adtula cadde a terra, la Spada di Ares e l’elmo del Leone erano caduti, anche se l’avversario non lo aveva realmente attacco, gli era solo passato accanto.
"Costui non ha superato l’esame, chi vuol essere il prossimo?", domandò Suzaku.
"Genmaken", balbettò stupito Tok’ra, "Solo un uomo può averti insegnato questa tecnica, se tu hai meno di 30 anni, cavaliere", affermò il santo di Virgo, "Il prossimo dei miei avversari scoprirà che altre tecniche ho ereditato dal mio amato maestro", sentenziò semplicemente il Beast Keeper, lasciando intravedere un barlume di umanità sotto le piume verdi ed arancioni.
"Perché non le fai vedere a me?", domandò una voce alle spalle di Suzaku, "Sei forte anche spiritualmente, berseker", si congratulò il guerriero della Fenice del Cielo Meridionale.
"Sono un allievo di Kaor, il grande asceta, non sperare di sconfiggermi con un semplice colpo psichico", sentenziò il guerriero di Ares, "Un allievo di Kaor, l’asceta? Bene", esclamò il Beast Keeper.
"Ora vedremo quanta potenza ti resta ancora", minacciò la guerriera, "Tutta la potenza che la morte di Circe ed il sacrificio di Rasuin e Yakros mi hanno dato", ribatté il berseker, sganciando l’armatura dal corpo.
"Mi attacchi senza armatura? Non pensi sia un atto di eccessiva sicurezza?", domandò il Beast Keeper, mentre Adtula concentrava l’energia cosmica fra le mani.
"Bagliore d’Oriente", sentenziò il berseker, scatenando la sfera d’energia contro Suzaku.
Il guerriero della Fenice bloccò il colpo con le mani, ma l’impeto dell’attacco lo fece barcollare indietro, emettendo uno strano urlo di sorpresa.
Tutti rimasero sorpresi dalla voce che fuoriuscì dalla maschera, che per la prima volta sembrava quella vera, seppur un po’ in falsetto.
"Ora, berseker, subirai tu il mio attacco di pura potenza", minacciò la voce gutturale dalla maschera, preparandosi ad attaccare, "Preparati a subire il battito d’ali della Fenice, che polverizza pure le stelle!", sentenziò il Beast Keeper, lasciando tutti sbalorditi, tranne Tok’ra.
"Lo aveva detto Koryo, sono tutti allievi di santi d’Atena, costui, in particolare, di Ikki della Fenice", spiegò il santo di Virgo.
"Ma il possente Ikki ha addestrato solo i suoi figli", ribatté Eric del Corvo, "Lo so, cavaliere d’argento, lo so", gli rispose Tok’ra.
"Ali della Fenice", urlò Suzaku, scatenando il feroce vento infuocato della Fenice, che investì in pieno Adtula, gettandolo contro una parete della stanza.
Il berseker, senza più l’armatura, si ritrovò pieno di ferite, ma ebbe la forza di rialzarsi, "Guerriero di Ares, ti consiglio la resa, hai dimostrato il tuo coraggio e la determinazione, ma non sei capace di battermi, quindi lascia che sia qualcun altro a scendere in campo, o almeno lotta alla pari con me, prendi la tua spada", propose il Beast Keeper.
Adtula sembrò diventare pensieroso mentre impugnava la Spada, "Sia pure, cavaliere di Suzaku, ti mostrerò la mia tecnica migliore e se essa non ti sconfiggerà, mi arrenderò, anche perché non avrò più forza in corpo", sentenziò il berseker, sollevando l’Arma.
"War sword fist", urlò con tutte le sue forze il comandante dell’esercito di Ares, scatenando lo sciame d’energia della spada, assorbito dalla sua stessa linfa vitale.
