Capitolo 23: Scontro tra draghi
Il gruppo di cavalieri olimpici osservava sbalordito la minuscola figura che con tanta serietà e determinazione si trovava dinanzi a lui, reggendosi sul suo piccolo bastone di legno. "Portaci da Shiva e Visnù, non dai quattro Beast Keepers", tuonò Adtula, "No, berseker, mi dispiace, ma gli ordini delle due divinità sono chiari, se i quattro venerabili guardiani non vi daranno i loro nullaosta, voi non potrete incontrarli", ribatté il vecchio, prima di voltarsi verso Idom.
"Mi dispiace, cavalieri, non posso fare nulla per aiutarvi, tranne che ricordavi che per quanto siano potenti, i Beast Keepers sono uomini e di certo sanno riconoscere un cuore nobile", spiegò il comandante dell’armata del Nord, prima di dirigersi ferito verso la battaglia con i propri soldati.
"Presto seguitemi, il tempo trascorre velocemente", borbottò il piccolo vecchio, girando su se stesso ed entrando in una caverna dalle grandi dimensioni.
I cavalieri si ritrovarono in una strana caverna, illuminata da cristalli azzurri, "Che luogo è mai questo?", domandò Obbuan del Caduceo, "Questo è il Cerchio del cielo, anghellos, qui vi sono le quattro vie comunicanti che portano dai vari venerabili esseri, inoltre da ogni stanza potete decidere di continuare verso la successiva o dirigervi fra gli dei, cosa che per voi non è facoltativa. Andrete dalle fraterne divinità solo dopo aver ricevuto il permesso da tutti e quattro i Beast Keepers", spiegò il vecchio.
"Ti chiami Jink, giusto? Come fai a sapere tante cose, come le vie di questo luogo e le diverse classi di cavalieri che costituiamo?", domandò incuriosito Neleo, avanzando vicino al vecchio, "Si, sono Jink e so tante cose su questo luogo perché questa è la mia casa, sono una delle poche persone a conoscere l’identità di alcuni dei Beast Keepers. Inoltre, mariner, riconosco con facilità le vostre classi di guerrieri perché anni or sono conobbi un gold saints e lui mi spiegò molte cose", raccontò l’anziana guida, "Davvero? Chi era?", domandò Tok’ra.
"Ecco il vostro primo avversario", esordì Jink, cambiando discorso ed indicando uno spiazzale.
I cavalieri entrarono nella grande sala, un gigantesco fiume d’acqua raggiungeva quel luogo dalla medesima strada che loro avevano percorso, quella orientale.
Al centro della sala, un trono simile ad un gigantesco drago d’oro ed azzurro, che si innalzava verso il cielo.
Fra le fauci della bestia, vi era il piccolo sedile di un uomo.
"Mostrati, Beast Keepers", sfidò Myui di Papillon.
La bocca della bestia azzurra si spalancò ed una figura apparve dinanzi ai cavalieri, un cavaliere con un’armatura azzurra e dorata.
Le vestigia sembravano composte da scaglie dei due colori, i gambali erano azzurri e scaglionati dai piedi alle ginocchia, quindi dorati fino alla cinta. Il ventre era coperto da squame azzurre e dorate, fra l’interno e l’esterno, simili ad una bellissima coda. I bracciali erano simili ai gambali. Sulle spalle bellissimi artigli azzurri, mentre il pettorale era al centro dorato ed esternamente azzurro, sempre a scaglie. L’elmo, simile al volto di un drago, nascondeva la faccia del guerriero, coprendogli il viso con la bocca della mitologica bestia. Solo i lunghi capelli viola del guerriero erano visibili. Alla cinta, portava l’impugnatura di una spada e l’elsa di una katana si vedeva distintamente.
"Sono Seiryu, il Dragone del Cielo Orientale, cavalieri, chi vuole affrontarmi per primo?", domandò il guerriero, la cui voce era resa più gutturale dall’armatura.
"Lasciatelo a me", esordì Adtula del Leone, impugnando la grande spada. Il Beast Keeper si preparò ad attaccare, piegando le ginocchia e ponendosi in diagonale rispetto al guerriero di Ares, con la mano destra sull’elsa e la sinistra sull’impugnatura.
