Capitolo 1: Vacanze estive
Tokyo, quartiere di Shinjuku. Luglio 2006.
Il sole era alto nel cielo già da un pezzo, quando Shinji sentì la voce di sua madre chiamarlo dalla cucina:
"Svegliati! Sono già le nove, e la colazione è pronta da un pezzo!"
"Ti prego, mamma! È il primo giorno delle vacanze estive!" mugugnò il ragazzo alzandosi "Lasciami dormire ancora un po’!"
"È da mezz’ora che ti chiamo, e devo uscire per fare la spesa…"
"Va bene! Va bene! Mi alzo!" disse Shinji andando verso il bagno.
Quanto detestava sua madre quando faceva così!
<<Spero solo che la colazione non l’abbia preparata lei!>> pensò poi scendendo le scale per andare in cucina, pensando al "talento culinario" di sua madre, che non sapeva nemmeno preparare del riso bollito.
Si sedette a tavola e cominciò a mangiare la sua ciotola di riso, preparata (per fortuna) da suo padre.
Finita la colazione, sua madre s’alzò e si diresse verso la porta di casa.
"Io esco a fare la spesa, tornerò tra qualche minuto. Tu che programmi hai per il pomeriggio?" gli chiese aprendo la porta
"Beh, mi vedo con Tamotsu e gli altri per organizzare la prova di coraggio di domenica!" rivelò il ragazzo eccitato "Andremo nel cimitero più vicino!"
"Ok!" disse lei sospirando "Come tutti gli anni del resto! Ciao, ci vediamo dopo! Ah! Mi raccomando, metti a posto e comincia a fare i compiti!" aggiunse uscendo
"COOOOOSA?!" urlò Shinji "MAMMAAAA! NON PUOI FARMI QUESTO IL PRIMO GIORNO DELLE VACANZEEEE! SEI FORSE IMPAZZITA???!!!"
Cimitero di un piccolo villaggio di montagna dell’Hokkaido, cinque ore prima.
Il vecchio sciamano ainu e il capo del tempio shintoista erano davanti alla loro terribile nemica. Era l’omyohji più ricercata di tutto il Giappone: la sacerdotessa nera Tsubaky.
"Vedo che nessuno di voi due ha intenzione di lasciarmi entrare nel tempietto cimiteriale alle vostre spalle. Mi dispiace per voi!" disse la sacerdotessa nera, facendo comparire dietro di lei un esercito di oni.
"Non è possibile!" disse il sacerdote spaventato "Gli oni si sono estinti secoli fa, per mano di Momotaro! Questi devono essere degli shikigami! Delle bambole di carta animate dal suo Cosmo!"
"Purtroppo no, amico mio! Guarda sulle fronti di quegl’oni ci sono dei fuda!" disse lo sciamano "Le voci che avevamo sentito sono vere! Le quattro armate degl’oni, sigillate nelle quattro isole maggiori dell’arcipelago sono state liberate, e a fare ciò è stata la ricercata mistica più pericolosa di tutto il paese!" disse l’ainu prendendo un teschio d’osso (l’animale sacro del suo popolo) e puntandolo contro i demoni "Pensa tu a quella strega!"
"Va bene!" rispose il sacerdote prendendo un mazzo di fuda con su scritto il nome di Amaterasu
"Se pensi di fermarmi, ti sbagli di grosso!" disse Tsubaky, mentre un malvagio sorriso gl’illuminava il suo volto giovanile, e faceva con le mai il simbolo della terra, cominciando a causare così un terremoto rivolto verso il sacerdote e lo sciamano
"Stupida! Anch’io conosco le tecniche di controllo dei cinque elementi ! TECNICA DELLA PIOGGIA DI FERRO!" disse il sacerdote shintoista, lanciando contro la nemica una pioggia generata col ferro tenuto sotto terra, per scoprire che si trattava di uno shikigami.
