Capitolo 22: Folle battaglia

Un grande frastuono percuoteva l’Asia del Nord, in una zona non ben precisata della Mongolia, ai confini con la Cina, quasi dinanzi alla Grande Muraglia.

"Sembrerebbe che qui la battaglia sia già iniziata", esordì Adtula del Leone, berseker di Ares è membro del quarto gruppo di cavalieri olimpici.

"Presto corriamo, probabilmente, se i loro avversari sono i titani, avranno bisogno di un aiuto", propose Obbuan del Caduceo, avanzando insieme al custode della Spada di Ares.

I due gold saints di Virgo e di Libra li seguivano, subito dopo Neleo di Hammerfish e Yakros di Tritone, quindi Myui e Lune ed infine i Silver saints del Corvo e della Lira chiudevano l’avanzata.

Il gruppo si trovò dinanzi ad un gigantesco campo di battaglia, brullo, in alcuni punti gelato per il freddo vento dell’Asia settentrionale. Diversi guerrieri titani erano sul campo di battaglia, ancora vivi, seppur solo in parte, mentre i loro nemici, guerrieri dalle armature d’acciaio, volavano alti in cielo, grazie a piccole e strane ali.

"Saranno quelle le Indu Army di cui parlava il testo dorato?", domandò incuriosito Eric del Corvo.

"Non è questo il momento di farsi certe domande, cavaliere d’argento, poiché la battaglia ci attende e la vendetta", esordì Adtula, roteando la possente Spada su di se e scattando in avanti verso i nemici.

"Spada distruttrice", tuonò il berseker eliminando molti nemici in un solo colpo.

In pochi istanti anche gli altri cavalieri olimpici erano sul campo di battaglia ed aiutavano i guerrieri dalle armature d’acciaio nella battaglia.

Neleo con il martello d’oro, Obbuan con il sacro caduceo, Yakros con la possente lancia ed Adtula con la Spada di Ares dilaniarono molti nemici. Altrettanti ne uccisero Tok’ra e Ryo con l’"Abbandono d’Oriente" ed il "Rozan Shoryuha", allo stesso tempo anche la musica di Real, la frusta di Lune, le piume di Eric ed i poteri di Myui mietevano vittime fra i guerrieri titani.

"Siete dunque voi i cavalieri olimpici?", esordì una voce, quando ormai la lotta era a sfavore dei titani. Il gruppo di guerrieri sacri alle divinità greche osservò il loro interlocutore.

Era uno dei combattenti dalle armature d’acciaio, scendeva giù dal cielo, sbattendo le strane ali, simili a quelle di una farfalla. L’armatura non era molto particolare, coperture per le braccia non decorate, altrettante su gambe e corpo, sulla testa aveva un elmo simile al volto di una figura mitica ed elegante. Le vere particolarità si potevano notare sulle spalliere: quattro stelle in cerchio, di cui la superiore più grande delle altre, sulla spalla destra, mentre tre schegge sulla sinistra.

"Salve, cavalieri, vi do il benvenuto e vi ringrazio per l’aiuto, sono Idom dei Vaisavrana, comandante dell’Armata del Nord fra le quattro Indu Army", si presentò il guerriero, atterrando.

Portava corti capelli rossi ed i suoi occhi verdi, brillavano sotto la maschera, impugnava una lancia, decorata con figure di magnifiche fate.

"Vaisavrana? Armata del Nord?", ripeté perplesso Eric del Corvo, "Si, cavaliere, noi Indu Army siamo distinti in quattro armate, ognuna guidata da mie parigrado e tutte sottomesse, in questa battaglia, ai venerabili Beast Keepers. I Vaisavrana sono i custodi del Nord nella cultura indiana, i re delle fate, per così dire. Al contrario, al Sud vi sono i Viridhaka, re degli gnomi, ad Est i Dhritastra, signori dei centauri, ed infine ad Ovest le Vimpaska, regine delle Nagini, le donne serpente", spiegò il guerriero dai modi gentili.

La parole di gratitudine, però, furono interrotte da urla di dolore, tutti si voltarono e videro dieci guerrieri dalle armature d’acciaio cadere a terra, investiti da un vortice d’energia bianca e nera.

"Io conosco quel colpo", osservò Adtula, "presto corriamo", urlò poi, senza pensare né ai suoi compagni, né ad Idom. Tutti lo seguirono.

