Capitolo 4: La prova di coraggio
Giappone, 500 anni prima
Quel giorno i ciliegi erano in piena fioritura e Tsubaky camminava tranquillamente verso la stanza del suo maestro, il sacerdote-capo del tempio dove aveva da poco preso i voti.
Il suo maestro era il più abile omnyo-ji del paese, specializzato in esorcismi, acclamato dalla corte imperiale, dallo shogun e dal popolo: Hao Asakura.
"Maestro sono qui!" disse la ragazza inchinandosi in segno di rispetto dopo essere entrata, fu solo quando alzò gl’occhi che vide che il maestro aveva chiamato anche la sacerdotessa del villaggio di Edo: Kikyo.
Tsubaky era sempre stata gelosa di lei. Per quanto Kikyo non possedesse la sua abilità con gli shikigami e la sua forza spirituale, era ammirata ed amata dalla gente più di lei e ciò non riusciva a capirlo. Com’era possibile che la semplice sacerdotessa di un villaggio fosse più amata dell’allieva prediletta del grande Hao Asakura?
"Sono contento che anche tu sia venuta, Tsubaky. Accomodati pure vicino a Kikyo!" la invitò il maestro, mentre la ragazza s’inginocchiava vicino alla rivale lanciandole qualche frecciatina, poi Asakura continuò "Qualche giorno fa, dei cacciatori di demoni mi hanno consegnato un oggetto molto potente, chiedendomi di purificarlo. Purtroppo io non sono in grado fare ciò, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, quindi ho deciso d’affidarlo ad una di voi due che siete le migliori sacerdotesse del villaggio. Quindi vi ho chiamato per comunicarvi la mia decisione. Non è stata una scelta facile!" ammise
"Possiamo vederlo?" chiese Tsubaky incuriosita
"Certo!" rispose il maestro prendendo uno scrigno dietro di lui, prima di aprirlo davanti alle due ragazze
"Sembra un cristallo prezioso!" disse Kikyo dopo averlo guardato attentamente
"Sembra, ma non lo è! Al suo interno è custodita la forza malvagia del più grande e terribile demone mai esistito, ed è bramato non solo dai demoni meno potenti per rafforzarsi ma anche dagli uomini dal cuore malvagio perché con questo otterrebbero tutto quello che desiderano!" fu la risposta del sacerdote
Il volto di Tsubaky passava estasiata dal gioiello al maestro. Era sicura che l’avrebbe affidato a lei, perché era lei la migliore.
"Visto che solo un cuore puro e generoso può purificare questo cristallo sarai tu, Kikyo, a custodirlo!" riprese Hao porgendo lo scrigno alla giovane sacerdotessa del villaggio.
Quelle parole caddero su Tsubaky come una lama. Come poteva il maestro affidare a Kikyo il cristallo?
"Ma…" cominciò a chiedere stupita la giovane sacerdotessa "…perché io? Tsubaky possiede una forza spirituale superiore alla mia e…"
"Kikyo, tutti qui ti amano e ti stimano. Guarisci gli ammalati, giochi con i bambini, insegni loro a riconoscere le erbe mediche da quelle velenose, incoraggi le persone dando loro forza e coraggio, proteggi il villaggio dai demoni con le tue frecce sacre e i monaci buddisti vedono in te l’incarnazione di Kanon, dea della compassione! Nessuna persona è più adatta di te!" fu la risposta del sacerdote.
"Solo per questo?" chiese Tsubaky "è solo per questo motivo che ha deciso d’affidare a Kikyo il cristallo? La mia forza spirituale è superiore alla sua! L’ha ammesso lei stessa!" continuò urlando
"Tsubaky, basta!" la riprese il maestro, ma la ragazza non l’ascoltava
"Solo per il suo cuore? Perché non riesco a capirlo? Come può il suo cuore renderla più adatta di me?!" concluse voltandosi prima d’uscire dalla stanza per sempre, mentre il maestro alle sue spalle continuava a chiamarla.
<<Sono passati cinquecento anni d’allora!>> disse Tsubaky, mentre camminava verso la cappella cimiteriale <<E ancora non capisco perché il maestro Hao non mi scelse? Ma oggi comincerà la mia vendetta non solo sui discendenti di Kikyo ma anche su quell’indegno che siede sul trono e tutta la sua famiglia! Presto sarò io l’imperatrice del Giappone!>> pensava prima d’udire dei passi e delle voci.
Cimitero del quartiere. Shinjuku, Tokyo. Ore 21.00
"Bene! Ora che ci siamo tutti vi spiegherò in che cosa consiste la prova di coraggio!" disse Taro ai suoi amici "ci divideremo in coppie e vincerà quella che arriverà per primo al tempietto diroccato al centro esatto del cimitero!"
"Ovviamente le coppie dovranno portare con sé una di queste candele senza lasciarla spegnere, altrimenti saranno squalificate!" aggiunse Daisuke indicando otto candele appoggiate su una tomba, mentre Akane pregava a bassa voce di finire in coppia con Shinji.
