Capitolo 5: l’incontro
Cimitero del quartiere. Shinjuku, Tokyo. Ore 21.15
"Papà?!" chiese il ragazzo sorpreso.
"Sì! Vedo che non sono affatto arrugginito dopo vent’anni!" rispose Seiya osservando il suo pugno "Il mio Ryuseiken è ancora quello dei vecchi tempi!"
"Scusi signor Kido, ma credo che quei due non fossero soli!" disse Tamotsu , mentre da dietro tombe emergevano altre creature simili a quelle che Seiya aveva appena messo al tappeto.
"Ragazzi, state dietro di me!" disse Seiya mettendosi in posizione d’attacco
"O meglio dietro di noi!" disse Saori arrivando con in mano uno strano bastone doro sormontato da uno strano simbolo, vestita con uno strano abito principesco
"Mamma?!" disse Shinji stupefatto "Cosa ci fai col costume che indossavi durante le Galaxian Wars?"
"Aspetta e vedrai!" disse Saori mettendosi a fianco del marito "Pronto, tesoro?" chiese poi a Seiya
"Certo! Sarà bello vederti all’opera per la prima volta!" disse Seiya andando all’attacco, mettendo a tappeto metà dei mostri, mentre sua moglie dava prova di avere uno straordinario talento combattivo nel combattere col bastone. In poco tempo quelle strane creature scomparvero.
"Non erano umani questo è certo, ma è strano che il mio Cosmo non avesse effetto su di loro!" disse Saori al marito
"Allora loro erano sicuramente oni!" disse Seiya "Tsubaky dev’essere qui vicino!"
"Oni?!" urlarono Shinji e Tamotsu all’unisono "Quelli delle leggende?"
"Beh figliolo, avrei voluto dirtelo in un’altra occasione ma devi sapere che le creature leggendarie di tutti i paesi esistono veramente, e che io, tua madre e tuoi zii abbiamo il compito di difendere l’umanità da esse!" disse Seiya al figlio "E ora torna a casa, porta Tamotsu con te e di a sua madre di venire a casa nostra il prima possibile!"
"Ma i miei amici?" chiese Shinji preoccupato
"A loro penso io! Non sono gli unici ad essere stati ridotti così, anche un’altra coppia formata da Taro e Ryo è nella stessa situazione!" disse Saori al figlio
"Dannazione! Daisuke e Yuriko!" urlò Shinji correndo verso il tempietto
"Aspetta! Torna indietro!" disse Seiya parandosi davanti al figlio con la sua velocità della luce.
Shinji era sbigottito, ma non disse niente. Spinse il padre da parte e continuò a correre.
***
Davanti a Tsubaky si parava una ragazza misteriosa armata di arco e frecce, vestita con gli abiti di una sacerdotessa shintoista. Una miko !
La sacerdotessa nera guardava l’avversaria con sguardo divertita. Davvero quella ragazzina credeva di essere in grado di fermarla? Lei, la più potente sacerdotessa di tutto il Giappone, nonché la criminale mistica numero uno del paese ricercata da cinquecento anni?
"Dimmi ragazzina, chi sei veramente?" chiese Tsubaky divertita alla sua avversaria
"Te l’ho già detto! Sono la reincarnazione di Kikyo!" fu la risposta della ragazza, ma Tsubaky scoppiò a ridere dicendo che era impossibile che lei fosse la reincarnazione della sua vecchia rivale, ma ne era sicuramente una discendente.
"Ho indovinato, vero?" aggiunse poi "Tu sei una discendente di Kikyo, non la sua reincarnazione! Anche se sia tu che quella persona avete più o meno la stessa età. Dimmi, giovane sacerdotessa, dov’è la reincarnazione di Kikyo? Sono più di dodici anni che la cerco, ma non sono riuscita a trovarla! So che è rinata perché ho visto la sua stella illuminarsi. Dov’è? Dov’è Kikyo?"
La giovane sacerdotessa scoppiò a ridere.
"Io ho il compito di vigilare e di proteggere la reincarnazione di Kikyo, finché non verrà il momento in cui potrà rivelarsi! Sarei mata a dirtelo ! Ma sappi che la mia antenata è rinata come una persona di cui non sospetteresti mai! E adesso, libera subito quel ragazzo che hai rinchiuso nel tempio!"
"Mi dispiace, ma è troppo tardi! Quel ragazzo è uno dei prescelti, ma se proprio lo vuoi vedere…Avanti, vieni fuori generale!"
Dalle ombre uscì qualcuno vestito con un’armatura spaventosa color fuoco fatuo. Una visione orribile, che costrinse la giovane sacerdotessa ad abbassare la guardia!
"Oggi hai vinto, Tsubaky! Ma ci rivedremo!" disse la giovane prima di andarsene sparendo tra le ombre.
All’improvviso dei passi fecero girare la sacerdotessa nera e la creatura, e si trovarono davanti Shinji.
"Eravate voi a manovrare quegl’esseri?" domandò il ragazzo
"Parli delle mie truppe, umano?" disse la creatura con una voce che a Shinji suonò stranamente famigliare "Ci dispiace aver infastidito te e i tuoi amici, ma era necessario affinché io potessi risvegliarmi! Io sono uno dei quattro generali oni! Mi chiamo Shi-Oni, generale della seconda armata, e ho il potere di manovrare i cadaveri e d’assorbire la forza dei fuochi fatui." continuò l’oni mentre nella sua mano di formava una sfera di fuoco bluastra "Cosa che potrai scoprire personalmente!" aggiunse lanciando il suo attacco verso il ragazzo.
"Ma cosa?" urlarono stupiti l’oni e la sacerdotessa nera quando videro l’attacco infrangersi su una barriera cosmica color dell’oro e prima di venire travolti da una pioggia di colpi azzurri simili a stelle cadenti.
"Papà! Mamma!" esclamò Shinji stupito vedendo i genitori comparire accanto a lui
"Così finalmente c’incontriamo, sacerdotessa nera, Tsubaky!" disse Seiya alla nemica che vedeva per la prima volta.
"Non avrei mai detto che foste comparsi!" disse la sacerdotessa osservando Seiya e Saori "Seiya di Pegasus, Cavaliere di Bronzo devoto alla dea Atena, e Saori Kido, reincarnazione della stessa dea." Aggiunse rivelando a Shinji la vera identità dei suoi genitori, mentre Shi-Oni spariva in una luce spettrale "E vedo che avete messo al mondo un odioso ragazzino rompiscatole! Vi avverto! Non immischiatevi o farà una brutta fine!"
"Non ci sono solo loro, sacerdotessa nera!" disse Ikki comparendo dietro di lei con Shun e Rei "Ma anche io, Ikki della Fenice, mio fratello Shun d’Andromeda e mio figlio Rei!"
Vedendosi circondata, Tsubaky capì che non aveva altra scelta che sparire. Fece con le mani alcuni simboli dell’ omnyo-oh provocando una tempesta di terra col suo Cosmo per poi sparire.
"Dannazione! Se l'è svignata!" disse amareggiato Ikki sbattendo il pugno a terra.
Seiya e Saori s’avvicinarono a Shinji e lo strinsero stretto a loro e lui ricambiò l’abbraccio. Nei giorni successivi avrebbero avuto bisogno di essere molto forti.