"Fermo, berseker", ordinò Ryo di Libra, "Come ti permetti, ragazzino?", domandò stupito Adtula, "Costui deve essere il mio avversario", sentenziò il giovane figlio di Shiryu, "Perché mai?", domandò il custode della Spada, "Per la posizione batto che ha appena preso, una posa base fra quelle che mio padre insegnava a tutti i suoi allievi", rispose semplicemente il santo della Bilancia, impugnando la spada d’oro.
"Giovane santo di Libra, sei pronto alla lotta con me, Seiryu?", domandò il Beast Keeper, "Si, anche perché la tua posizione mi fa intuire che tu sia in realtà un allievo di mio padre, perciò mi sarà facile riconoscerti", sentenziò il figlio di Shiryu di Dragon.
Ryo calò un fendente, ma il guerriero del Dragone Orientale lo evitò con un salto, per apparirgli alle spalle, "Shunten shatsu", urlò il guerriero asiatico.
Il santo d’oro si voltò di scatto ed alzò lo scudo d’oro come sua unica difesa, bloccando l’attacco nemico, ma producendo diverse crepe sulla difesa dorata. Ryo osservò stupito il danno allo scudo e con altrettanto stupore squadrò la spada dell’avversario.
La katana aveva l’elsa e le lame costituite di scaglie dorate ed azzurre, "Osservi la mia arma? Questa spada, come l’intera armatura è stata forgiata da una scaglia del possente drago del cielo Orientale, Seiryu, di cui io porto il nome", raccontò il Beast Keeper, dando al suo avversario il tempo di riprendersi.
"Grazie della spiegazione, guerriero, ma ora preparati, poiché se con te la spada non ha effetto, lo avrà il colpo di mio padre!", esordì Ryo, concentrando l’energia nel pugno destro.
"Rozan Shoryuha", urlò il cavaliere della Bilancia, scatenando l’intera potenza del drago.
Seiryu si mosse di scatto ed inserì la spada nel fodero, poi con ambedue le mani, bloccò il colpo del santo d’oro.
"Il Drago Nascente è stato fermato con una tale facilità?", balbettò il giovane figlio di Shiryu, "Non tentarmi con tecniche che saprei usare con pari abilità", lo derise il Beast Keeper.
"Pari abilità?", balbettò Ryo, mentre il suo avversario utilizzava la medesima tecnica il "Rozan Shoryuha".
Nemmeno Ryo si fece sorprendere più di tanto e riuscì a parare il colpo con lo scudo d’oro della Bilancia.
I due avversari erano ora lontani l’uno dall’altro, quando sul volto del cavaliere d’oro si dipinse un sorriso, "Hai osato troppo utilizzando il colpo di mio padre, ti sei rivelato a me ormai, non so se di tua volontà o meno, però ora mostra il tuo volto, Koryo, mio vecchio compagno d’addestramenti", ordinò il santo di Libra, puntando il dito contro l’avversario.
"Sai, Ryo, il nostro maestro diceva sempre che gli assomigliavi sempre di più con il passare degli anni, temerario, ma riflessivo insieme, pronto a studiare il nemico ed allo stesso tempo sempre in bilico verso una furia terribile, propria di un vero drago. Diceva anche, però, che il tuo più grande difetto era il troppo affetto e sottomissione nei suoi confronti", esordì il Beast Keeper, togliendosi la maschera.
Aveva chiari lineamenti orientali ed i suoi occhi erano verdi come smeraldi, "Molto tempo è passato da quando ci vedemmo l’ultima volta, il giorno prima della tua investitura, due settimane prima che il mio venerabile maestro ricevesse la visita di Genbu, il Beast Keeper del Nord", raccontò il giovane guerriero di Seiryu.
"Genbu?", ripeté Ryo, "Si, vecchio amico, tuo padre tornò per concludere il mio allenamento e prospettarmi una via presso qualche armata di cavalieri, ma prima di poter fare ciò, una delle due venerabili bestie più anziane, Genbu, la Tartaruga del Nord, gli propose di concedermi quest’onore e queste vestigia, cosa che Shiryu non rifiutò. Partii insieme al venerabile guerriero della Tartaruga Settentrionale da Goro-Ho e quando arrivai qua, scoprì che tutti e quattro noi Beast Keepers, eravamo allievi di santi d’Atena, quindi accettai questo titolo e queste vestigia", raccontò Koryo con un sorriso sincero sul volto, "Ora, amico mio, dobbiamo affrontarci, non come negli allenamenti, ma con la determinazione di sconfiggerci vicendevolmente, poiché se tu, che meglio di tutti mi conosci, non riuscirai a sconfiggermi, nessuno di voi potrà passare da Suzaku, la seconda venerabile bestia", spiegò il guerriero, prendendo nuovamente la posizione batto.
