SAINT SEIYA EPISODE G N°11
COLUI CHE SI SACRIFICO'
Personaggi Presenti: Aioria, Ponto, Libra, Galan.
Data: Incerto, probabilmente 28 Aprile 1979.
Lunghezza: 44 pagine in b/n.
L'attacco di Ponto prosegue sempre più incessante, e Aioria è riverso a terra sanguinante. Il Dio gli ribadisce il proprio immenso potere, la Dunamis, la capacità degli Dei di creare e distruggere modificando i legami degli atomi, proprio come ora ha fatto staccando il braccio destro e perforando il cuore del cavaliere. Prossimo alla fine, Aioria si sente mancare, e per un attimo pensa che presto ritroverà Aiolos, raggiungendolo in cielo, dove brillano luminose le costellazioni. Ponto ribadisce che ormai le zanne del leone sono spezzate, ed il suo destino è solo la morte, ma gli offre anche di cambiarlo, tendendogli la mano e proponendogli di nuovo di ricevere la forza definitiva, la Eskatos Dunamis, unica cosa in grado di salvarlo. Se Aioria accetterà la misericordia divina, stringendo la mano di Ponto, il suo destino muterà ed egli vivrà. Il cavaliere d'oro solleva la mano verso quella del Dio, che sorride convinto che abbia accettato la resa, ma in realtà quella di Aioria è una finta per tentare di nuovo ad attaccare con un potente fulmine. Anche se l'attacco non sortisce alcun effetto, Aioria si rialza, tremante sulle gambe ma ancora determinato, e questo attaccamento alla vita diverte Ponto, che si limita a guardarlo sorridendo. L'eroe però dichiara di non essere affatto lì per divertire il nemico, ma per salvare una persona cara, e questo gli dà la forza di andare avanti. Inoltre, Aioria non può riconoscere come divinità qualcuno che si burla di chi desidera la vita, e questo lo motiva a continuare a rialzarsi, per opporsi a chi come Ponto realizza i propri desideri solo mettendo in pericolo, o uccidendo, persone innocenti. Nonostante questo appassionato discorso, Ponto ricorda ad Aioria che solo con la Dunamis potrà salvarsi la vita, e che continuare a rifiutarla equivale a rinunciare a vivere. Ad ennesima dimostrazione della propria forza, il Dio annulla senza problemi il fulmine che il cavaliere gli lancia, ma il leone ne approfitta per distrarlo ed attaccarlo dall'alto con un calcio, che centra il bersaglio. Il successo è però di breve durata, l'attacco non riesce nemmeno a far vacillare il Dio, ed al contrario sbalza a terra l'eroe, sempre più impotente. Rimproverandolo per la sua avventatezza, Ponto dichiara che, come la Dunamis è enormemente superiore al cosmo, così gli Dei possiedono delle corazze a confronto delle quali le armature non sono niente. Aprendo il proprio oscuro mantello, Ponto mostra la sfavillante armatura che si nasconde sotto di esso: l'Ars Magna, brillante come una pietra preziosa e del tutto impenetrabile. Il leone è allibito a questa scoperta, e Ponto attacca di nuovo, stavolta con un vero colpo segreto, la Melas Kyma, un vortice nero che poi esplode in un'onda distruttiva, la Melas Helix. La forza schiacciante del cosmo divino sembra avere la meglio sull'eroe, che però continua a farsi forza ed a resistere. Il suo cosmo ardente è tale da essere percepito persino all'esterno del mondo dei Titani, fino ad un luogo sperduto tra le montagne della Cina. Ponto intanto ammira la resistenza del nemico, una possanza di spirito che gli permette di non arrendersi mai, e forse anche di diventare un Deicida, ma non può accettare i continui rifiuti opposti da Aioria all'offerta della Dunamis. Deciso a umiliare e demoralizzare il nemico, Ponto lo affronta là dove dovrebbe essere più forte, sul campo fisico, tempestandolo di pugni tremendi e riducendolo all'impotenza. Per la prima volta, Aioria si crede se non sia davvero impossibile per un uomo sconfiggere un Dio. In quel momento però, mentre Ponto continua il suo attacco, una voce raggiunge telepaticamente l'eroe, incitandolo a non cedere nonostante le ferite al braccio ed al cuore, e ricordandogli che gli resta ancora una cosa da poter fare: "Ardere il tuo cosmo e colpire il nemico". La voce prosegue, dicendo che nemmeno un cavaliere potrebbe vivere con il cuore distrutto, ed il fatto stesso che lui continui a combattere indica che non tutto è perduto. Innalzando il proprio cosmo al massimo livello, Aioria può riuscire a ripristinare il proprio cosmo ed il proprio cuore, esattamente come Ponto li ha spezzati. Ciò può riuscire grazie al principio di causalità che lega gli uomini, i quali nel loro inconscio combattono per proteggere coloro che amano. Se qualcuno, in passato o in futuro, sacrificherà il proprio corpo per proteggere di Aioria, il miracolo potrà avere luogo e le zanne del leone risorgeranno. Amaramente, Aioria afferma che nessuno sacrificherebbe tanto per lui, ma in quel momento l'immagine di Galan, con il braccio destro sano, lo circonda, giurandogli fedeltà. Il cavaliere dichiara che non permetterà mai a Galan di gettare la vita, ma tale offerta da parte sua fa scattare il principio di causalità, permettendo ad Aioria di ripristinare di nuovo il braccio ed il cuore, saldandoli grazie al cosmo. Con un gesto rabbioso, e forte della fiducia e dell'affetto di Galan, Aioria colpisce al volto Ponto con un pugno, facendolo barcollare per un attimo. Questo gesto fa infuriare il Dio, che decide di fare a pezzi il ragazzo, ma nello stesso momento la voce misteriosa, orgogliosa di quanto Aioria ha appena appreso, decide di aiutarla. A difesa del Leone compare così l'armatura della Bilancia, e lo scudo d'oro si dispone in mano ad Aioria.