Anche allo sciamano ainu le cose non andavano meglio: aveva preso il teschio per usare la sua tecnica in grado di condurre le anime dei nemici nell’aldilà, ma su gli oni non avevano effetto. Erano shikigami anche loro. Quella era una trappola di Tsubaky.
"Non ci resta che un’ultima scelta! Sei pronto, Mitzuki?" chiese lo sciamano al sacerdote
"Sì!" rispose lui. E una luce azzurrina cominciò ad avvolgerli.
Nascosta tra le tombe, Tsubaky aveva assistito a tutta la scena. Senza di loro non avrebbe mai potuto decifrare il rotolo all’interno del tempio che spiegava dove riposavano i capi degl’oni.
Avrebbe dovuto recarsi a Tokyo ha interrogare l’unico uomo che poteva saperlo: l’imperatore.
Tokyo, quartiere di Shinjuku. Ore 17.30
Tamotsu e gl’altri cinque amici di Shinji (Ryo, Taro, Daisuke, Shiro e Akane) erano davanti alla sala giochi che aspettavano Shinji, che era in ritardo di mezz’ora.
"Basta! Io lo chiamo al cellulare!" disse un ragazzo di seconda media, coi capelli lunghi "Non è da lui comportarsi così! Cosa può essere successo?"
"Aspetta, Ryo! Eccolo lì!" urlò Akane indicando il loro amico che stava correndo a tutta velocità verso di loro
"Scusate il ritardo! ANF…ANF…. Ma mia madre ha preteso che facessi i compiti fino alle quattro e mezza!" disse Shinji riprendendo fiato
"Cavoli!" esclamò Tamotsu pulendosi gli occhiali "Potevi chiamarmi! Ti avrei aiutato volentieri!"
"Non ti preoccupare! Il suo unico pensiero era che succedesse come alle vacanze di Natale!"
"Ovvero quando ti sei ritrovato con tutti i compiti da fare, il giorno prima dell’inizio delle lezioni!" disse un ragazzo con i capelli tagliati a spazzola e il piercing all’orecchio destro, Taro
"E hai chiamato Tamotsu per farti aiutare, e sei stato in casa per tutto il giorno!" dissero Ryo e un ragazzo con un capellino da baseball ridendo (Daisuke)
"Ragazzi vi prego!" mugugnò Shinji imbarazzato "Non ricordatemelo!"
"Giusto! Parliamo di cose serie!" disse Shiro, smettendo di ridere insieme a Taro "Ti farà piacere sapere che per la prova di coraggio abbiamo invitato anche Yuriko!"
A quel nome, Shinji entrò in estasi, insieme a gli altri ragazzi!
Yuriko Aoyama, della classe seconda sezione quarta, era la ragazza più carina della scuola. Giocava a pallavolo e suonava il piano divinamente. Era talmente bella e formosa, che nessun ragazzo aveva mai avuto il coraggio di alzarle la gonna per vederle le mutandine. In molti ci erano andati vicino, a appena incrociavano i suoi grandi e bellissimi occhi, si scioglievano come neve al sole!
Erano talmente in estasi, che non fecero caso ad Akane e alla sua aria ferita! Lei era cotta di Shinji fin da quando erano alle elementari, ma sapeva che non poteva rivaleggiare contro una ragazza bella e formosa come Yuriko, al cui confronto appariva sciatta e banale, coi suoi capelli lunghi e i suoi codini. Ma sarebbe riuscita a farsi almeno notare da Shinji! Ne era sicura!
Mentre Shinji e suoi amici discutevano (si fa per dire, visto che il nome di Yuriko saltava fuori ogni due secondi), suo padre stava lavorando senza problemi finché non ricevette una telefonata da sua moglie.
"Ciao tesoro! Cos’è successo? Come? Una lettera? Da chi?! Cosa? N-non stai s-scherzando!"
Il cavaliere di Pegasus si prese la testa con una mano libera. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma era troppo presto. Shinji aveva solo tredici anni!