"Bene, mio vecchio compagno, i nostri doveri di cavalieri ci obbligano allo scontro, ma impediamoci vicendevolmente una battaglia lunga e tortuosa, che non sia il colpo più caro a mio padre a decidere lo scontro, né la potenza dei miei 100 draghi, o delle mie dodici armi dorate, contro la bellissima lama mitologica che tu impugni a decidere l’esito dello scontro", propose con tutta la nobiltà di cui era capace il santo di Libra, "Allora cosa proponi mio vecchio amico?", domandò Koryo, "L’unica altra mossa che entrambi conosciamo, come tutti gli allievi di mio padre, che sia uno scontro tra il drago d’oro della mia lama e quello del cielo orientale rinchiuso nella tua", rispose il giovane Ryo, impugnando l’elsa d’oro.
"Ebbene sia così, amico mio, che i due draghi allievi del drago divino, uno suo figlio, e l’altro caro a lui come un figlio, si scontrino con tutta la furia dei loro artigli", esordì gioioso il Keeper di Seiryu e sulle guance di entrambi, in quel momento, cadevano delle lacrime.
"Nobili cuori i loro", affermò stupito il vecchio Jink, "Che intendi?", domandò Eric del Corvo, "Non lo hai capito santo d’argento? Questo non è uno scontro fra avversari, ma un gesto in memoria del possente Shiryu di Dragon, che tutti noi abbiamo conosciuto e che entrambi i contendenti amavano e non hanno potuto salvare", gli spiegò Tok’ra di Virgo, "Sono due guerrieri con un alto codice morale e con profondo amore per la vita, di certo non si uccideranno, ma uno di loro sarà sconfitto da questo colpo", concluse Obbuan del Caduceo.
"Ryutsuisen", urlarono contemporaneamente i due allievi di Sirio il Dragone, scatenando due giganteschi draghi d’energia.
Tutti videro due possenti draghi energetici fuoriuscire dalle spade, uno d’oro ed uno azzurro, animali possenti che rotearono veloci verso il cielo, scontrandosi con i loro artigli e le fauci furenti.
Le potenze a confronto frantumarono la cupola della stanza, mostrando il bellissimo cielo al di sopra di loro. I due cavalieri furono scagliati contro pareti opposte.
"Ryo", urlarono i guerrieri olimpici, correndo verso il santo di Libra, "Seiryu", balbettò il vecchio Jink, avanzando il più velocemente possibile verso il Beast Keeper.
"Come stai Koryo?", urlò all’improvviso il cavaliere della Bilancia, prima che i suoi compagni potessero soccorrerlo, "Bene, Ryo, tu?", domandò l’avversario, rialzandosi.
"Vecchio Jink, i cavalieri olimpici hanno il mio permesso di passare", esordì il guerriero di Seiryu, lasciando l’anziana guida sbalordita, "Ti ringraziamo, Drago del Cielo Orientale", affermò con il massimo rispetto il santo della Vergine.
"Bene, Seiryu, come tu desideri. Allora seguitemi, cavalieri, la Fenice del Cielo Meridionale vi attende", esordì Jink, avanzando dinanzi al gruppo di guerrieri olimpici.
Quando ormai tutti i cavalieri avevano varcato la porta, Ryo si fermò, "Cavalieri, vi prego, permettetemi di restare qui, credo che il nostro scontro non si possa definire concluso", esordì il figlio di Shiryu, mentre un sorriso si dipingeva sul volto di Koryo, "Si, amico, resta pure", sentenziò semplicemente Tok’ra, senza nemmeno voltarsi.
Ryo e Koryo rimasero soli nella grande sala, "Che hai intenzione di fare?", domandò il guerriero di Seiryu, "Attendere con te il primo titano, per onorare mio padre e tuo maestro, il grande Drago Divino", spiegò il santo d’oro, "Sia, amico mio, ma nell’attendere, dovremo completare lo scontro", affermò il Beast Keeper, togliendosi l’armatura, che si ricompose come a formare un grandioso drago azzurro e dorato, lo stesso fece il cavaliere di Libra, le cui vestigia ripresero la forma della Bilancia.
Solo le spade erano ancora in mano ai due fieri allievi di Shiryu, i quali continuarono a duellare con estrema amicizia e lealtà reciproca.