SAINT SEIYA N°3
IL PALAZZO DI MU
(IL PALAZZO DI MUR)
Personaggi Presenti: Shiryu, Mu, Kiki, maestro di Goro-Ho, Seiya, Shun, Hyoga, Tatsumi.
Data: Flashback: mercoledì 24 Settembre 1986. Resto del capitolo: venerdì 27 Settembre 1986. Ultime pagine: venerdì 4 Ottobre 1986.
Lunghezza: 53 pagine
In Himalaya, nella regione dello Jamir, ad oltre 6000 metri dal livello del mare, Shiryu vaga tra le montagne alla ricerca di colui che può riparare le armature di Pegasus e Dragone. Affaticato dall'aria rarefatta e non avendo punti di riferimento, il ragazzo ripensa a quanto accaduto tre giorni prima, al suo arrivo a Goro-Ho. Con sua enorme sorpresa, Shiryu aveva scoperto che l'anziano maestro non era affatto in fin di vita, ma in perfette condizioni. Ignorando l'ira del ragazzo, l'uomo gli aveva spiegato che si era trattato di una prova, e che Dragone l'aveva fallita: preso dall'agitazione, aveva mostrato a Seiya il proprio punto debole, perdendo l'incontro e dimostrando di non essere ancora del tutto maturo. Shiryu è comunque sollevato dal poter rivedere il maestro in salute, ma l'uomo gli sconsiglia di andare in Jamir, perchè lì, nel luogo chiamato cimitero dei cloth, sicuramente morirà. In Jamir infatti si trovano i cadaveri di tutti i cavalieri che hanno provato, invano, a far riparare le loro armature. Nonostante il rischio, Shiryu afferma che è suo dovere andare, perchè la guerra con i cavalieri neri ormai è al culmine ed a lui e Seiya servono le armature. Preso atto della determinazione dell'allievo, l'anziano insegnante gli dà un consiglio "Non devi assolutamente tornare indietro! Inoltre non muoverti nè a sinistra nè a destra! Va avanti sempre dritto a tutti i costi!". Se riuscirà a superare il cimitero, troverà l'uomo capace di riparare le armature: Mu. Tornando al presente, Shiryu teme di essersi perso, e per di più si è alzata la nebbia. In quel momento però urta qualcosa, e guardando si rende conto di essere di fronte ad una distesa di scheletri in armatura: il cimitero dei cavalieri. In quel momento compaiono degli spettri, che prima gli consigliano di andare via, poi, nello scoprire che è un cavaliere, minacciano che presto anche lui si unirà a loro. Improvvisamente, gli scheletri si rialzano, attaccando in massa il cavaliere, che però si difende frantumandone diversi. Dopo qualche minuto, Shiryu inizia a trovarsi in difficoltà per la mancanza d'aria, ma, memore delle parole del maestro, non indietreggia o si muove lateralmente, avanzando sempre diritto. Sferrando il Rozan ShoryuHa, Dragone distrugge tutti gli scheletri, e solo in quel momento la nebbia si alza, rivelando un sottile ponte di pietra che corre sopra un profondo crepaccio, in fondo al quale vi sono delle pericolose rocce acuminate. Shiryu riflette che, se non avesse seguito il consiglio del maestro, sarebbe caduto anche lui nel precipizio, perdendo la vita. Poco dopo, Shiryu raggiunge una torre solitaria, l'abitazione di Mu, che però sembra non avere ingresso. Mentre il ragazzo riflette su cosa fare, delle rocce cadono dal cielo contro di lui, seppellendolo. Dalla torre, un bambino commenta la debolezza del cavaliere, ma in quel momento le rocce esplodono e Shiryu si libera. Dragone commenta la capacità del bambino di muovere gli oggetti a distanza, ma mostra anche di poterlo affrontare senza problemi, distruggendo un'altra roccia con il cosmo e chiedendogli di riparare le armature. Il bambino gli dice che, se riuscirà a entrare nel palazzo, prenderà in considerazione la cosa, e Shiryu, strappandosi la maglietta, espande il suo cosmo, generando l'aura fosforica, ovvero ciò che emana un drago quando si innalza verso il cielo. Con una violenta esplosione, Shiryu distrugge il primo piano della torre di Mu, che