Capitolo 2: la riunione
Cina, Goro-oh. Monte Ro. Il giorno dopo
Mancavano poche ore alla sua partenza, e Shiryu stava rileggendo tutte le lettere che Seiya gl’aveva mandato in quegl’anni.
Non vedeva l’amico di tante avventure da vent’anni, da quando lui e Saori erano tornati in Giappone dopo la sconfitta di Poseidon. Pochi giorni dopo, Marin aveva ritrovato la sorella di Seiya, Seika, e lei aveva raggiunto il fratello in Giappone.
Nelle sue lettere Seiya gli scriveva che si era diplomato alle superiori, che si era sposato con una donna di cui nessuno dei Cavalieri conosceva il volto e dei suoi rapporti con la sorella. Ma nient’altro. L’ultima lettera che si erano scritti risaliva a due anni fa, anche se l’amico gli spediva ogni anni gli auguri di compleanno, capodanno (cinese ovviamente) e Natale.
<<Amico mio, chissà come sei cambiato e se mi riconoscerai!>> pensò Shiryu, mentre fissava il suo aspetto nello specchio di sua moglie. Rispetto a vent’anni prima, teneva i capelli stretti in una coda e una sottile barba gli copriva il volto.
"Allora sei pronto per partire!" disse sua moglie comparendo alle sue spalle
"Shun-rei, tesoro!" disse lui andando ad abbracciarla "Non devi preoccuparti! Ho combattuto contro Poseidon, questa Tsubaky non sarà potente come lui!"
"Oh, Shiryu! Sei davvero sicuro di quello che dici?" chiese il maestro Doko, comparendo accanto a Shunerei "Non sei più il ragazzo di vent’anni fa!"
"Il nonno ha ragione papà!" disse una ragazzina vestita da guerriera
"Maestro! Tesoro! Sachiko! Ho affrontato avversari peggiori, inoltre ci saranno i miei migliori amici con me! D’accordo non sarò il ragazzino che ero vent’anni fa, ma sono ancora nel pieno delle mie forze!"
"Sei testardo come al solito!" disse Doko sorridendo
Asgard, stesso momento
"Padre, parti davvero per il mondo esterno?" chiese un ragazzo biondo con gli occhi azzurri vestito da nobile, ad un uomo che indossava un giaccone di pelle molto pesante e aveva uno zaino in spalla.
"Sì, Yuri e purtroppo non posso portarti con me!" rispose lui
"Ma il mio addestramento è completo, e tu lo sai!" obbiettò il ragazzo
"Non è questione di bravura, o di sapere come orientarsi nel mondo esterno!" rispose lui con voce triste "Questo è un incarico per i Cavalieri di Atena, e come tale non posso portare con me il principe di Asgard, anche se è sangue del mio sangue!" spiegò guardando il figlio negl’occhi. Occhi decisi, ma anche annebbiati da un velo di tristezza per lasciare lì la sua famiglia.
Yuri si fermò a quelle parole. Dimenticava sempre che suo padre era Cavaliere d’Atena e ambasciatore del Santuario alla corte di sua zia Hilda di Polaris, quindi che veniva dal mondo fuori Asgard ed era per questo motivo che, malgrado fosse il cognato della regina, non viveva a palazzo.
"Promettimi che mi porterai nel mondo esterno! Promettimelo!" disse con insistenza. Non ne poteva più di vivere ad Asgard, tra neve e gelo. Voleva vedere il mondo, soprattutto le spiagge e il mare del Mediterraneo e le città moderne, di cui aveva visto solo fotografie da parte degl’agenti di Asgard nel mondo esterno.
"Certo!" rispose suo padre, abbracciandolo "Proteggi tua madre e tua zia!" disse prima di lasciarlo, e incamminarsi verso sud.
Isola d’Andromeda, mar dell'Etiopia. Due ore prima
"Così non sono riusciti a trovare Ikki!" disse una donna bionda che si stava congedando dal marito dopo vent’anni.
"Arriverà! Lo conosco bene, e con lui anche Rei!" rispose il marito, poi i suoi occhi si posarono sul bambino biondo di due anni che si nascondeva dietro a sua madre"Ehi, piccolo! Non preoccuparti! Papà torna presto!"
"Non voio!" disse il bimbo piangendo "Non voio che pati!"