Glossario: Melas Kyma: Onda Nera; Melas Helix: Spirale Nera; Ars Magna: Grande Arte.
Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 22 Manga Planet.
La logica, questa sconosciuta: L'intero discorso del principio di causalità non è molto chiaro, a Ioria dovrebbe bastare raggiungere la Dunamis per poter ripristinare gli atomi sciolti da Ponto. L'armatura di Libra raggiunge il mondo dei Titani attraversando le dimensioni, ma il cavaliere della settima casa non dovrebbe avere poteri telecinetici simili, e non ci sono accenni ad un aiuto da parte di Mur o altri.
Note: "Non ti ha colpito il mio pugno, ma l'animo di un uomo che per il mio bene si è privato di qualcosa di prezioso". Un capitolo molto appassionante, ma a tratti un pò intricato, specialmente durante la spiegazione del principio di causalità, che non ha del tutto senso. A quanto pare, il cosmo del Leone innalzatosi fino al massimo livello, unito al sacrificio, passato, presente o futuro, di un uomo, compiuto per il bene di Aioria, può eguagliare il potere della Dunamis e permettere di ripristinare i legami tra gli atomi. Nell'immagine, Galan appare con il braccio destro sano, e non con la protesi che usa in realtà dopo aver perso l'arto nello scontro con Aiolos, mostrato nel numero 5. La cosa suggerisce quindi che Galan abbia già compiuto il proprio sacrificio, ma le parole successive di Ioria indicano che il servitore potrebbe perdere la vita in futuro in cambio di quanto è successo ora. Inoltre, Galan appare solo come immagine in aria e non fisicamente, segno che è più una visione simbolica che un fatto reale. Ponto approfondisce un pò la spiegazione sulla Dunamis, il cui massimo livello è chiamata Ekatos Dunamis: si tratta proprio del potere di sciogliere o creare i legami tra gli atomi, e quindi di distruggere o creare la materia, in qualunque forma essa si trovi, inclusa quella energetica come dimostrato dal modo in cui il Dio annulla i colpi di Ioria. Più avanti però viene fatto giustamente notare che, se il cuore di Ioria fosse stato davvero perforato, il cavaliere sarebbe morto: il fatto che non sia così suggerisce che gli atomi "slegati" da Ponto occupino ancora il loro spazio in qualche forma, e che le ferite causate in questo modo siano così nette da non causare emorragie o altro. Quando Ioria si sente mancare, vediamo varie costellazioni realmente esistenti: da sinistra a destra sono la Lira, il Cigno, Perseo (o Ercole), il Lupo, i Pesci, l'Aquila, la Freccia e la Vergine. Curiosamente sono tutte costellazioni appartenenti a personaggi che conosciamo nella serie classica, o nello stesso Episode G, ovvero Orfeo, Cristal, Argor (o Argetti), Black, Fish, Castalia, Betelgeuse e Virgo. Vediamo finalmente l'armatura di Ponto, fatta di un materiale sconosciuto ma molto brillante, e chiamata Ars Magna, ovvero Grande Arte in latino, e superiore a qualsiasi altra corazza, verosimilmente anche alle Soma dei Titani. Inoltre, il Dio sfoggia due colpi segreti, la Melas Kyma (Onda Nera) e la Melas Helix (Spirale Nera), entrambi basati sull'acqua ed in parte simili alle tecniche di Oceano viste nel numero 10. La persona che avverte il cosmo di Ioria in Cina è ovviamente Libra, il cui simbolo è la tigre nonostante la costellazione sia la Bilancia, ed infatti alla fine la sua armatura d'oro compare in soccorso del ragazzo.