"Non ti preoccupare! Tra mezz’ora finisco di lavorare! Sarò a casa il più presto possibile! Ciao amore!"
"Tutto bene, signor Kido?" chiese uno stagista venendogli vicino. Seiya non rispose. Le cose non andavano bene, ma non sapeva che presto sarebbero peggiorate
Tokyo, Casa Kido, quartiere di Shinjuku. Ore 19.10
"Eccoti finalmente!" disse Saori abbracciando suo marito quando questi entrò in casa "Dobbiamo fare in fretta! Shinji potrebbe arrivare da un momento all’altro!" disse poi staccandosi dal marito in modo che lui posasse la giacca.
"Fammi vedere la lettera!" disse Seiya e la moglie gli porse una lettera scritta in greco. Arrivava da parte del Santuario ed avvisava Seiya di un grave pericolo. Essa diceva:
"Signor Seiya di Pegasus,
le scrivo per informarla che ultimamente nel paese in cui lei è residente stanno accadendo fatti molto gravi. La più grande criminale mistica giapponese, la sacerdotessa nera Tsubaky, ha risvegliato le quattro armate degl’oni e adesso punta a risvegliarne i generali e il re.
L’unica persona a conoscere i luoghi in cui i cinque demoni sono sigillati è l’imperatore Aki Hito.
Su espressa richiesta del governo giapponese, lei e i suoi quattro vecchi compagni d’avventure avrete il compito di proteggere l’imperatore dai terribili attacchi di Tsubaky.
Non sottovalutatela e non siate indulgenti con lei solo perché è una donna!
I suoi amici arriveranno domenica mattina al New Tokyo Internetional Airport con un volo privato della Fondazione Grado.
Le auguro buona salute,
Pantheon, generale del Santuario"
"Purtroppo sapevamo che questo momento sarebbe venuto! Non possiamo più tenere segreti il nostro matrimonio e la nostra scelta di crescere Shinji come un ragazzino normale agl’altri!" disse Saori, mentre Seiya posava la lettera di Pantheon sul tavolo
"In fondo loro sono i nostri migliori amici, e Shinji è loro nipote ed è al corrente della loro esistenza. Seppur in versione modificata sa che sono stato in Grecia e che cos’erano le Galaxian Wars. A lui basterà dire che finalmente conoscerà i suoi zii!"
"Inoltre è merito della famiglia imperiale se ci siamo potuti sposare." Disse Saori "Fu l’imperatore Hiro Hito a fare in modo che il Santuario non potesse trovarci e a permetterci di frequentare le medie come ragazzi normali."
"E suo figlio fece la stessa cosa quando andammo alle superiori e dopo la nascita di Shinji!" disse Seiya "Abbiamo un’immensa riconoscenza nei loro confronti!"
"Ciao! Sono tornato!" disse Shinji entrando in casa
"Ciao tesoro!" disse Saori correndo a baciarlo
"Mamma!" si lamentò lui imbarazzato
"Come stai, campione?" disse Seiya abbracciandolo
"Bene, grazie!" poi guardò il padre "Ma non hai ancora preparato cena! Papà, io ho fame!"
"Prima devo dirti una cosa importante!" disse Seiya assumendo un’espressione seria
"Ma papà…" mugugnò lui
"Se non mi ascolti faccio preparare la cena a mamma!" lo minacciò il padre
"NOOOO! TUTTO MA NON LA CUCINA DELLA MAMMA! PIUTTOSTO DIGIUNO!" cominciò ad urlare il ragazzino inginocchiandosi , poi si calmò e chiese "Allora? Cosa succede?"
Seiya rivelò al figlio che presto avrebbe potuto conoscere i suoi famosi zii che vivevano all’estero
"Bene! Morivo dalla voglia di conoscerli! Finalmente!" gioì Shinji
"E come premio per avermi ascoltato, oggi preparerò quell’oden che ti piace tanto!" disse Seiya al figlio, che a quella notizia salì al settimo cielo. L’oden era il suo piatto preferito!