quasi crolla, inclinandosi pericolosamente. Terrorizzato, il bambino cade a terra, ma quando Shiryu gli chiede di riparare le armature, rivela di non essere lui Mu. Quest'ultimo è infatti alle spalle di Dragone. Intanto, a palazzo, Seiya e gli altri hanno finalmente ricevuto la sfida di Ikki ed i cavalieri neri: tra una settimana dovranno portare i loro pezzi dell'armatura d'oro alle dieci grotte scavate dal vento che si trovano nella zona della pianura Aokigahara, ai piedi del Monte Fuji. Phoenix ed i suoi faranno lo stesso, e tutti loro combatteranno per rimettere insieme l'armatura d'oro. Tatsumi affida bracciali e schinieri a Seiya, Hyoga e Shun, ordinando loro di recuperare gli altri pezzi, ma Pegasus è in ansia perchè Shiryu non è ancora tornato. In Jamir, Mu si rivela, rimproverando il piccolo Kiki per aver fatto un brutto scherzo a Dragone. Shiryu supplica Mu di riparare le due armature e ne apre gli scrigni, rivelando le corazze pesantemente danneggiate. Dopo un rapido sguardo però, Mu afferma di non poter esaudire la richiesta del ragazzo, perchè "Questi due cloth sono già morti". Dragone chiede spiegazioni, non capendo cosa l'uomo intenda dire, ma prima di rispondere Mu fa sfoggio dei suoi poteri, indicando la torre distrutta e riparandola con la sola forza del pensiero. Shiryu è sbalordito da un tale potere soprannaturale, e Mu spiega che anche le armature hanno una vita, e che una volta che questa è perduta, non c'è più niente da fare. Dragone però continua a insistere, e finalmente Mu ammette che un modo esiste, ma richiede un prezzo molto alto "Per quello ci vuole la tua vita". Dopo un attimo di smarrimento, Shiryu riflette che senza le armature lui e Seiya sono spacciati di fronte ai cavalieri neri, e che invece, sacrificandosi, potrà almeno dare a Pegasus una speranza. "Sono morto una volta, la mia vita me l'ha regalata Seiya" pensa Shiryu, ricordando il modo in cui il compagno l'ha salvato dopo il loro duello al Colosseo, ed accettando la proposta di Mu. L'uomo allora gli stacca la testa, usandone il sangue per bagnare le armature. In quel momento, Seiya si sveglia di soprassalto, preoccupato dall'incubo che ha appena fatto in cui vedeva la morte di Dragone, e soprattutto dall'averlo fatto tutte le notti per un'intera settimana. È ormai giunto il giorno del combattimento e, anche se Shiryu non è tornato, Seiya si reca alle pendici del monte Fuji insieme ad Hyoga e Shun, deciso a combattere anche senz'armatura. Poco dopo il loro arrivo però, i cavalieri vedono qualcuno che avanza, e Seiya gli corre incontro con gioia, perchè è proprio Shiryu. Ma non appena il ragazzo si avvicina all'amico, il corpo di quest'ultimo scompare, lasciando solo lo scrigno dell'armatura dell'armatura di Pegasus. "Può essere che l'anima di Shiryu sia venuta per portarmelo?" si chiede Seiya prima di indossare l'armatura, il cui aspetto ora è del tutto diverso. "Questo è proprio il cloth di Pegasus rinato!".
Glossario: Mu: Mur
Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 3 Shot e n° 5 Granata
La logica, questa sconosciuta: Non è chiaro perchè il maestro dia indicazioni così criptiche a Sirio, dal momento che il ragazzo potrebbe perdere la vita nel cimitero dei cavalieri. Anche stavolta non c'è traccia di Fiore di Luna. Ci sono vari errori nella resa grafica degli scheletri, che per di più non dovrebbero potersi muovere essendo privi di muscoli e tendini. Ci sono troppe armature nel cimitero dei cavalieri (vedi Note). Che senso ha un palazzo senza porte? I danni alle armature di Pegasus e Sirio sono molto più estesi rispetto a quanto visto nel numero 2, e sembrano esserci crepe su tutti i pezzi. Sono bastati due pezzi distrutti a far morire le armature di Pegasus e Sirio?