"Ora vi diremo le coppie!" continuò Taro aprendo un foglietto piegato che teneva in tasca "Siccome non è bello dividere i migliori amici, ho deciso di mettere in coppia Shinji e Tamotsu. Spero che capirete che l’ho fatto per voi!"
<<Certo! Come no!>> pensò Shinji, sicuro che Taro aveva messo Yuriko in coppia con lui. Avrebbe fatto meglio a partecipare alla formazione di coppie, invece di stare tutto il giorno a casa di Tamotsu.
<<No! Mi aveva promesso che l’avrebbe messo in coppia con me!>> pensò amareggiata Akane
"La seconda sarà formata invece da Daisuke e Akane!" proseguì Taro, mentre i due nominati urlavano all’unisono "Io con lui/lei non ci sto!", infatti non si erano mai sopportati: Daisuke trovava che Akane fosse una ragazza troppo seria, mentre lei trovava Daisuke uno troppo poco serio e troppo impegnato a giocare alle persone scherzi idioti. Aveva perso il conto di tutte le volte che le aveva alzato la gonna!
"La terza coppia sarà formata da me e da Ryo!" proseguì Taro lasciando Shinji di stucco. Questo significava che Yuriko sarebbe stata in coppia con Shiro, ma perché?
"Mentre l’ultima coppia sarà formata dai nostri neo-piccioncini!" concluse indicando Shiro e Yuriko "A beneficio di quanti non lo sapessero, Yuriko e Shiro si sono messi insieme il giorno prima dell’inizio delle vacanze. Anch’io l’ho saputo solo oggi, quando abbiamo fatto le coppie."
Quella notizia fu uno shock fortissimo per Shinji. Ecco perché Yuriko aveva accettato di fare la prova di coraggio con loro, perché era la ragazza di Shiro! Non riusciva a credere che uno dei suoi migliori amici gl’avesse nascosto una cosa così importante.
"Credo di sapere cosa state pensando" disse Shiro "ma volevo che questa notizia si sapesse in un’occasione speciale come questa!"
"Seeee! raccontala a qualcun altro!" bofonchiò Shinji sotto voce, dopo che l’amico si fu voltato.
***
"Si tratta solo di ragazzini venuti a fare la prova di coraggio!" disse Tsubaky dopo aver visto Shinji e i suoi compagni dividersi. Ogni coppia avrebbe provato a raggiungere il tempio per strade differenti "Ma ora che ci penso, quel ragazzino aveva qualcosa di strano… Certo! Dev’essere uno dei prescelti! Che fortuna! Ora devo solo pensare a come distrarre i suoi amici e a separarlo!" aggiunse poi la sacerdotessa nera con una risata diabolica, voltandosi verso gli oni che aveva portato con sè.
***
Shinji camminava nel cimitero con Tamotsu senza dire niente. Era troppo arrabbiato per il fatto che Shiro si fosse messo insieme a Yuriko senza dirgli niente. Sapeva benissimo che tutti i ragazzi della scuola erano cotti di lei!
Neanche Tamotsu diceva niente, soprattutto perché avvertiva la rabbia dell’amico e sapeva che in questo caso sarebbe stato meglio lasciare che si calmasse da solo.
Improvvisamente sentirono un grido provenire da poco lontano. Corsero più veloce che potevano, prima di vedere Akane e Daisuke svenuti con la candela spenta.
"Stanno bene! Il polso è regolare!" disse Tamotsu dopo averli esaminati "Ma che cosa può essere stato? Secondo te questo cimitero è infestato?" chiese poi all’amico
"No! Non esistono i fantasmi! Lo sai anche tu!" fu la pigra risposta di Shinji.
"Allora quelli cosa sono?" chiese l’amico indicando due strane figure alle sue spalle. Erano robuste, con capelli che variavano dal viola al blu e indossavano delle armature tradizionali. Il loro viso era coperta da quella che sembrava una maschera da samurai, ma la fessura sulla bocca lasciava vedere delle zanne lucenti e i loro occhi iniettati di sangue e impugnavano delle mazze circondate da uno strano fuoco fatuo. Qualunque cosa fossero non erano umani!
"Cos’avete fatto ai nostri amici?" chiese Shinji, nonostante fosse ricolmo di paura. Come risposta le due figure lanciarono un grido spaventoso e cominciarono a gettarsi sui due ragazzi.
All’improvviso Shinji udì una voce che ben conosceva urlare l’urlo dei karateki: "KYAIII!", poi i due mostri furono messi a terra da una pioggia di luce blu simile a stelle cadenti.
Con sua enorme sorpresa suo padre era davanti a lui, vestito con un’armatura color del cielo.
Voltandosi verso il figlio Seiya gli sorrise e disse:
"Ciao figliolo! Scusa il ritardo!"