"Che potenza", osservò stupefatto Suzaku, preparandosi a saltare, ma stavolta l’agilità dell’esile figura non fu sufficiente, poiché la seconda delle due lame energetiche lo investì in pieno, scaraventandolo contro una parete della stanza, che andò in frantumi.
Adtula cadde a terra e Suzaku fu sepolto dalla frana.
"Nuovamente entrambi a terra", rilevò con un sottile umorismo Myui, mentre tutti si avvicinavano ai due.
Suzaku si rialzò di scatto, il suo cosmo non era diminuito, anzi era addirittura superiore a prima, "Proprio come Phoenix, risorge dalle sue ceneri ancora più forte", balbettò Tok’ra, stupefatto, "Si, cavaliere di Virgo", gli rispose una voce di donna.
Solo allora tutti notarono che la maschera della Fenice si era lentamente spostata, mostrando la morbida pelle di una fanciulla e le sue eleganti e sensuali labbra, "Costui è una guerriera?", domandò stupito Lune, "Si, sono Esmeria, figlia di Didone ed Ikki, signori di Cartagine", si presentò la figlia del santo divino, mostrando il suo volto.
La carnagione era identica a quella paterna, aveva qualcosa che ricordava i fratelli, ma di certo non i capelli, cinerei, ma gli occhi, duri e simili ai paterni. La lunga chioma ora ondulava fra le code dell’armatura.
"Il santo della Fenice Divina aveva una figlia?", esclamò stupito Eric, "Si, sapevo anche io ciò, Abel me ne aveva accennato, ma credevo fossi morta sei anni fa", rispose il santo di Virgo.
"Triste è la mia storia, cavalieri, e frutto della stupidità di una fanciulla", esordì lei, "Nacqui a Cartagine, di cui sarei dovuta diventare la regina alla morte di mia madre, ma supplicai comunque mio padre di addestrarmi ed egli mi insegnò le sue due tecniche base. Sei anni fa, però, quando ormai il mio addestramento era completato, Byakko, la Tigre del Cielo Orientale, chiese ad Ikki se uno dei suoi figli sarebbe potuto diventare la Fenice del Cielo Meridionale, Suzaku. Abel si rifiutò, poiché desiderava ardentemente diventare un cavaliere d’oro, in onore di nostro padre, lo stesso fece Kain, che tanto amava il mare, né Remor né Rume avevano ancora completato l’addestramento, quindi mi proposi io. Fu una dura lotta fra i desideri di una bambina viziata e l’amore che due genitori cercavano di trasmetterle insieme alla saggezza dell’orrore di un abbandono del genere, ma non riuscirono a convincermi, così, siccome non si sarebbe mai dovuta sapere l’identità di un Beast Keeper, mio padre fu costretto a dichiararmi morta accidentalmente, il diritto al trono passò a Rume, il più piccolo dei miei fratelli ed io lasciai la mia identità e tutto ciò che era mio, solo tempo dopo capì lo sbaglio fatto, ma non ho mai abbandonato i miei doveri verso gli dei asiatici", spiegò la giovane cartaginese.
"Interessante storia la tua, Esmeria, dunque sei una guerriera con un alto codice d’onore, sono lieto di averti affrontato e di essere stato sconfitto da te", esordì Adtula, cercando di mettersi seduto, "No, tu mi hai sconfitto, togliendomi la maschera e colpendomi, malgrado le mitiche vestigia di Suzaku non abbiano subito danni", spiegò la guerriera.
"Ora avanzate, cavalieri, se volete lasciare il ferito qua, ve lo concedo, ma andate da Byakko e poi da Genbu, così, se riuscirete nell’impresa, potrete incontrare Shiva e Visnù", propose Esmeria.
"Grazie, guerriera di Suzaku, ma io vado con loro", ribatté Adtula, indossando l’armatura del Leone e prendendo con se la sua Arma.
Il gruppo di guerrieri si congedò, guidato ancora dal vecchio Jink, che aveva ascoltato il racconto con sguardo triste.