Note: "In Giappone c'è un amico che mi sta aspettando!" Il primo capitolo a sottolineare l'amicizia tra i protagonisti, o almeno tra Pegasus e Sirio, fortemente legati dopo il loro scontro nella Guerra Galattica. Pur essendo abbastanza lungo, il capitolo scorre bene, nonostante le scene con Kiki non siano davvero necessarie. Il Jamir non esiste realmente, anche se nome e descrizione sembrano basarsi sul Pamir, che però dovrebbe trovarsi più ad Ovest, tra la Cina ed il Tajikistan e non tra la Cina e l'India. E' invece vero che ad altezze del genere l'aria diventa molto rarefatta, rendendo necessari vari giorni per adattarsi in quanto il corpo ha bisogno di produrre una maggior quantità di globuli rossi per portare più ossigeno al cervello ed ai muscoli. Essendo lì solo da tre giorni, Sirio non è ancora abituato, e quindi risente della fatica. Scopriamo che il maestro di Goro-Ho è in perfetta salute, ed ha mandato Fiore di Luna in Giappone solo per testare l'autocontrollo di Sirio. Avendo fretta di finire l'incontro infatti, Dragone ha usato subito il Drago Nascente, rivelandone a Pegasus il punto debole, ed in generale ha perso la calma e, alla fine, l'incontro. Dal tono che usano, sia Sirio che il Maestro sembrano pensare che Dragone avrebbe vinto se fosse riuscito a mantenere le proprie emozioni sottocontrollo. Le circostanze che spingono l'anziano maestro a conocere Mur, e la vera identità di entrambi, sarà rivelata molto più avanti nella serie. Il cimitero dei cavalieri contiene centinaia di scheletri in armatura, che dovrebbero appartenere ai cavalieri morti nel tentativo di raggiungere il palazzo di Mur e di coloro che vi hanno vissuto prima di lui (Lost Canvas rivela che, nel 1743, gli scheletri c'erano già). E' però impossibile che si tratti solo di cavalieri, dal momento che esistono al massimo 88 armature, e che quasi metà di loro compariranno più avanti nella serie. Anche considerando le cosiddette costellazioni perdute i numeri non tornano, quindi si può ipotizzare che una buona parte degli scheletri appartenga a semplici soldati di eserciti invasori. Non sono altresì chiare le ragioni che spingono Mur a tenere questa specie di cimitero, specie considerando che coloro che si recano fin lì dovrebbero essere per lo più alleati bisognosi d'aiuto. Non sarà mai davvero rivelato se gli scheletri sono davvero animati dagli spiriti di coloro che sono morti lì, o se sia un trucco di Mur o Kiki. Fanno la loro prima apparizione Mur e Kiki, entrambi destinati a diventare personaggi fissi nella serie, e Sirio usa per l'unica volta nella serie l'aura fosforica, che sembra una specie di emanazione cosmica molto aggressiva. Quando la usa, attorno al suo corpo la parola fosforo viene scritta decine di volte in kanji. Il discorso delle armature morte, seppur generalmente valido, è un pò pretestuoso in questo caso: le corazze di Pegasus e Sirio avevano subito danni tutto sommato limitati, e solo su due pezzi ciascuna (i due bracciali per Sirio ed il bracciale e l'elmo per Pegasus), quindi sembra eccessivo che ciò sia bastato a farle morire. Tra l'altro normalmente le corazze si riparano da sole dopo essere state messe nel loro scrigno, mentre ora sembrano danneggiate molto più pesantemente che alla fine dell'incontro tra Pegasus e Sirio. In futuro, Episode G rivelerà che un'armatura morta o morente può ancora essere indossata, ma non ha alcun potere ed anzi rallenta ed appesantisce i movimenti, diminuendo la forza offensiva e difensiva del cavaliere. La ragione della vita delle armature è spiegata nell'ipermito, dove si rivela come esse siano state forgiate. Sulla schiena di Sirio non si intravede il tatuaggio del drago, che in effetti compare solo in determinate occasioni. Quando Dragone decide di accettare le condizioni di Mur, dietro di lui si vedono le varie tavole relative al suo scontro con Pegasus, ed al salvataggio finale. Le immagini in cui Mur decapita Sirio sono parte del sogno di Pegasus, e, scopriremo più avanti, fasulle. La zona di Aokigahara esiste realmente, ed è accompagnata da una fama piuttosto lugubre: si tratta di una foresta molto antica, ricca di grotte coperte di ghiaccio per buona parte dell'anno, e con un suolo ricco di ferro che fa impazzire le normali bussole commerciali, rendendo facile il perdere l'orientamento se non si dispone di GPS o altri mezzi avanzati. La parte più interna della foresta è priva di sentieri o indicazioni di qualunque tipo, ed ogni anno viene esplorata alla ricerca di cadaveri, in quanto è un luogo molto popolare per i suicidi, al punto che in un'occasione vennero ritrovati ben 78 cadaveri. Occasionalmente all'interno della foresta sono stati trovati scheletri umani anche vecchi di molti anni, il che suggerisce la presenza di animali scavatori. E' conosciuta anche con il nome di Mare degli Alberi, e secondo le leggende locali è infestata dai fantasmi di tutti coloro che sono morti al suo interno. Nel descrivere la zona, Kurumada fa riferimento ad Enoshima di Shonen, che dovrebbe essere una stazione ferroviaria, indicando come le grotte si estendano in profondità in modo sconosciuto, anche se in realtà le informazioni su di loro sono minime. Il danno che Phoenix aveva fatto al coprispalla dell'armatura di Andromeda si è riparato da solo, nonostante il pezzo fosse stato praticamente frantumato in due parti. Fa la sua prima comparsa l'armatura V1.2 di Pegasus, ideata probabilmente in seguito agli scarsissimi risultati che la V1.1 aveva ottenuto in un sondaggio per l'armatura preferita pubblicato mesi prima. In coda a questo capitolo, che chiude il numero 3, ci sono le schede tecniche di Asher, Andromeda, Black, Cristal e Phoenix. All'epoca della prima pubblicazione, questo capitolo venne diviso in tre parti, dal titolo "I fantasmi dei cavalieri", "L'apparizione di Mur!!" e "Pegasus resuscita!".