"Ma devo, non dipende da me! E poi così poi verrà qui a trovarti anche lo zio che papà va a trovare, o forse verrai tu!"
"Shun!" disse la moglie con tono di rimprovero, poi sorrise al marito "Porta i miei saluti a Seiya e ad Atena, e ricordati di Cefeo!"
"Lo farò! Stanne certa!" rispose lui baciandola, prima di girarsi e salire sull’aereo diretto a Tokyo.
New Tokyo International Airport, Narita. Giappone Ore 10.30
Seiya parcheggiò la macchina e si diresse verso l’entrata principale dell’aeroporto, dove il signor Tatsumi lo stava aspettando già da qualche minuto.
Da quando Saori si era ritirata a vita privata dopo il suo matrimonio, la presidenza della Fondazione Grado era passata a lui che era stato il più grande collaboratore di Mitasauma Kido. In principio Tatsumi non aveva visto di buon occhio il matrimonio tra i due giovani (soprattutto perché temeva di prendere ordini da Seiya e di essere licenziato da quest’ultimo), ma dopo la nascita di Shinji le cose erano cambiate e aveva addirittura aiutato Seiya a finire gli studi e a trovare lavoro. Ed era stato anche grazie a lui se il Santuario non aveva scoperto il matrimonio segreto.
"I tuoi fratelli arriveranno tra poco!" disse Tatsumi a Seiya, mentre si dirigevano verso la pista d’atterraggio privata della fondazione "Si prospetta un momento molto duro. Non sarà facile tenere segreto il vostro matrimonio e la nascita di Shinji!"
"Io mi fido di loro!" disse il Cavaliere "Sono i miei migliori amici, e meritano di sapere la verità!"
Tatsumi lo guardò incuriosito. A volte gli sembrava di rivedere il ragazzino impulsivo che vent’anni prima era tornato dalla Grecia, altre un uomo di trentatre anni adulto e maturo. Un giovane padre di famiglia!
***
Quando Shiryu, Hyoga e Shun scesero dall’aereo si trovarono davanti un Tatsumi invecchiato, ma ugualmente riconoscibile e un giovane uomo di una trentina d’anni, vestito con una camicia rossa a maniche corte, pantaloni blu scuri e scarpe nere lucide. Sul naso teneva un paio d’occhiali attraverso cui si vedevano i suoi occhi forti e i suoi capelli scuri erano corti e ben pettinati. Sembrava un perfetto e anonimo impiegato di un’azienda giapponese, ma aveva qualcosa di famigliare.
Dall’aereo Seiya vide scendere tre persone che avevano circa la sua età, che lo guardavano con curiosità, come se lo vedessero per la prima volta.
Uno era l’inconfondibile Shun, anche se adesso i suoi capelli erano più corti. Un altro aveva lunghi capelli neri legati insieme in una coda e una barba sottile, ma era Shiryu senza ombra di dubbio!
L’ultimo doveva essere Hyoga anche se adesso aveva una folta barba sul volto che lo faceva assomigliare a un vichingo, ma per il resto era sempre lui.
"Ciao ragazzi!" disse sorridendo quando tutti e tre furono scesi
"Se-Seiya?!" domandò Shun sorpreso "Sei proprio tu?", mentre Hyoga e Shiryu continuavano ad osservarlo come se fosse stato un alieno.
"Certo! Forse non mi riconoscete a causa degl’occhiali! Scusatemi, ma sono diventato un po’ miope!" disse togliendoseli. Adesso i tre Cavalieri riuscivano a riconoscerlo di più.
"Non sono solo gli occhiali!" disse il Cavaliere di Cygnus "Sono anche i capelli! E…e i vestiti! Sei molto diverso da vent’anni fa!"
"Tutti devono mettere la testa a posto, prima o poi! Anche gli scapestrati come lui!" disse Tatsumi in tono di scherzo "Ma se tornasse a combattere sarebbe ancora quello di prima! Aiuto questo ragazzo a tenere allenati i muscoli ogni settimana!".
I quattro amici uscirono dall’aeroporto ridendo e scherzando come se quei vent’anni non fossero passati e non si vedessero solo da qualche giorno, ma il tempo si fece sentire quando arrivarono davanti alla Toyota di Seiya.
"Hai la patente?" chiese Shun sorpreso, visto che nessuno degl’altri tre aveva un’auto a casa sua.
