SAINT SEIYA LOST CANVAS
CAPITOLO 163 - UNA GOCCIA
Personaggi Presenti: Yoma, Tenma, Sasha, Partita, Aron, Pandora, servitori.
Data: 1743 circa
Lunghezza: 20 pagine in b/n.
Tenma è sconvolto dalle rivelazioni di Yoma, e dall’apprendere che suo padre era uno Spectre. Quando quest’ultimo gli calca il proprio cilindro in testa, il Cavaliere alza la testa rabbioso, solo per vedere Yoma con indosso la propria Surplice. Lo Spectre afferma che il figlio è una goccia, da lui versata sulla Guerra Sacra. Queste parole ed il suo sorriso lo fanno infuriare, così attacca con le Meteore di Pegaso, che però restano immobili a mezz’aria a causa del cosmo di Yoma. Avvicinatoglisi, lo Spectre afferma che è tutto un motivo marmoreo, un palco su cui Cavalieri, Spectre e persino Dei danzano per divertirlo. Tra loro, Tenma è il migliore, per la sua avventatezza e irruenza, ma non l’unico. Un’altra goccia versata da Yoma è infatti Aron: anni prima, quando lo spirito di Hades venne alla luce, lui lo rapì e portò lontano, per ritardare l’inizio della Guerra Sacra. Con il fagotto tra le braccia fuggì, incurante dei fiumi di lacrime versati da Pandora quando il ventre della madre si rivelò vuoto. Timoroso dell’arrivo di Tanato ed Ipno, condusse quello spirito con sè fino a trovare un bambino dal cuore puro in cui nasconderlo, e così Aron si ritrovò suo malgrado coinvolto nella vicenda. Dopo alcuni anni, Yoma mischiò ancora le carte ed introdusse Tenma, orchestrando l’incontro tra lui, Aron e Sasha. Furioso per queste rivelazioni, Tenma vorrebbe combattere, ma Yoma lo esorta a sfogare la propria collera nella guerra, come è destino per il guerriero deicida di Pegasus.
Glossario: /
Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel numero 37 della Panini Comics.
La logica, questa sconosciuta: Quando compare la Surplice di Yoma, Tenma non ha più in testa il cilindro che però compare nelle immagini precedente e successiva.
Note: "Rapirò questa colossale energia e la porterò lontano da qui!" 3. Un capitolo complesso da giudicare: l’idea di un mastermind dietro la Guerra Sacra è interessante, ma venti pagine sono troppo poche per gestirla ed il risultato finale è per forza di cose affrettato, con Tenma che accetta tutto quello che Yoma gli dice limitandosi a poche affermazioni sorprese. Yoma stesso è un personaggio del tutto inadatto alla serie, strano al punto da diventare grottesco anziché simpatico e troppo moderno da qualsiasi punto di vista. Un po’ più di serietà e solennità avrebbe potuto salvare il capitolo, ma così com’è, è quasi inguardabile. Ad ogni modo, Yoma mostra ancora il potere di fermare il tempo, già visto con Shion e Regulus, che in teoria dovrebbero essere sullo sfondo in questo capitolo ma non compaiono mai. Questo potere non è casuale ma ha un suo perché, che sarà spiegato molto più avanti insieme alla rivelazione sulla sua vera identità. La sua Surplice raffigura una specie di demone, con una coda di aste che disegnano un orologio con le cifre in numeri romani. L’aspetto del fagotto rubato da Yoma - che sembra Lupin III in quella scena - è lo stesso che Pandora mostra a Phoenix nella serie classica, con l’universo al posto di un corpo fisico. Questo spirito informe viene poi inserito nel corpo di Aron, di cui vediamo per la prima volta i genitori. Questo dovrebbe significare che la possessione di Aron sia iniziata durante l’infanzia, e non con l’incontro con Pandora nel numero 1, e che quindi sia un caso diverso rispetto a quello di Andromeda, che riuscì ad impedire alla bambina di congiungerlo al Dio dell’aldilà. Intravediamo i genitori di Aron e Sasha, cristiani a giudicare dalla chiesa, probabilmente cattolici. Il destino deicida di Pegasus era stato accennato per la prima volta da Asmita nel numero 4 originale (7 e 8 italiani).