Un titano solitario massacrava, dinanzi agli occhi stupefatti dei cavalieri, decine di soldati indu senza alcuna fatica.

"Janus", disse semplicemente Adtula, "Questo è il titano di cui aveva parlato Jenghis? Il fratello di Prometheus?", domandò perplesso Tok’ra di Virgo, indicando il nemico, "Si, cavaliere d’oro è lui", rispose il berseker del Leone.

Idom non capì di cosa i cavalieri stessero parlando, ma scattò contro il nemico, deciso ad aiutare i suoi compagni.

"Lasciate andare noi, cavalieri", esordì Real della Lira, mentre Eric scattava in avanti, "Voi da soli contro quel titano? Siete forse pazzi?", domandò perplesso Adtula, l’unico a conoscere veramente il nemico, "No, sono desiderosi di combattere sul serio, come me", esordì Myui di Papillon, avanzando dietro i due santi d’argento.

"Grande guerra è questa che vede santi di Atena e spectre di Hades combattere fianco a fianco", esordì stupito Yakros di Tritone, "ma non preoccupatevi per loro, poiché li aiuterò, per quanto mi sarà possibile", concluse il mariner, correndo con i tre guerrieri.

Janus si fermò, notando i quattro arrivare dietro ad un altro guerriero volante, "Guerrieri greci, finalmente dei nemici da uccidere per piacere", esordì il titano. Nessuno avrebbe potuto riconoscere in lui lo stesso titano che aveva combattuto contro i bersekers prima della morte del suo gemello.

"Fatevi sotto, cavalieri", li sfidò, non interessando per niente di Idom, che già si preparava a combattere.

Eric scattò verso il nuovo nemico, "Preparati, titano", urlò il Silver saint, "Crow’s wings", invocò poi, scatenando il battito d’ali del Corvo, che però Janus riuscì con facilitare ad annullare.

"Ora preparati tu", minacciò poi il nemico, "Gemini fist", tuonò, scatenando il vortice d’energia che aveva ucciso tanti soldati dell’armata indu.

"Attento, cavaliere", urlò Idom, scattando verso il santo d’argento e scostandolo con una spallata.

I due guerrieri erano dinanzi al titano, che si preparava ad attaccarli, quando un dolce suono lo distrasse, "Chi osa?", domandò Janus, notando solo in un secondo momento Real della Lira, "Muori, musico", urlò il titano, scatenando nuovamente il "Gemini fist", che distrusse l’intera montagna alle spalle del santo, rimasto illeso.

"Come già la tua alleata una settimana fa, ora anche tu sei stato ingannato dalla <Deathtrip serenade>", lo schernì il santo d’argento, che si era allontanato insieme ad Eric ed Idom.

Janus si voltò verso i tre nemici, ora lontani da lui, "Pagherai", minacciò il titano, "No, voi titani pagherete", urlò una voce alle spalle del comandante di 3° grado.

Il titano si voltò, ma vide solo uno strano bruco nero a terra, "Silty theard", urlò l’essere a terra, intrappolando fra i suoi fili il nemico.

"Chi osa?", domandò Janus, osservando stupefatto la lenta evoluzione del bruco, che divenne uno spectre, "Io, Myui di Papillon, oso", rispose il guerriero sacro a Hades.

Il cosmo di Janus esplose, distruggendo la trappola dello spectre, "Insetto, se non hai di meglio, sarai il primo a morire", lo minacciò il titano.

"Stringer fine", cantò un secondo guerriero, accanto a Myui, "Ti aiuterò io, spectre", esordì Real, intrappolando nelle corde dell’arpa il titano.

Il cosmo di Janus stava per distruggere anche le corde dell’arpa, quando un’esplosione cosmica intervenne, "Onda dell’Oriente", urlò Yakros, gettando il titano contro Real, che si allontanò da lui, ritirando a se le corde dell’arpa.

"Perché sei intervenuto, guerriero?", domandò stupito Idom, "Per salvare Real, soldato, se Yakros non fosse intervenuto l’unica arma del mio parigrado sarebbe andata distrutta", spiegò Eric del Corvo.

"Titano, affronta me, Yakros di Tritone", lo sfidò il mariner, "Bene", esordì Janus, pronto alla lotta.

Il successore di Krishna si gettò contro il titano, movendo velocemente la sua lancia d’oro, che riuscì a dilaniare in più punti l’armatura di titanio e producendo un profondo taglio sulla gamba di Janus.