"Certo!" disse Seiya con semplicità prendendo le chiavi "E ho anche il cellulare, come tutti!"
"Il cellu…che?" chiesero i tre amici sconcertati
"Il cellulare! Il telefono portatile!" ripeté Seiya, guardando l’espressioni disorientate dei tre amici "Questo!" esclamò poi facendo vedere loro il suo, senza che i loro sguardi cambiassero "Ma dove avete vissuto tutto questo tempo? Posso capire Shiryu a Goro-Oh, ma voi…." Aggiunse rivolto a Shun e Hyoga
"Io vivo all’Isola d’Andromeda!" disse il fratello di Ikki
"E io ad Asgard! La signorina Saori non ti ha detto che sono sposato con Flare tre anni dopo l’ultima volta che ci siamo visti?" chiese Hyoga
"Me lo deve aver accennato!" rispose Seiya dopo averci pensato un po’ "Ma in quel periodo eravamo troppo presi dagl’esami d’ammissione per il liceo e…"
"Esami d’ammissione? Liceo?" urlarono stupiti Shun e Hyoga. Faticavano ad immaginarsi Seiya seduto sui banchi con la divisa scolastica.
"Sì! Ho frequentato il liceo!" disse aprendo la portiera della macchina, poi si volse verso gli amici e gli disse "Volete salire o no?"
Quartiere di Shinjuku. Ore 12.30
"Non sapevo che conoscessi i miei zii?" disse Shinji alla mamma di Tamotsu, Miho mentre questa serviva da mangiare a lui e a sua madre, che erano venuti a pranzo a casa loro visto che Seiya voleva passare la giornata con i suoi fratelli.
"Certo che li conosco! Forse non lo sai ma sono i migliori amici di tuo padre, hanno passato tante avventure insieme e hanno tolto tua madre da un sacco di guai!"
"Per esempio?" chiese Shinji incuriosito. I suoi genitori non gliene avevano mai parlato.
"Per esempio quando venivo attaccata dai teppisti."cominciò a raccontare Saori falsando un po’ la verità "O quando ho rischiato di cadere in un burrone durante una gita in montagna…."
"O quando ha rischiato di affogare…durante una gita al mare!" disse Miho, dopo aver incrociato lo sguardo di Saori. Si stava dimenticando della promessa di non rivelare a Shinji l’identità segreta dei suoi genitori, promessa che aveva fatto ai suoi amici sin dal giorno in cui era nato Shinji.
"Certo che ti mettevi nei guai da giovane, mamma!" esclamò Shinji meravigliato "Adesso capisco perché tu e papà non parlate mai del periodo tra le Galaxian Wars e l’inizio delle medie!"
Pochi minuti dopo la fine del pranzo, Saori rivelò a Miho che lei e Seiya avrebbero rivelato a Shiryu e agl’altri il loro matrimonio segreto.
"Ormai non possiamo più tornare indietro! Inoltre Tsubaky arriverà sicuramente domani, e se vogliamo tenere Shinji lontano da questa battaglia ci sarà bisogno del loro aiuto! In fondo è loro nipote!"
"Ma Saori, non sarebbe meglio dire a Shinji la verità?" chiese Miho
"No! Non è pronto! Ha soltanto tredici anni! È solo un ragazzino!" rispose lei, guardando il figlio che giocava alla Playstation con Tamotsu
"Anche tu e Seiya avevate tredici anni quando…"
"Per noi era diverso! Non avevamo altra scelta, Shinji invece sì! Può scegliere cosa diventare, a differenza nostra!" rispose Saori ripensando alla sua adolescenza e alla sua vita.
"Scusami! Io non volevo…è solo che per tredici anni abbiamo tenuto il segreto e adesso…."
"Shinji è loro nipote! Anche se gliel’abbiamo nascosto per tredici anni siamo certi che capiranno! Anche loro sono genitori!"
"Spero che tu abbia ragione!" disse Miho "Lo spero proprio!"
All’insaputa di tutti, però, Tsubaky era appena arrivata a Tokyo e si era accorta di una cosa. I generali si trovavano lì e i loro sigilli si erano indeboliti, forse a causa del risveglio delle quattro armate. Trovarli non sarebbe stato difficile e presto il suo sogno si sarebbe realizzato.