"Sei riuscito a ferirmi, complimenti generale, meriti il mio colpo più possente", minacciò il titano, sollevando le mani.

"Quella posa", balbettò Ryo, osservando il nemico e riconoscendo nella posizione, la stessa spesso utilizzata dai figli di Ikki nei loro attacchi.

"Galaxian explosion", urlò il titano, scatenando il potentissimo attacco.

Yakros conficcò la lancia nel terreno e congiunse le mani dinanzi a se, un’ondata di energia lo circondò, ponendosi come muro difensivo.

Le due energie si pareggiavano, ma all’improvviso Yakros percepì la potentissima energia nemica raggiungere i suoi chakras, distruggendo la scale di Tritone.

"Generale", urlò Real, mentre Eric già correva incontro al guerriero di Nettuno, sollevando il suo scudo difensivo, "Valzer di Piume", invocò il santo d’argento.

"Ugly eruption", urlò una voce alla destra di Janus, "Stringer Nocturne", aggiunse il santo della Lira. "Vaisavrana lance", invocò all’improvviso Idom, attaccando il titano al disopra del capo.

I colpi riuscirono a raggiungere il nemico, le cui vestigia andarono in più punti danneggiate, "Come può essere?", si domandò Janus, la cui pazzia annebbiava ogni percezione.

Idom usufruì di questo momento di smarrimento del nemico per conficcare la sua lancia nel petto di Janus, il quale però non sembrò provare dolore, anzi si riprese dalla distrazione, bloccò il soldato per la gola e con un gesto veloce lo gettò a terra, rompendogli una gamba.

"Soldato indu, come va?", domandò Real, avvicinandosi al guerriero, "Bene, grazie, ma temo di non poter muovere la gamba", rispose Idom.

"Cavaliere, pensa a lui", suggerì Myui di Papillon, ritornato alla forma umana e pronto a combattere. "Il generale dei Mari è ancora vivo?", domandò lo spectre al secondo cavaliere d’argento, "Si, sono vivo e pronto a combattere", sentenziò Yakros, impugnando la lancia e gettandosi senza più armatura contro il nemico.

Janus congiunse le mani, "Muro celeste dei Gemelli", urlò il titano, mentre il generale si schiantava contro un campo d’energia, che dilaniò il suo corpo ferito.

"Fairy throning", urlò Myui, lanciando il colpo più potente contro il nemico, che barcollò indietro.

"Questo titano è completamente impazzito, non percepisce dolore, né sembra avere remore", osservò stupito Real, messosi a protezione di Idom.

Il santo della Lira si voltò verso il suo parigrado e vide subito che Eric ampliava il suo cosmo, roteando diverse piume di neri corvi intorno a se.

"Volo del Corvo", invocò il cavaliere d’argento, innalzandosi in volo, grazie alle due ali nere che si erano composte sulle spalle.

Il Silver saint si gettò contro il titano gemello e lo colpì in pieno petto, ma ciò non servì a niente, Janus, malgrado ormai le sue vestigia fossero in pezzi, non si fermava, "Vi massacrerò tutti", continuava ad urlare, ormai schiavo della sua follia.

Un urlo, però, fermò i pensieri di distruzione del titano: il frammento con la punta della lancia d’oro aveva passato da parte a parte Janus, era stato Yakros.

Il generale conficcò le braccia nei due estremi del frammento, "Cavalieri, solo il sacrificio di uno di noi metterà termine a questa folle battaglia", esordì il successore di Krisaore, sanguinante e stordito.

Il cosmo di Yakros di Tritone esplose, "Ora, addio", urlò, scomparendo nel cielo con il nemico.

Tutti furono stupiti dal gesto del generale dell’Oceano Indiano, Neleo cadde in ginocchio per la caduta del compagno ed i diversi allievi di Kaor piansero la scomparsa del compagno d’addestramento.

"Nobile il gesto di questo guerriero, ma ora scusatemi, cavalieri olimpici, dovete seguirmi", disse una voce gracchiante alle spalle dei cavalieri.

Tutti si voltarono e videro un vecchio molto basso, coperto da un vestito blu stracciato e dalla pelle di colore grigiastro.

"Tu chi sei?", domandò perplesso Tok’ra, notando lo strano vecchietto.

"Mi chiamo Jink e vi condurrò dalle venerabili bestie", rispose semplicemente il misterioso anziano.